Sorry, this entry is only available in Polish. For the sake of viewer convenience, the content is shown below in the alternative language. You may click the link to switch the active language.

Invitiamo tutti a costruire una cultura della domenica senza l’obbligo del lavoro. Che sia un giorno di riposo, rafforzamento e rinascita di legami familiari e sociali indeboliti. Sia un’opportunità di tranquillità emotiva e di costruzione della comunità familiare, religiosa e nazionale – hanno scritto il presidente della Conferenza episcopale polacca, l’arcivescovo Stanisław Gądecki e il presidente della Commissione pastorale KEP, l’arcivescovo Wiktor Skworc in un appello al rispetto della domenica come giorno di riposo dal lavoro.

I vescovi hanno lanciato un appello a rispettare la domenica come giorno non lavorativo in connessione al 1700° anniversario del Decreto dell’imperatore Costantino I il Grande del 7 marzo (alcune fonti indicano la data del 3 marzo) che rendeva la domenica un giorno festivo.  “Ricordando il fatto che 1700 anni fa le autorità civili avevano stabilito il carattere festivo della domenica, incoraggiamo tutti a rispettare questa tradizione, ad apprezzarla, custodirla e nutrirla, e a trasmetterla alle giovani generazioni” – si legge nel documento.

“La liberazione di quel giorno dagli obblighi lavorativi ha contribuito al fatto che nel tempo questo evento salvifico è stato universalmente celebrato, e ciò a sua volta ha portato al principio di celebrare la domenica come giorno di Dio e dell’uomo” – hanno scritto i vescovi nell’Appello.

Gli autori del documento hanno ricordato il contenuto dell'”Appello delle Chiese in Polonia a rispettare e celebrare la domenica” del 20 gennaio 2015, facendo appello alle autorità, ai datori di lavoro, ai dipendenti, alle persone di buona volontà e ai parlamentari per proteggere la domenica come Giorno del Signore.

Sostenendo l’obbligo di difendere la natura festiva della domenica, i vescovi hanno sottolineato che non possiamo accettare i dettami di organizzazioni e società che si occupano di commercio e distribuzione di merci, “che, spinti esclusivamente dal profitto, non tengono conto dei costi sociali che derivano dalla distruzione del tessuto sociale, privandolo di questo collante, che è il tempo libero e la celebrazione della domenica condivisi dalle famiglie e da tutta la società, che dovrebbe essere un elemento permanente della nostra identità culturale”.

Invitiamo tutti a costruire una cultura della domenica senza l’obbligo del lavoro. Che sia un giorno di riposo, rafforzamento e rinascita di legami familiari e sociali indeboliti. Sia un’opportunità di tranquillità emotiva e di costruzione della comunità familiare, religiosa e nazionale.

Ufficio Stampa della Conferenza Episcopale Polacca

Pubblichiamo il testo integrale dell’Appello:

APPELLO SUL RISPETTO DELLA DOMENICA COME GIORNATA NON LAVORATIVA

Sono passati esattamente 1.700 anni dal decreto dell’imperatore Costantino il Grande, che – il 7 marzo 321 – ordinò che il ‘dies solis’, il giorno del sole, diventasse un giorno libero dal lavoro.

Secondo questa legge, “i giudici, i cittadini e tutti gli artigiani” dovevano “riposare nella maggiore adorazione del giorno del sole” che i cristiani – a quel tempo già liberi di professare la loro fede – celebravano come il primo giorno della settimana, il giorno della Risurrezione di Cristo .

La liberazione di quel giorno dagli obblighi lavorativi ha contribuito al fatto che nel tempo questo evento salvifico è stato universalmente celebrato, e ciò a sua volta ha portato al principio di celebrare la domenica come giorno di Dio e dell’uomo.

Rispettando questa tradizione secolare, affermiamo con Papa S. Giovanni Paolo II che “anche nel nostro contesto storico l’obbligo di adoperarsi perché tutti possano conoscere la libertà, il riposo e la distensione che sono necessari alla loro dignità di uomini, con le connesse esigenze religiose, familiari, culturali, interpersonali, che difficilmente possono essere soddisfatte, se non viene salvaguardato almeno un giorno settimanale in cui godere insieme della possibilità di riposare e di far festa” (cf. Dies Domini, 66).

Rinnoviamo il contenuto dell'”Appello delle Chiese in Polonia sul rispetto e la celebrazione della domenica” del 20 gennaio 2015:

·                sollecitiamo quindi le autorità a fare di tutto per tutelare la domenica, affinché le persone non siano trattate come una macchina del profitto e possano vivere la domenica secondo le proprie convinzioni;

·                esortiamo i datori di lavoro a rispettare la santità del Giorno del Signore non impegnando professionalmente i lavoratori a meno che non sia assolutamente necessario;

·                facciamo appello ai lavoratori, affinché non intraprendano lavori retribuiti non necessari la domenica e nei giorni festivi;

·                facciamo appello a tutte le persone di buona volontà a rispettare la domenica e i giorni festivi in considerazione dei benefici sociali e religiosi di un adeguato riposo e celebrazione – per il bene delle nostre famiglie e dei cittadini del nostro paese.

·                ci appelliamo ai parlamentari perchè salvaguardino la stabilità della legge in vigore nell’ambito delle norme sulla restrizione commerciale nella domenica, in modo che la domenica libera dal lavoro – quale diritto presente in molte democrazie europee, che rispetti la dignità e il diritto al riposo di ogni cittadino – non sia messa in discussione nell’ordinamento giuridico del nostro paese.

Ricordando il fatto che 1700 anni fa le autorità civili avevano stabilito il carattere festivo della domenica, incoraggiamo tutti a rispettare questa tradizione, ad apprezzarla, custodirla e nutrirla, e a trasmetterla alle giovani generazioni.

È nostro dovere difendere la natura festiva della domenica, quindi non possiamo accettare i dettami di varie organizzazioni o società che si occupano di commercio e distribuzione di merci, che, spinti esclusivamente dal profitto, non tengono conto dei costi sociali che derivano dalla distruzione del tessuto sociale, privandolo di questo collante, che è il tempo libero e la celebrazione della domenica condivisi dalle famiglie e da tutta la società, che dovrebbe essere un elemento permanente della nostra identità culturale.

Invitiamo tutti a costruire una cultura della domenica senza l’obbligo del lavoro. Che sia un giorno di riposo, rafforzamento e rinascita di legami familiari e sociali indeboliti. Sia un’opportunità di tranquillità emotiva e di costruzione della comunità familiare, religiosa e nazionale.

Non dimentichiamo inoltre il comandamento di Dio che per noi è obbligatorio: ‘Ricordati di santificare le feste’ (cfr. Es 20, 8-11), che nella vita dei cristiani del XXI secolo significa la stessa cosa che nella vita delle prime comunità cristiane, cioè radunarsi il primo giorno della settimana – la domenica – per la Santa Cena.

✠ Stanisław Gądecki

Arcivescovo Metropolita di Poznań

Presidente della Conferenza Episcopale Polacca

Vicepresidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE)

✠ Wiktor Skworc

Arcivescovo Metropolita di Katowice

Presidente della Commissione Pastorale della Conferenza Episcopale Polacca

Varsavia, 5 marzo 2021

Ufficio per le Comunicazioni Estere della Conferenza Episcopale Polacca