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I nuovi Beati siano potenti intercessori di questa benemerita Nazione, siano luce per le autorità statali e locali, e sostengano la Chiesa in Polonia nella costante fedeltà al Vangelo di Cristo. Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, nell’omelia della S. Messa per la beatificazione dei servi di Dio, Card. Stefan Wyszyński e Madre Elżbieta Róża Czacka, che si è svolta il 12 settembre nel Tempio della Divina Provvidenza.

Il Card. Semeraro ha sottolineato che la Polonia – come Nazione mariana – “ha offerto e offre alla Chiesa, attraverso le varie epoche, eccezionali figure di santi, uomini e donne di Dio”.

Ha richiamato che il Cardinale Wyszyński, “da vero figlio della Terra Polacca, aveva nel cuore una profonda devozione alla Madonna: come sotto il suo sguardo materno nacque la sua vocazione e sotto lo stesso sguardo affidò a Dio la propria vita e il destino di la nazione polacca, così proprio Maria gli ha insegnato attraverso il servizio pastorale quotidiano “a vivere solo per Dio e per piacere a Lui solo”. Una fede incrollabile in Dio e nella Sua Provvidenza era anche caratteristica di Madre Elżbieta Róża Czacka. “Anche nella sua vita sono state numerose le difficoltà nelle quali, con incredibile speranza, ha costantemente riaffermato la sua fedeltà a Dio, che è amore” – ha dichiarato.

Il Card. Semeraro ha precisato che la beatificazione congiunta del Card. Wyszyński e di Madre Czacka è una sorta di complemento al loro incontro, grazie al quale i Beati si incontrarono a Laski 95 anni fa, nel 1926. E’ nata ad una preziosa collaborazione, condivisione sincera di intenzioni e progetti. Ma soprattutto è nata una comunione di fede, di amore per Dio e per l’uomo bisognoso e indifeso. Entrambi sapevano come sostenersi a vicenda con la forza, la temperanza e il coraggio.

Il Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi ha ricordato che i nuovi Beati hanno ricevuto dalla nazione polacca “un inestimabile bene di fede e la vitalità della secolare tradizione di amore a Dio”. In cambio “hanno offerto per tutta la vita la convinzione del primato di Dio (“Soli Deo” – “Solo Dio” – è stato il motto episcopale del cardinale Wyszyński), capace di restituire all’uomo la sua dignità. Hanno dato una testimonianza di vita fedele al Vangelo, ad ogni costo. Hanno lasciato un modello di servizio concreto alla persona nel bisogno, anche quando nessuno si prendeva cura di lui e sembrava che l’indifferenza stesse vincendo” – ha dichiarato.

Ufficio Stampa della Conferenza Episcopale Polacca

Pubblichiamo il testo integrale dell’omelia:

12 settembre 2021

Festa del Santissimo Nome di Maria

Santa Messa con il rito della Beatificazione

dei Servi di Dio Stefan Wyszyński ed Elżbieta Róża Czacka

Tempio della Divina Provvidenza, Varsavia

Omelia

  1. La mia anima glorifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore. Poiché ha guardato all’umiltà della sua Serva” (Luca 1,46-48).

Cari sorelle e fratelli! Le parole del canto di lode pronunciato dalla Vergine Maria esprimono anche il nostro ringraziamento a Dio per aver partecipato alla beatificazione del Cardinale Stefan Wyszyński e di Madre Elżbieta Róża Czacka qui nel Tempio della Divina Provvidenza. Questo tempio, eretto dalla Nazione polacca come ex voto di gratitudine per la vicinanza e la presenza di Dio nella storia gloriosa e dolorosa di questo Paese, è oggi testimone di un’altra conferma: la Polonia è una Nazione mariana, la Polonia ha offerto e donato alla Chiesa, attraverso varie epoche, notevoli figure di santi, di uomini e donne di Dio. Come fece, inviando l’Arcangelo Gabriele alla Vergine, il cui nome era Maria (cfr. Lc 1,27), così oggi Dio chiama autentici testimoni di santità in onore e gloria del suo nome.

  1. Così è stato anche in relazione al Card. Wyszyński, che è venuto da Zuzela sul fiume Bug, dove la sua famiglia lo ha cresciuto nella fede in Dio e nell’amore per la patria. Dopo aver ricevuto l’ordinazione presbiterale nella cattedrale di Włocławek il 3 agosto 1924, iniziò la sua vita sacerdotale, segnata da numerose prove che affrontò con fiducia e determinazione. Uno dei momenti più drammatici fu sicuramente il periodo della seconda guerra mondiale e il periodo dell’eroica e tragica insurrezione di Varsavia del 1944. Don Wyszyński risiedeva allora nelle vicinanze della capitale, nella vicina Laski, come cappellano dell’Istituto per i ciechi e dell’Esercito nazionale. Fu durante l’insurrezione di Varsavia che a Laski avvenne un evento eccezionale e profetico: il Beato Stefano raccolse da terra un frammento di un foglio di carta parzialmente incenerito dalla capitale in fiamme, avvolto nel fuoco, con l’iscrizione: “Amerai”. Wyszyński fu profondamente commosso da questo fatto, portò il frammento di carta in cappella, lo mostrò alle suore e disse: “Questo è l’appello più santo della Varsavia combattente, per noi e per il mondo intero. Appello e Testamento: Amerai. Ha reso il suo ministero di pastore e vescovo simile a questo appello e testamento, prima a Lublino e poi a Gniezno e Varsavia, affrontando i problemi che la sua nazione ha dovuto sopportare negli anni del secondo dopoguerra. In questo periodo, politicamente e socialmente complicato, ha guidato con coraggio, tenacia e decisione la barca della Chiesa in Polonia, opponendo, all’ideologia che disumanizzava e distraeva l’uomo dalla pienezza della vita, la verità contenuta nel Vangelo di Cristo, fedelmente vissuta e realizzata. Nella lotta per difendere la libertà delle donne e degli uomini polacchi, ripeteva spesso: “Chi odia ha già perso.” Non si risparmiò in alcun modo, sopportò tutte le umiliazioni e le sofferenze, culminate in tre anni trascorsi in carcere, dal 1953 al 1956. San Giovanni Paolo II, pochi giorni dopo la sua elezione alla Sede di Pietro, in una lettera indirizzata ai suoi connazionali, scriveva del Cardinale Primate: “Non ci sarebbe questo Papa polacco nella Sede di Pietro […] se non fosse per la Tua fede che non si sottrasse alla prigionia e alla sofferenza, la Tua eroica speranza e il Tuo affidamento totale alla Madre della Chiesa” (S. Giovanni Paolo II, Lettera ai compatrioti, 23 ottobre 1978). Il Cardinale Wyszyński, da vero figlio della Terra Polacca, aveva nel cuore una profonda devozione alla Madonna: come sotto il suo sguardo materno nacque la sua vocazione e sotto lo stesso sguardo affidò a Dio la propria vita e il destino di la nazione polacca, così proprio Maria gli ha insegnato che, attraverso il servizio pastorale quotidiano “Vivi solo per Dio e per piacere a Lui solo.”
  2. Una fede incrollabile in Dio e nella Sua Provvidenza era anche caratteristica di Madre Elżbieta Róża Czacka. Fin dai primi anni della sua infanzia, ha riconosciuto i segni della chiamata di Dio, prima a Biała Cerkiew e poi a Varsavia. Colpita all’età di ventidue anni dalla completa perdita della vista, decise di dedicare la sua vita al servizio dei non vedenti, che a quel tempo in Polonia non potevano contare né sull’aiuto né sull’opportunità di ottenere un’istruzione. A tal fine fondò la Società per la Protezione dei Ciechi e la Congregazione delle Suore Francescane Serve della Croce. Ha aperto scuole e organizzato laboratori, ha adattato l’alfabeto Braille alla lingua polacca e ha sviluppato abbreviazioni ortografiche. Con la sua straordinaria diligenza e impegno, la Beata Elisabetta Rosa ci mostra che non ci sono ostacoli per coloro che vogliono amare Dio e come Dio amare. Anche nella sua vita sono state numerose le difficoltà nelle quali, con incredibile speranza, ha costantemente riaffermato la sua fedeltà a Dio, che è amore.
  3. Oggi il cardinale Wyszyński e madre Czacka sono beatificati insieme. È come un complemento a quello storico incontro, grazie al quale questi Beati si incontrarono a Laski 95 anni fa, nel 1926. Il giovane sacerdote in quel tempo era formato dalla fede e dalla perseveranza di questa donna che, mossa dall’amore di Dio, era completamente devota a Dio e al prossimo. E’ nata ad una preziosa collaborazione, condivisione sincera di intenzioni e progetti. Ma soprattutto è nata una comunione di fede, di amore per Dio e per l’uomo bisognoso e indifeso. Entrambi sapevano come sostenersi a vicenda con la forza, la temperanza e il coraggio. Lui – si è impegnato in prima persona nell’aiutare tutti coloro che hanno sperimentato ferite e limitazioni nell’esercizio della loro libertà e nel professare la loro fede; lei – cieca tra i non vedenti fisici e spirituali, aiutava tutti coloro che erano abbandonati e lasciati ai margini della società. Il 19 maggio 1961, il Cardinale Wyszyński presiedette ai funerali di Madre Czacka e disse di lei nella sua omelia: La Madre “E’ stata una persona che stava costantemente di fronte al suo Dio Amato; sapeva che Dio è Amore, soprattutto – Amore! Una persona che ha attinto con fermezza alla sorgente insondabile dell’amore di Dio! Ecco perché è riuscita a donare e nutrire tante persone d’Amore”.

I nuovi Beati di oggi hanno ricevuto da questo Popolo l’inestimabile bene della fede e la vitalità della secolare tradizione dell’amore a Dio. Cosa hanno offerto in cambio al Popolo? Hanno offerto per tutta la vita la convinzione del primato di Dio (“Soli Deo” – “Solo Dio” – è stato il motto episcopale del cardinale Wyszyński), capace di restituire all’uomo la sua dignità. Hanno dato una testimonianza di vita fedele al Vangelo, ad ogni costo. Hanno lasciato un modello di servizio concreto alla persona nel bisogno, anche quando nessuno si prendeva cura di lui e sembrava che l’indifferenza stesse vincendo.

  1. Fratelli e sorelle carissimi! “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e santo è il suo nome” (Luca 1,49).

Facciamo di nuovo nostre le parole di Maria, modello supremo di vita cristiana e massimo esempio di santità. Nella sua umiltà ha accolto l’annuncio che la Sapienza eterna – di cui abbiamo sentito parlare nel Libro del Siracide – si sarebbe fatta carne nel suo grembo. Maria, usando le parole di S. Paolo dalla Lettera ai Colossesi, scelta da Dio, “Santa e amata“(Cfr. Col 3,12) – fu madre di Cristo non solo perché lo concepì per opera dello Spirito Santo, ma perché in lei si compì completamente “La volontà del Padre che è nei cieli“(Cfr. Mt 12,50). Oggi celebriamo la festa liturgica del nome di Maria, perché il popolo cristiano la considera una stella splendente, la chiama madre e, nel pericolo, corre verso di lei come rifugio sicuro.

Il beato Stefan Wyszyński disse un giorno della Vergine Maria: “Nei tratti della madre riconosciamo la più grande somiglianza con i suoi figli. Quindi, se vogliamo conoscere il Figlio, dobbiamo guardare la Madre. La Madre conduce al Figlio!”. Nella vita santa risplende la bellezza del volto di Cristo. Il Santo Padre Francesco ha affermato che sono santi i “Testimoni che veneriamo e che in mille modi diversi ci rimandano a Gesù Cristo, unico Signore e Mediatore tra Dio e l’uomo” (Francesco, Udienza Generale, 7 aprile 2021). Ci vengono quindi dati come esempi da seguire, ma anche come intercessori a cui rivolgerci con fiducia. Sono un esempio perché sono stati docili alla grazia che operava in loro. Sono intercessori perché, come ricorda il Catechismo della Chiesa Cattolica, “Contemplano Dio, lo lodano e non cessano di prendersi cura di coloro che hanno lasciato sulla terra. (…) La loro intercessione è il più alto servizio che rendono al disegno di Dio. Possiamo e dobbiamo pregarli di intercedere per noi e per il mondo intero “ (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2683). Affidiamoci dunque all’intercessione dei nuovi Beati, perché si accenda anche in noi il desiderio di vivere da santi, perché – come ci ricorda ancora una volta Papa Francesco – “anche nella nostra vita, pur debole e segnata dal peccato, può sbocciare la santità. “ (Francesco, Udienza Generale, 7 aprile 2021).

Polonia, Nazione di Maria, terra di santi e beati, in questo Tempio della Divina Provvidenza, per intercessione della Vergine Maria, del Beato Stefan Wyszyński e della Beata Elżbieta Róża Czacka, oggi chiediamo a Dio di concederci la forza di essere fedeli testimoni del suo amore misericordioso verso tutte le persone del nostro tempo nel bisognoso. I nuovi Beati siano potenti intercessori per questa benemerita Nazione, siano luce per le autorità statali e locali, e sostengano la Chiesa in Polonia nella costante fedeltà al Vangelo di Cristo.

Santa Maria, Regina di Polonia,

Beato Stefan Wyszyński,

Beata Elżbieta Róża Czacka,

Pregate per noi!

(Tradotto dal polacco da M. Olmo / Ufficio per le Comunicazioni Estere della Conferenza Episcopale Polacca)