Sorry, this entry is only available in Polish. For the sake of viewer convenience, the content is shown below in the alternative language. You may click the link to switch the active language.

L’anniversario della rivolta del ghetto di Varsavia è un grido di amore per il prossimo, di rispetto e di riconoscimento della dignità di ogni essere umano. Alla luce del Vangelo, qualsiasi manifestazione di odio e aggressione, compreso l’antisemitismo, è un peccato – ha sottolineato il Presidente del Comitato per il Dialogo con l’Ebraismo della Conferenza Episcopale, mons. Rafał Markowski, sottolineando che gli insorti del ghetto sono un simbolo della lotta per la libertà.

Lunedì 19 aprile ricorre il 78.mo anniversario dello scoppio dell’insurrezione del ghetto di Varsavia creato dai nazisti tedeschi che occupavano la Polonia. Il vescovo Markowski ha ricordato che la capitale della Polonia è stata la città delle due rivolte durante la seconda guerra mondiale. Nel 1943 ci fu l’insurrezione del ghetto di Varsavia, e un anno dopo la rivolta di Varsavia.

Il Presidente del Comitato per il Dialogo con l’ebraismo ha aggiunto che la rivolta nel ghetto di Varsavia è stato un eroico tentativo di opporsi al “piano demoniaco di sterminare l’intera nazione ebraica”. “Gli occupanti tedeschi iniziarono ad assassinare gli abitanti del ghetto di Varsavia due giorni prima della festa ebraica più importante – la Pasqua e la fine simbolica dello sterminio degli ebrei nella capitale fu la demolizione della Grande Sinagoga in via Tłomacki” – ha affermato.

Il vescovo Markowski ritiene che gli insorti del ghetto di Varsavia abbiano mostrato eroismo, un’enorme voglia di vivere e fortezza di spirito. “Sono un simbolo della lotta per la libertà. È espresso in modo commovente da uno degli slogan degli insorti: ‘Se sopravviviamo – sarà solo come persone libere, e se ciò non è possibile, allora come persone libere moriamo. Vinceremo la morte con la lotta’” “Oggi ricordiamo i nostri fratelli e sorelle che morirono nel ghetto in circostanze sconvolgenti. Ricordiamo tutti i deportati nei campi di sterminio, nelle camere a gas di Treblinka, Majdanek e altri luoghi” – ha scritto.

Ha ricordato inoltre che vicino al Muro – il Monumento Umschlagplatz in via Stawki – fioriscono dei bellissimi narcisi simbolo della nostra memoria di quei tragici eventi e delle persone eroiche che hanno perso la vita in difesa della loro dignità e libertà. Grazie a tutti coloro che si uniscono all’iniziativa ‘Narcisi’ per commemorare gli eroi della rivolta del ghetto di Varsavia. In questo modo, sottolineiamo anche l’importanza della comunità e della solidarietà, la necessità del dialogo attraverso le divisioni – in linea con lo slogan che accompagna questa iniziativa: ‘La memoria ci unisce’.

Il Presidente del Comitato per il Dialogo con l’Ebraismo della Conferenza Episcopale ha anche ricordato le parole di S. Giovanni Paolo II, che nel marzo 2000 al Yad Vashem a Gerusalemme disse: “La Chiesa rifiuta il razzismo in qualsiasi forma come una trascrizione dell’immagine del Creatore inscritta in ogni essere umano”. “A Varsavia, invece, il Papa polacco ci ha ricordato la storia comune della nostra Patria, creata da ciascuno dei suoi figli e delle sue figlie da mille anni. Ed ha sottolineato: “Questo è tutto; e la storia dei popoli che hanno vissuto con noi e tra noi, come quelli le cui centinaia di migliaia sono morti tra le mura del ghetto di Varsavia (…) abbraccio con la mente e con il cuore e includo in questo unico e solo Santissimo Sacrificio di Cristo in Piazza della Vittoria” ha richiamato Mons. Markowski.

Ufficio Stampa della Conferenza Episcopale Polacca

Segue il testo completo del messaggio:

Il messaggio del Presidente del Comitato della Conferenza Episcopale Polacca per il Dialogo con l’ebraismo in occasione del 78.mo anniversario dello scoppio della rivolta del ghetto di Varsavia

La capitale della Polonia è stata la città delle due rivolte durante la seconda guerra mondiale. Nel 1943 ci fu l’insurrezione del ghetto di Varsavia, e nel 1944 la rivolta di Varsavia.

Il 19 aprile si celebra il tragico anniversario dello scoppio della rivolta del ghetto di Varsavia. Fu un eroico tentativo di opporsi al piano demoniaco di sterminare l’intero popolo ebraico. Gli occupanti tedeschi iniziarono ad assassinare gli abitanti del ghetto di Varsavia due giorni prima della festa ebraica più importante, la Pasqua, mentre la fine simbolica dello sterminio degli ebrei nella capitale fu la demolizione della Grande Sinagoga di via Tłomacki.

A 78 anni dallo scoppio della rivolta del ghetto di Varsavia, vogliamo ricordare gli eroici insorti che hanno mostrato enorme volontà di vivere e fortezza di spirito. Sono un simbolo della lotta per la libertà. È espresso in modo commovente da uno degli slogan degli insorti: “Se sopravviviamo – sarà solo come persone libere, e se ciò non è possibile, allora come persone libere moriamo. Vinceremo la morte con la lotta”.

Oggi ricordiamo i nostri fratelli e sorelle che morirono nel ghetto in circostanze sconvolgenti. Ricordiamo tutti i deportati nei campi di sterminio, nelle camere a gas di Treblinka, Majdanek e altri luoghi.

Vicino al Muro – il Monumento Umschlagplatz in via Stawki – fioriscono dei bellissimi narcisi simbolo della nostra memoria di quei tragici eventi e delle persone eroiche che hanno perso la vita in difesa della loro dignità e libertà. Ringrazio tutti coloro che si uniscono all’iniziativa ‘Narcisi’ per commemorare gli eroi della rivolta del ghetto di Varsavia. In questo modo, sottolineiamo anche l’importanza della comunità e della solidarietà, la necessità del dialogo attraverso le divisioni – in linea con lo slogan che accompagna questa iniziativa: La memoria ci unisce.

L’anniversario della rivolta del ghetto di Varsavia è un grido di amore per il prossimo, di rispetto e di riconoscimento della dignità di ogni essere umano. Va ricordato chiaramente che alla luce del Vangelo, qualsiasi manifestazione di odio e aggressione, compreso l’antisemitismo, è peccato. San Giovanni Paolo II ha detto a Gerusalemme: “La Chiesa rifiuta ogni forma di razzismo come negazione dell’immagine del Creatore intrinseca ad ogni essere umano” (Discorso in Yad Vashem, 23 marzo 2000). A Varsavia, invece, il Papa polacco ci ha ricordato la storia comune della nostra patria, creata da ciascuno dei suoi figli da mille anni. Ha sottolineato: “Tutto ciò: anche la storia dei popoli che sono vissuti con noi e tra noi, come coloro che a centinaia di migliaia sono morti tra le mura del ghetto di Varsavia (…) abbraccio col pensiero e col cuore in questa Eucaristia e lo includo in quest’unico santissimo Sacrificio di Cristo, nella Piazza della Vittoria” (Omelia in Piazza della Vittoria, Varsavia, 2 giugno 1979).

Nel 78.mo anniversario dello scoppio dell’insurrezione del ghetto di Varsavia, abbracciamo con il pensiero, il cuore e la preghiera in modo particolare gli eroici insorti e la popolazione civile del ghetto.

Mons. Rafał Markowski
Presidente del Comitato per il Dialogo con l’Ebraismo della Conferenza episcopale polacca
Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Varsavia

Varsavia, 19 aprile 2021

(Traduzione dal polacco di M. Olmo / Ufficio per le Comunicazioni Estere della Conferenza Episcopale Polacca)

_________________________

Le Président du Comité épiscopal pour le dialogue avec le judaïsme : Les insurgés du ghetto symbolisent la lutte pour la liberté

« L’anniversaire du soulèvement du ghetto de Varsovie est un appel à l’amour du prochain, au respect et à la reconnaissance de la dignité de chaque être humain. Il convient de rappeler sans équivoque que, à la lumière de l’Évangile, toute manifestation de haine et d’agressivité, y compris l’antisémitisme, est un péché », souligne Mgr Rafał Markowski, président du Comité épiscopal pour le dialogue avec le judaïsme, rappelant que les insurgés du Ghetto sont un symbole de la lutte pour la liberté.

Le lundi 19 avril marque le 78e anniversaire du déclenchement de l’insurrection du Ghetto de Varsovie contre l’occupation allemande nazie de la Pologne. Mgr Markowski a rappelé que la capitale de la Pologne a été le théâtre de deux soulèvements pendant la Seconde Guerre mondiale. En 1943, c’était l’insurrection du ghetto de Varsovie et un an plus tard l’insurrection de Varsovie.

Le Président du Comité épiscopal pour le dialogue avec le judaïsme a ajouté que le soulèvement du ghetto de Varsovie était une tentative héroïque de contrecarrer « le plan démoniaque d’exterminer l’ensemble du peuple juif ». « Les occupants allemands avaient commencé à assassiner les habitants du ghetto de Varsovie deux jours avant la plus importante fête juive, la Pâque, et la fin de l’extermination des Juifs dans la capitale a été symbolisée par la destruction de la Grande synagogue de la rue Tłomackie », a-t-il souligné.

Mgr Markowski a déclaré que les insurgés du ghetto de Varsovie ont fait preuve d’héroïsme, d’une grande volonté de vivre et de force d’âme. « Ils sont un symbole de la lutte pour la liberté. Cela a été exprimé de manière émouvante par l’un des slogans du soulèvement : ‘Si nous survivons, alors seulement en tant que peuple libre ; et, si cela est impossible, alors en tant que peuple libre nous mourrons. Nous vaincrons la mort dans la bataille’. Aujourd’hui, nous nous souvenons de nos frères et sœurs qui sont morts dans le ghetto dans des circonstances choquantes. Nous nous souvenons de tous ceux qui ont été déportés dans des camps d’extermination, dans les chambres à gaz de Treblinka, de Majdanek et en d’autres endroits », a-t-il écrit.

Il a également évoqué les magnifiques jonquilles – symbole du souvenir de ces événements tragiques et des personnes héroïques qui ont perdu la vie pour défendre leur dignité et leur liberté – qui fleurissent près du Mur, au monument Umschlagplatz de la rue Stawki à Varsovie. « Je tiens à remercier tous ceux qui ont participé à la campagne ‘Jonquilles’ pour commémorer les héros du soulèvement du ghetto de Varsovie. De cette façon, nous soulignons également l’importance de la communauté et de la solidarité, la nécessité du dialogue au-delà des différences – comme le dit la devise qui accompagne cette campagne : “Nous sommes unis par le souvenir” ».

Le Président du Comité épiscopal pour le dialogue avec le judaïsme a également rappelé les paroles de saint Jean-Paul II qui, s’exprimant en mars 2000 au Centre de Yad Vashem de Jérusalem, a déclaré: « L’Église refuse toute forme de racisme comme une négation de l’image du Créateur intrinsèque à tout être humain ». « D’autre part, à Varsovie, le pape polonais nous a rappelé le lien de l’histoire de notre patrie, créée par chacun de ses fils et filles au cours des mille dernières années. Il a souligné : ‘Tout cela : même l’histoire des peuples qui ont vécu avec nous et parmi nous, comme ceux qui sont morts par centaines de milliers entre les murs du ghetto de Varsovie… Tout cela, je l’embrasse par la pensée et par le cœur en cette Eucharistie et je l’inclus dans cet unique saint Sacrifice du Christ, sur la place de la Victoire’ », a ajouté Mgr Markowski.

Bureau de Presse de la Conférence Episcopale Polonaise

Suit le texte intégral du message:

Message du Président du Comité pour le dialogue avec le judaïsme de la Conférence épiscopale polonaise à l’occasion du 78e anniversaire du soulèvement du ghetto de Varsovie

La capitale de la Pologne a été le théâtre de deux soulèvements pendant la Seconde Guerre mondiale. En 1943, c’était l’insurrection du ghetto de Varsovie et en 1944 l’insurrection de Varsovie.

Le 19 avril, nous commémorons l’anniversaire tragique du déclenchement du soulèvement du ghetto de Varsovie. Il s’agissait d’une tentative héroïque pour contrecarrer le plan démoniaque d’exterminer l’ensemble du peuple juif. Les occupants allemands avaient commencé à assassiner les habitants du ghetto de Varsovie deux jours avant la plus importante fête juive, la Pâque, et la fin de l’extermination des Juifs dans la capitale a été symbolisée par la destruction de la Grande synagogue de la rue Tłomackie.

Soixante-dix-huit ans après le déclenchement de l’insurrection du ghetto de Varsovie, nous voulons nous souvenir des insurgés héroïques, qui ont fait preuve d’une grande volonté de vivre et de force d’âme. Ils sont un symbole de la lutte pour la liberté. Cela a été exprimé de manière émouvante par l’un des slogans du soulèvement : « Si nous survivons, alors seulement en tant que peuple libre ; et, si cela est impossible, alors en tant que peuple libre nous mourrons. Nous vaincrons la mort dans la bataille ».

Aujourd’hui, nous nous souvenons de nos frères et sœurs qui sont morts dans le ghetto dans des circonstances choquantes. Nous nous souvenons de tous ceux qui ont été déportés dans des camps d’extermination, dans les chambres à gaz de Treblinka, de Majdanek et en d’autres endroits.

Près du mur, au monument Umschlagplatz de la rue Stawki, fleurissent de belles jonquilles – elles sont le symbole de notre souvenir de ces événements tragiques et des personnes héroïques qui ont perdu la vie pour défendre leur dignité et leur liberté. Je tiens à remercier tous ceux qui ont participé à la campagne ‘Jonquilles’ pour commémorer les héros du soulèvement du ghetto de Varsovie. De cette façon, nous soulignons également l’importance de la communauté et de la solidarité, la nécessité du dialogue au-delà des différences – comme le dit la devise qui accompagne cette campagne : « Nous sommes unis par le souvenir ».

L’anniversaire du soulèvement du ghetto de Varsovie est un appel à l’amour du prochain, au respect et à la reconnaissance de la dignité de chaque être humain. Il convient de rappeler sans équivoque que, à la lumière de l’Évangile, toute manifestation de haine et d’agressivité, y compris l’antisémitisme, est un péché. Saint Jean Paul II a déclaré à Jérusalem : « L’Église refuse toute forme de racisme comme une négation de l’image du Créateur intrinsèque à tout être humain » (Discours à Yad Vashem, 23 mars 2000). D’autre part, à Varsovie, le pape polonais nous a rappelé le lien de l’histoire de notre patrie, créée par chacun de ses fils et filles au cours des mille dernières années. Il a souligné : « Tout cela : même l’histoire des peuples qui ont vécu avec nous et parmi nous, comme ceux qui sont morts par centaines de milliers entre les murs du ghetto de Varsovie… Tout cela, je l’embrasse par la pensée et par le cœur en cette Eucharistie et je l’inclus dans cet unique saint Sacrifice du Christ, sur la place de la Victoire » (Homélie sur la Place de la Victoire, Varsovie, 2 juin 1979).

En ce 78e anniversaire du déclenchement du soulèvement du ghetto de Varsovie, nous entourons de nos pensées, nos cœurs et nos prières les héroïques insurgés et la population civile du ghetto.

Mgr Rafał Markowski
Président du Comité pour le dialogue avec le judaïsme de la Conférence des évêques de Pologne
Évêque auxiliaire de l’Archidiocèse de Varsovie

Varsovie, 19 avril 2021

(Traduit du polonais de P. Nau / Bureau des Communications Etrangères de la Conférence Episcopale Polonaise)

________________________

El Presidente del Comité Episcopal para el Diálogo con el Judaísmo: Los insurgentes del gueto simbolizan la lucha por la libertad

“El aniversario del Levantamiento del gueto de Varsovia es un llamamiento al amor al prójimo, al respeto y al reconocimiento de la dignidad de todo ser humano. Hay que recordar inequívocamente que, a la luz del Evangelio, cualquier manifestación de odio y agresión, incluido el antisemitismo, es un pecado”, subraya el obispo Rafał Markowski, Presidente del Comité Episcopal para el Diálogo con el Judaísmo, señalando que los insurgentes del gueto son un símbolo de la lucha por la libertad.

El lunes 19 de abril se cumple el 78º aniversario del estallido del Levantamiento del Gueto de Varsovia contra la ocupación nazi alemana de Polonia. El obispo Markowski recordó que la capital de Polonia fue escenario de dos levantamientos durante la Segunda Guerra Mundial. En 1943, fue l’insurrección del gueto de Varsovia, y un año después el Levantamiento de Varsovia.

El Presidente del Comité Episcopal para el Diálogo con el Judaísmo añadió que el levantamiento del gueto de Varsovia fue un intento heroico de desbaratar “el plan demoníaco de exterminar a todo el pueblo judío”. “Los ocupantes alemanes habían comenzado a asesinar a los habitantes del gueto de Varsovia dos días antes de la fiesta judía más importante, la Pascua, y el fin del exterminio de los judíos en la capital se simbolizó con la destrucción de la Gran Sinagoga de la calle Tłomackie”, subrayó.

El obispo Markowski dijo que los insurgentes del gueto de Varsovia demostraron heroísmo, una gran voluntad de vivir y fortaleza de espíritu. “Son un símbolo de la lucha por la libertad. Así lo expresa de forma conmovedora uno de los lemas del levantamiento: ‘Si sobrevivimos, entonces sólo como pueblo libre; y, si esto es imposible, entonces como pueblo libre moriremos. Venceremos a la muerte en la batalla.’ Hoy recordamos a nuestros hermanos y hermanas que murieron en el gueto en circunstancias espantosas. Recordamos a todas las personas deportadas a los campos de exterminio, a las cámaras de gas de Treblinka, de Majdanek y en otros lugares”, escribió.

También evocó los hermosos narcisos –símbolo del recuerdo de aquellos trágicos acontecimientos y de las heroicas personas que perdieron la vida en defensa de su dignidad y libertad– que florecen cerca del Muro, en el monumento de la Umschlagplatz, en la calle Stawki de Varsovia. “Quisiera dar las gracias a todos los que se han unido a la campaña ‘Narcisos’ para conmemorar a los héroes del Levantamiento del gueto de Varsovia. De este modo, también destacamos la importancia de la comunidad y la solidaridad, de la necesidad de dialogar más allá de las diferencias, como dice el lema que acompaña a esta acción: ‘Nos une la memoria’”.

El Presidente del Comité Episcopal para el Diálogo con el Judaísmo recordó también las palabras de San Juan Pablo II que, hablando en marzo de 2000 en el Centro Yad Vashem de Jerusalén, dijo: “La Iglesia rechaza cualquier forma de racismo como una negación de la imagen del Creador inherente a todo ser humano”. “Por otra parte, en Varsovia, el Papa polaco recordó el vínculo de la historia de nuestra Patria, creada por cada uno de sus hijos e hijas en los últimos mil años. Subrayó: ‘Todo esto: también la historia de los pueblos que han vivido con nosotros y entre nosotros, como aquellos que a cientos de miles han muerto entre los muros del gueto de Varsovia (…). Todo esto lo abrazo con el recuerdo y con el corazón en esta Eucaristía y lo incluyo en este único santísimo Sacrificio de Cristo, en la plaza de la Victoria’”, añadió el obispo Markowski.

Oficina de Prensa de la Conferencia Episcopal Polaca

Sigue el texto completo del mensaje:

Mensaje del Presidente del Comité para el Diálogo con el Judaísmo de la Conferencia Episcopal Polaca con motivo del 78º aniversario del Levantamiento del gueto de Varsovia 

La capital de Polonia fue el escenario de dos levantamientos durante la Segunda Guerra Mundial. En 1943, fue l’insurrección del gueto de Varsovia, y en el 1944 el Levantamiento de Varsovia.

El 19 de abril conmemoramos el trágico aniversario del estallido del Levantamiento del gueto de Varsovia. Fue un intento heroico de desbaratar el plan demoníaco de exterminar a todo el pueblo judío. Los ocupantes alemanes habían comenzado a asesinar a los habitantes del gueto de Varsovia dos días antes de la fiesta judía más importante, la Pascua, y el fin del exterminio de los judíos en la capital se simbolizó con la destrucción de la Gran Sinagoga de la calle Tłomackie.

Setenta y ocho años después del estallido del Levantamiento del gueto de Varsovia, queremos recordar a los heroicos insurgentes que demostraron una gran voluntad de vivir y fortaleza. Son un símbolo de la lucha por la libertad. Así lo expresa de forma conmovedora uno de los lemas del levantamiento: “Si sobrevivimos, entonces sólo como pueblo libre; y, si esto es imposible, entonces como pueblo libre moriremos. Venceremos a la muerte en la batalla”.

Hoy recordamos a nuestros hermanos y hermanas que murieron en el gueto en circunstancias espantosas. Recordamos a todas las personas deportadas a los campos de exterminio, a las cámaras de gas de Treblinka, de Majdanek y en otros lugares.

Cerca del muro, frente el monumento de la Umschlagplatz en la calle Stawki, florecen hermosos narcisos: son el símbolo de nuestro recuerdo de aquellos trágicos acontecimientos y de las personas heroicas que perdieron la vida en defensa de su dignidad y libertad. Quisiera dar las gracias a todos los que se han unido a la campaña ‘Narcisos’ para conmemorar a los héroes del Levantamiento del gueto de Varsovia. De este modo, también destacamos la importancia de la comunidad y la solidaridad, de la necesidad de dialogar más allá de las diferencias, como dice el lema que acompaña a esta acción: ‘Nos une la memoria’.

El aniversario del Levantamiento del gueto de Varsovia es un llamamiento al amor al prójimo, al respeto y al reconocimiento de la dignidad de todo ser humano. Hay que recordar inequívocamente que, a la luz del Evangelio, cualquier manifestación de odio y agresión, incluido el antisemitismo, es un pecado. San Juan Pablo II dijo en Jerusalén “La Iglesia rechaza cualquier forma de racismo como una negación de la imagen del Creador inherente a todo ser humano” (Discurso en Yad Vashem, 23 de marzo 2000). Por otra parte, en Varsovia, el Papa polaco recordó el vínculo de la historia de nuestra Patria, creada por cada uno de sus hijos e hijas en los últimos mil años. Subrayó: “Todo esto: también la historia de los pueblos que han vivido con nosotros y entre nosotros, como aquellos que a cientos de miles han muerto entre los muros del gueto de Varsovia… Todo esto lo abrazo con el recuerdo y con el corazón en esta Eucaristía y lo incluyo en este único santísimo Sacrificio de Cristo, en la plaza de la Victoria” (Homilía en la Plaza de la Victoria, Varsovia, 2 de junio de 1979).

En el 78º aniversario del estallido del Levantamiento del gueto de Varsovia, abrazamos con nuestros pensamientos, corazones y oraciones a los heroicos insurgentes y a la población civil del gueto.

Monseñor Rafał Markowski
Presidente del Comité para el Diálogo con el Judaísmo de la Conferencia Episcopal Polaca
Obispo auxiliar de la archidiócesis de Varsovia

Varsovia, 19 de abril de 2021

(Traducción del polaco de P. Nau / Oficina de Comunicaciones Exteriores de la Conferencia Episcopal Polaca)

NO COMMENTS