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Mi appello a tutte le persone di buona volontà affinché non venga distrutto il bene comune, e di ciò indubbiamente è parte l’eredità di Giovanni Paolo II. I Polacchi dovrebbero ricordare quale benedizione la Provvidenza ci ha donato attraverso questo Papa – ha scritto l’Arcivescovo Stanisław Gądecki, Presidente della Conferenza Episcopale Polacca (KEP) nella dichiarazione a seguito di pubblicazioni riguardanti il Card. Karol Wojtyła, Metropolita di Cracovia.

Il Presidente dalla KEP ha sottolineato che S. Giovanni Paolo II è uno dei Papi più eminenti e dei più grandi Polacchi. “Il Papa Polacco è stato e rimane un punto di riferimento morale, un maestro della fede e anche un intercessore in cielo” per milioni di Polacchi – ha sottolineato. “In quest’ottica, sono scioccanti i tentativi di screditare la sua persona e la sua opera, intentati con il pretesto di preoccuparsi della verità e del bene” – ha aggiunto.

Il Presidente dell’Episcopato ha sottolineato che “gli autori di queste voci denigratorie hanno fatto valutazioni su Karol Wojtyła in modo tendenzioso, spesso astorico, senza conoscere il contesto, accettando acriticamente come fonti affidabili i documenti creati dai Servizi di Sicurezza”. Ha aggiunto che “nel fare ciò, non hanno preso in considerazione i rapporti e gli studi esistenti che rivelano in modo affidabile le sue parole e le sue azioni”.

Mons. Gądecki ha sottolineato che a partire dalla decisione di Giovanni Paolo II, “la Chiesa ha fatto uno sforzo decisivo per creare strutture e sviluppare procedure trasparenti per garantire la sicurezza dei minori, per punire debitamente i colpevoli di reati sessuali e, soprattutto, per assistere coloro che sono stati feriti”.

Ha aggiunto che la difesa della santità e della grandezza di Giovanni Paolo II non significa affermare che non abbia potuto fare degli errori. “Essere Pastore della Chiesa nel periodo della divisione dell’Europa tra Ovest e blocco sovietico ha significato la necessità di confrontarsi con sfide difficili. Bisogna anche essere coscienti che in questo periodo erano in vigore, non solo in Polonia, leggi diverse da quelle di oggi, diversa era la consapevolezza sociale e le modalità abituali di risolvere i problemi” – ha richiamato.

“Mi appello pertanto a tutte le persone di buona volontà, affinché non venga distrutto il bene comune, e di ciò indubbiamente è parte l’eredità di Giovanni Paolo II. I Polacchi dovrebbero ricordare quale benedizione la Provvidenza ci ha donato attraverso questo Papa” – ha affermato il Presidente.

Ufficio Stampa della Conferenza Episcopale Polacca

Pubblichiamo il testo integrale della Dichiarazione:

 

DICHIARAZIONE

del PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE POLACCA

A SEGUITO DI PUBBLICAZIONI RIGUARDANTI

IL CARD. KAROL WOJTYŁA, METROPOLITA DI CRACOVIA

San Giovanni Paolo II è uno dei Papi più eminenti e dei più grandi polacchi. La sua predicazione pontificia, le visite apostoliche e gli sforzi diplomatici hanno contribuito alla crescita spirituale di milioni di persone in tutto il mondo. Per loro il Papa Polacco è stato e rimane un punto di riferimento morale, un maestro della fede e anche un intercessore in cielo.

In quest’ottica, sono scioccanti i tentativi di screditare la sua persona e la sua opera, intentati con il pretesto di preoccuparsi della verità e del bene. Gli autori di queste voci denigratorie hanno fatto valutazioni su Karol Wojtyła in modo tendenzioso, spesso astorico, senza conoscere il contesto, accettando acriticamente come fonti affidabili i documenti creati dai Servizi di Sicurezza. nel fare ciò, non hanno preso in considerazione i rapporti e gli studi esistenti che rivelano in modo affidabile le sue parole e le sue azioni. I membri del Consiglio Permanente della KEP già una volta hanno sottolineato (il 18 novembre 2022), che l’attacco mediatico a Karol Wojtyła e successivamente al Papa Polacco e al suo Pontificato ha cause più profonde.

Desidero in questa circostanza esprimere il mio cordiale ringraziamento a tutti coloro che nell’ultimo periodo hanno difeso l’eredità e la persona di S. Giovanni Polo II, il quale, tra l’altro, ha contribuito alla liberazione della Polonia e di altri Paesi dal comunismo sovietico.

Fu proprio a partire dalla decisione di Giovanni Paolo II che la Chiesa ha fatto uno sforzo decisivo per creare strutture e sviluppare procedure trasparenti per garantire la sicurezza dei minori, per punire debitamente i colpevoli di reati sessuali e, soprattutto, per assistere coloro che sono stati feriti. Pubblicando il Documento Sacramentorum sanctitatis tutela per tutta la Chiesa, che riconosce il reato nell’ambito sessuale recato a un bambino come uno dei reati più gravi, Giovanni Paolo II ha obbligato tutti gli episcopati del mondo a introdurre norme dettagliate per trattare questi casi. Si trattava di una decisione assolutamente inedita e innovativa.

La difesa della santità e della grandezza di Giovanni Paolo II non significa, naturalmente, affermare che non abbia potuto commettere errori. Essere Pastore della Chiesa nel periodo della divisione dell’Europa tra Ovest e blocco sovietico ha significato la necessità di confrontarsi con sfide difficili. Bisogna anche essere coscienti che in questo periodo erano in vigore, non solo in Polonia, leggi diverse da quelle di oggi, diversa era la consapevolezza sociale e le modalità abituali di risolvere i problemi.

Mi appello pertanto a tutte le persone di buona volontà, affinché non venga distrutto il bene comune, e di ciò indubbiamente è parte l’eredità di Giovanni Paolo II. I Polacchi dovrebbero ricordare quale benedizione la Provvidenza ci ha donato attraverso questo Papa

Varsavia, 9 marzo 2023

Mons. Stanisław Gądecki
Metropolita di Poznań
Presidente della Conferenza Episcopale Polacca

(Tradotto dal polacco da M. Olmo / Ufficio per le Comunicazioni Estere della Conferenza Episcopale Polacca)