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La vocazione missionaria vissuta da alcune persone nella Chiesa è un tipo speciale di vocazione che consente alla Chiesa di inviare il dono del Vangelo fino ai proverbiali confini della terra – ha affermato il vescovo Jan Piotrowski, Presidente della Commissione per le Missioni dell’Episcopato Polacco, in occasione della Giornata di Preghiera e Aiuto alle Missioni che si celebra il 6 gennaio con il motto “Dal Cenacolo ai confini del mondo”.

In questa giornata, i fedeli si uniscono nella comune preghiera per i 1.800 missionari polacchi, tra i quali vi sono persone consacrate, suore e religiosi, sacerdoti diocesani, chiamati fideidonumche prestano il loro servizio in 99 paesi del mondo. “Sono un dono della fede cresciuto dalla terra della Chiesa Polacca, nelle diocesi, negli ordini religiosi, ma soprattutto nelle famiglie polacche” – hadichiarato Mons. Piotrowski.

Con riferimento alle parole di S. Giovanni Paolo II, il quale affermava che “in forza del sacramento del battesimo, tutti siamo missionari”, Mons.Piotrowski ha sottolineato, che “la vocazione missionaria si realizza in vari modi – attraverso la preghiera, la sofferenza, la fatica. Questa è la realtà in cui viviamo ogni giorno, quando siamo nelle nostre chiese, quando preghiamo il rosario, quando offriamo le nostre malattie e sofferenze per la missione, unendole alla sofferenza di Gesù Cristo”.

Il Presidente della Commissione per le Missioni ha augurato che la festa dei Re Magi sia un’occasione per avviarsi nel cammino della fede “perché il missionario è un uomo in cammino e per questo preghiamo”.

Ufficio Stampa della Conferenza Episcopale Polacca

(Tradotto dal polacco da M. Olmo / Ufficio per le Comunicazioni Estere della Conferenza Episcopale Polacca)

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