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Le consultazioni sinodali hanno evidenziato il desiderio di migliorare il funzionamento della Chiesa, non di cambiare dottrina o struttura. La necessità del cambiamento non riguarda solo l’istituzione della Chiesa. La conversione personale sia dei laici che del clero è di fondamentale importanza in questo processo – emerge dalla sintesi nazionale del Sinodo sulla sinodalità, presentata durante una conferenza stampa a Jasna Góra il 24 agosto scorso.

Alle consultazioni sinodali a vari livelli hanno partecipato principalmente i fedeli coinvolti nella vita della parrocchia, i membri delle comunità, ma anche le persone praticanti che in precedenza non erano state coinvolte direttamente nelle loro parrocchie. Le riunioni sinodali sono state organizzate – a seconda delle diocesi – tra il 30 e il 65 per cento delle parrocchie. Oltre 6.800 sono stati i coordinatori locali nelle parrocchie. Più frequentemente, il Sinodo nelle parrocchie, è stato coordinato dai sacerdoti. Oltre 100.000 persone hanno partecipato alle consultazioni sinodali.

Le consultazioni sinodali hanno offerto l’opportunità di esprimere “preoccupazioni critiche”. La sintesi nazionale ha mostrato che i fedeli si sono concentrati principalmente sull’articolazione di ciò che li ferisce nella comunità della Chiesa. Molte delle affermazioni riguardavano “la debolezza della Chiesa”. È stato sottolineato il clericalismo radicato, di cui non sono responsabili solo i sacerdoti, ma anche quei laici che rafforzano tali atteggiamenti tra i sacerdoti. È stato posto l’accento sul fatto che nelle parrocchie la voce delle donne e dei giovani è troppo poco ascoltata. Si è rilevato il linguaggio ermetico, distaccato dalla realtà, il basso livello delle omelie predicate, nonché la necessità di pregare per i sacerdoti e di sostenerli nel loro lavoro. Le richieste avanzate rivelano la nostalgia della comunità e di buoni pastori che sappiano accompagnare i fedeli nel cammino della loro fede.

Durante le consultazioni e nelle sintesi diocesane, la questione della missione della Chiesa appare relativamente di rado. La ragione di questo stato di cose – come mostra la sintesi nazionale – non è la mancanza di volontà e di motivazione, ma la natura stessa dell’evangelizzazione, che si realizza attraverso i legami e le relazioni che mancano nelle comunità parrocchiali.

La sintesi sinodale nazionale mostra che il Sinodo ha riaffermato il rispetto dell’autorità gerarchica nella Chiesa. È stato sottolineato che le decisioni nella Chiesa dovrebbero essere prese da coloro che sono chiamati a farlo. Dovrebbero assumersene anche la responsabilità. Tuttavia, è stato sottolineato che il potere non è solo una responsabilità, ma soprattutto un servizio. Questo vale a tutti i livelli della gerarchia: vescovi, pastori, vicari, diaconi. C’è quindi il desiderio di organizzare meglio la mutua cooperazione tra laici e sacerdoti – sottolinea la sintesi.

Dalla sintesi nazionale si rileva che il Sinodo ha sottolineato la necessità di migliorare il funzionamento della Chiesa, non di cambiare dottrina o struttura. La necessità del cambiamento non riguarda solo l’istituzione della Chiesa. La chiave di questo processo è la conversione personale sia dei laici che del clero. Le consultazioni sinodali hanno indicato la necessità di imparare a camminare insieme per costruire la comunità della Chiesa.

Istituto di Statistica della Chiesa Cattolica (ISKK) / Ufficio Stampa della Conferenza Episcopale Polacca

(Tradotto dal polacco da M. Olmo / Ufficio per le Comunicazioni Estere della Conferenza Episcopale Polacca)