Tutti hanno il diritto di attendersi un atteggiamento inequivocabile da parte dei superiori della Chiesa di fronte al dramma degli abusi sessuali e delle ferite di coloro che sono stati danneggiati in questo modo nell’infanzia. Purtroppo, le parole del vescovo Antoni Długosz pronunciate pubblicamente a Jasna Góra l’11 agosto scorso differiscono da questo atteggiamento, approfondiscono la sofferenza delle persone ferite dagli abusi sessuali, e sono inoltre dannose per le iniziative intraprese dalla Chiesa in Polonia. Questa dichiarazione esige scuse pubbliche.

Pertanto, l’Arcivescovo Wojciech Polak, in qualità di Delegato per la Tutela dei Minori della Conferenza Episcopale Polacca, ha indirizzato una lettera al vescovo Długosz, nella quale ha ricordato la risposta inequivocabile della Chiesa al dramma degli abusi sessuali sui minori da parte di alcuni ecclesiastici. Lo stabiliscono le dichiarazioni, i documenti e le decisioni degli ultimi Papi, cui seguono anche le attività intraprese dalla Chiesa in Polonia.

Le parole del vescovo Długosz hanno creato confusione tra i fedeli della Chiesa e l’opinione pubblica. Minano la fiducia nelle attività svolte dalla Santa Sede e nelle decisioni prese dal Santo Padre. Suggeriscono che i vescovi nascondano alla giustizia di stato informazioni attendibili su possibili reati sessuali contro minori commessi dal clero. Introducono anche una giustapposizione erronea di misericordia e giustizia. Invece, il reato di abuso sessuale di un bambino richiede un processo equo e una giusta punizione, ma la verità sulla misericordia verso i più grandi peccatori, insegnata dalla Chiesa, non esime dalla responsabilità per atti punibili. Pertanto, la collaborazione della Chiesa con le forze dell’ordine statali è un elemento necessario per combattere efficacemente questi terribili crimini commessi contro le persone più vulnerabili.

Don Piotr Studnicki
Direttore dell’Ufficio del Delegato per la Tutela dei Minori della Conferenza Episcopale Polacca.
(Tradotto dal polacco da M. Olmo / Ufficio per le Comunicazioni Estere della Conferenza Episcopale Polacca)