Il cuore della Chiesa sinodale non può che essere un rapporto personale con Dio. Solo quando abbiamo un’esperienza personale di Dio Padre possiamo essere fratelli e sorelle in Cristo gli uni per gli altri, andando nel mondo con il Vangelo e mostrando la ricchezza della fede – ha affermato l’Arcivescovo Stanisław Gądecki, Presidente della Conferenza Episcopale Polacca, nella riflessione durante l’Appello di Jasna Góra, alla vigilia della solennità della Beata Vergine Maria Regina della Polonia.

Il Presidente dell’Episcopato ha sottolineato che la protezione materna di Maria è particolarmente necessaria durante il Sinodo sulla sinodalità. „Viviamo sotto la forte pressione della cultura della provvisorietà. Tutto è solo per un certo tempo: il matrimonio, la vita religiosa, il sacerdozio. Questo crea un senso di incertezza per il domani, crea sfiducia nel prossimo” – ha affermato.

Mons. Gądecki ha osservato che „sono molti mesi che ascoltiamo l’invito di Papa Francesco e ci ascoltiamo a vicenda, e sembra che siamo riusciti a riunire a Praga tutto ciò che ferisce le persone, ciò che desiderano dalla Chiesa e ciò che vogliono cambiare in essa. Si è scoperto, tuttavia, che spesso in tutto ciò manca il sensus fidei, cioè il senso della fede. Che i cattolici non conoscono l’insegnamento della Chiesa”.

Il Presidente della Conferenza Episcopale Polaccca ha sottolineato che essere una Chiesa missionaria significa „vedere le ferite esistenziali delle persone, dell’umanità e della creazione di Dio e lavorare per la loro risoluzione”. Ha aggiunto che „la Chiesa sinodale, con l’aiuto di Maria, può aiutarci a curare e guarire queste ferite. Può aiutarci a riconciliarci con noi stessi, con il prossimo, con il creato e con Dio”.

Ufficio Stampa della Conferenza Episcopale Polacca

Pubblichiamo il testo integrale dell’Appello:

 

Grande Madre dell’Uomo Dio, Regina della Polonia,

Nell’ora dell’appello, ci presentiamo davanti alla Tua meravigliosa immagine per affidarTi la nostra Patria, tutta la Chiesa in Polonia, tutti i polacchi in Patria e all’estero.

„La tua immagine è come uno specchio

Radioso, anche se nel nascondimento;

Quando la luce di Dio si è posata su di Te,

A noi l’hai inviata come riflessa”.

Nell’ora dell’appello, ti chiediamo, o Maria, come mai Tu, ragazza umile e semplice di Nazaret, sei diventata la Regina del mondo e anche la Regina della nostra Patria?

La risposta è molto semplice. La Tua dignità regale è nata dalla Tua divina maternità. Sei diventata Regina perché hai dato alla luce il Figlio che è il Re dell’universo. Lo hai portato nel Tuo grembo, lo hai partorito, hai curato la Sua educazione, lo hai accompagnato nel suo ministero pubblico fino alla croce, e poi dal Cenacolo fino alla Pentecoste.

Ma Ti chiamiamo Regina della Polonia non solo per la Tua divina maternità. Tu sei Regina anche perché, unita come nuova Eva al nuovo Adamo, hai collaborato all’opera di redenzione degli uomini. Assunta in corpo e anima alla gloria del cielo, sei stata „esaltata dal Signore come Regina di tutte le cose, per essere più simile a Tuo Figlio, Signore dei signori (cfr. Apocalisse 19,16) e vincitore del peccato e della morte” (Lumen Gentium, 59).

Per comprendere adeguatamente la verità sul Tuo Regno, bisogna fare riferimento alla logica del Regno di Dio, che è diversa dalla logica dei regni di questo mondo. Cristo ha ricevuto l’esaltazione regale perché si è umiliato ed è diventato il Servo della salvezza. Tu, Maria, sei diventata e sei Regina, perché sei la Serva del Signore.

E d’allora in poi Ti preoccupi del bene dell’intero genere umano. Ti prendi cura di ciascuno di noi; circondi tutto il popolo di Dio della Tua cura materna. Papa Francesco ci ha ricordato alcuni aspetti di questa cura con immagini semplici, cioè: La mamma aiuta i bambini a crescere e vuole che crescano, per questo li educa a non cedere alla pigrizia, a non fermarsi a una vita comoda, accontentandosi solo di possedere cose. Si prende cura dei bambini perchè si sviluppino, crescano spiritualmente forti, perchè siano in grado di assumersi le responsabilità, di impegnarsi nella vita e tendano a grandi ideali.

La mamma insegna ai suoi figli anche ad affrontare le difficoltà della vita. Non c’è vita senza sfide. Dopotutto, non si educa evitando i problemi, come se la vita fosse un’autostrada senza ostacoli. Aiuta i bambini a guardare i problemi della vita in modo realistico. Aiuta ad affrontarli con coraggio senza cedere alla debolezza. Aiuta a mantenere un sano equilibrio tra sicurezza e rischio. Non sempre conduce il bambino su una strada sicura, perché così non crescerebbe mai, ma non lo lascia neanche solo su una strada pericolosa. Riesce a bilanciare tutto.

La madre non solo accompagna i figli, ma aiuta a prendere le decisioni definitive in libertà. Che cosa significa? Questo non significa fare tutto ciò che si vuole fare, cedere alle passioni, passare da un’esperienza all’altra senza discernimento o seguire le mode del tempo. No, questa non è libertà! La libertà ci è data perché possiamo fare buone scelte nella vita! Maria da buona madre ci educa ad essere capaci di fare scelte definitive in questo momento in cui regna la cultura del provvisorio (cf. Papa Francesco, Maria si prende cura di noi come una buona madre. Rosario nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore – 4.05.2013).

Questa protezione materna di Maria ci è particolarmente necessaria durante il Sinodo sulla sinodalità. Viviamo sotto la forte pressione della cultura della provvisorietà. Tutto è solo per un certo tempo: il matrimonio, la vita religiosa, il sacerdozio. Questo crea un senso di incertezza per il domani, crea sfiducia nel prossimo.

Sono molti mesi che ascoltiamo l’invito di Papa Francesco e ci ascoltiamo a vicenda, e sembra che siamo riusciti a riunire a Praga tutto ciò che ferisce le persone, ciò che desiderano dalla Chiesa e ciò che vogliono cambiare in essa. Si è scoperto, tuttavia, che spesso in tutto ciò manca il sensus fidei, cioè il senso della fede. Che i cattolici non conoscono l’insegnamento della Chiesa. Guardando i risultati delle consultazioni, ho l’impressione – ha detto l’arcivescovo di Praga, Jan Graubner – che molte persone si limitino ad esprimere la propria opinione, ma non ascoltino molto la voce dello Spirito Santo. Se non ascoltiamo attentamente lo Spirito Santo, cioè la nostra Guida, cesseremo di essere pellegrini nel nostro cammino verso la casa del Padre e diventeremo vagabondi, senzatetto. Analogamente si è espresso il cardinale Anders Arborelius, Arcivescovo di Stoccolma, che ha respinto fermamente – come non biblica – l’opinione che le decisioni della maggioranza si identifichino con la voce dello Spirito Santo.

Diverse voci e proposte sono emerse a seguito della consultazione sinodale europea a Praga. Durante questo incontro, alcuni hanno chiesto l’inclusione, cioè l’inclusione di persone omosessuali, LGBT+, l’ordinazione di uomini sposati, l’ordinazione sacerdotale per le donne, la partecipazione alla Santa Comunione di divorziati risposati.

Pertanto, terminando il suo ministero, il card. Marc Ouellet, Prefetto del Dicastero per i Vescovi, ci ha messo in guardia contro lo scisma nella Chiesa, in connessione con le emergenti richieste di riforme „contrarie alla continuità della fede della Chiesa, alla Parola di Dio, alla tradizione della Chiesa”. Ha sottolineato che il futuro della Chiesa, così come dell’umanità, non è costruito sulle divisioni. Ha espresso la speranza che ci sia ancora molto spazio per il dialogo nella Chiesa e che possiamo arrivare a riforme che siano rispondenti al nostro tempo.

Inoltre, a partire dal Concilio Vaticano II, la Chiesa ha già previsto strutture sinodali a tutti i livelli, come i Consigli sacerdotali e pastorali. È necessario rafforzare queste strutture, perché non ovunque nella Chiesa universale esistono in misura sufficiente. Questo non deve essere confuso con la democrazia. C’è un’enorme differenza tra la convinzione che siano necessarie strutture di ascolto funzionanti e la posizione secondo cui i vescovi devono essere vincolati dai risultati dei voti: „La Chiesa è gerarchica, non democratica”.

Il cuore della Chiesa sinodale non può che essere un rapporto personale con Dio. Solo quando abbiamo l’esperienza personale di Dio Padre possiamo essere fratelli e sorelle in Cristo gli uni per gli altri, andando nel mondo con il Vangelo e mostrando la ricchezza della fede. Coltivare questa relazione richiede un impegno sulla via della conversione. Crediamo che il fondamento di tutte le nostre azioni, desideri e proposte debba essere la conversione personale e comunitaria e l’unione con Cristo.

Essere una chiesa missionaria significa vedere le ferite esistenziali delle persone, dell’umanità e della creazione di Dio e lavorare per risolverle. La Chiesa sinodale, con l’aiuto di Maria, può aiutarci a curare e guarire queste ferite. Può aiutarci a riconciliarci con noi stessi, con il prossimo, con il creato e con Dio.

CONCLUSIONE

Così, Maria, nostra Madre e Regina, nelle Tue mani poniamo con grande fiducia le sorti del Sinodo sulla Sinodalità:

„Salve, concepita senza macchia,

In cui ha dimorato il Verbo eterno,

Salve, o Santa Maria,

Salve, o Regina!… ”

(Teofil Lenartowicz, Salve Regina)

(Tradotto dal polacco da M. Olmo / Ufficio per le Comunicazioni Estere della Conferenza Episcopale Polacca)