L’atteggiamento del Card. Wyszyński è stato davvero eroico nei confronti di coloro che lo hanno imprigionato o che gli hanno causato altre sofferenze – ha affermato l’Arcivescovo Stanisław Gądecki a Varsavia oggi (23 giugno 2021). Il Presidente dell’Episcopato è intervenuto durante il Simposio „Il Cardinale Stefan Wyszyński e Madre Elżbieta Róża Czacka – insegnanti e testimoni dell’amore di Dio, del prossimo e della Patria”. La beatificazione di queste grandi figure della Chiesa in Polonia avrà luogo il 12 settembre a Varsavia.

Nel suo intervento, l’Arcivescovo Gądecki ha sottolineato la capacità di perdonare i nemici del Card. Wyszyński. Ha ricordato, tra l’altro, la sua reazione alla morte di Bolesław Bierut, che ha emesso il mandato del suo arresto. Il Primate ha annotato: “Desidero pregare la misericordia di Dio per l’uomo che mi ha fatto del male, domani celebrerò la Santa Messa per il defunto. Già da ora perdono a chi è colpevole nei miei confronti, confidando che il Dio giusto troverà in questa vita azioni più luminose che otterranno la misericordia di Dio”.

Il Metropolita di Poznań ha ricordato che il Primate aveva due fogli nel suo breviario: uno conteneva i nomi di tutti i sacerdoti che avevano abbandonato il sacerdozio e per i quali pregava ogni giorno, e l’altro aveva il nome di Bolesław Bierut. „Prego per lui ogni giorno, perché era un uomo che ha fatto scelte sbagliate nella sua vita, ma in realtà non era un uomo cattivo” – ha affermato l’Arcivescovo Gądecki, citando una nota del Cardinale Wyszyński,.

Il Presidente della Conferenza Episcopale Polacca ha anche osservato che, nelle intenzioni delle Sante Messe celebrate dal Primate includeva la preghiera per le persone che feriscono la nazione.

„La vita del Primate in epoca stalinista e di Gomułka, in particolare la sua prigionia, ricorda gli atteggiamenti dei martiri dei primi secoli della Chiesa” – ha sottolineato l’Arcivescovo Gądecki, aggiungendo che tale atteggiamento è stato confermato dalle note redatte continuamente dal Cardinale.

Il Presidente della Conferenza Episcopale Polacca ha indicato che sebbene il primate non fosse un politico o un diplomatico e non ha mai ricercato il potere, era ampiamente considerato uno statista eccezionale, non solo dai cattolici, ma anche dai polacchi in generale. Durante il periodo comunista – ha ricordato l’Arcivescovo Gądecki – il Primate era considerato l’unica autorità pubblica e colui che esprimeva pubblicamente la volontà della società.

„È stato lui a rafforzare la libertà interiore dei suoi connazionali, il senso di dignità, ha irrobustito la fede, l’identità nazionale e ha mostrato come costruire la vita sociale” – ha dichiarato il Presidente della KEP (Conferenza Episcopale Polacca). – E quando è scoppiata ‘Solidarnosc’, ha mitigato le tensioni, temendo che fosse versato il sangue del fratello, e ha mediato tra sindacalisti e autorità – ha ricordato.

L’Arcivescovo Gądecki ha sottolineato che il Primate Wyszyński ha guidato la Chiesa e la nazione attraverso uno dei momenti più difficili della sua storia. “È morto quando i polacchi, sostenuti spiritualmente dal Papa polacco, potevano già affermare di vivere nella verità e nella libertà” – ha affermato il Presidente della Conferenza Episcopale Polacca.

Il Simposio „Il cardinale Stefan Wyszyński e Madre Elżbieta Róża Czacka – insegnanti e testimoni dell’amore di Dio, del prossimo e della Patria” si svolge presso il Palazzo Arcivescovile di Varsavia. All’incontro partecipano storici, collaboratori del Cardinal Wyszyński, Suore della Congregazione fondata da Madre Czacka e giornalisti.

L’evento è co-organizzato dall’Agenzia di Informazione Cattolica. Il patrocinio onorario della sessione è stato assunto dal Presidente della Repubblica di Polonia, Andrzej Duda.

Agenzia di Informazione Cattolica (KAI)

(Tradotto dal polacco da M. Olmo / Ufficio per le Comunicazioni Estere della Conferenza Episcopale Polacca)