Cardinal Marc Ouellet
Prefetto della Congregazione per i Vescovi

Omelia della S. Messa della FESTA DELL’ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE
Plenaria della CCEE, Poznań, 14 settembre 2018

   “Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo. Alleluia!”

   Cari amici,

   La festa della Santa Croce che celebriamo alla metà di settembre, ci riporta direttamente alla solennità del mistero pasquale di Cristo e in particolare al Venerdì Santo, quando cantiamo l’antifona: “Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo!”.

   Il mistero della Santa Croce ci colma di timore reverenziale, di stupore e ci costringe in qualche modo al silenzio e all’adorazione. La nostra adorazione del mistero è diretta non soltanto a Dio, che trascende tutti i nostri concetti, ma al Suo modo di salvare il mondo: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna (Gv 3, 16)”.

   Dio Padre ha dato il Suo unico Figlio, Egli l’ha cioè consegnato nelle nostre mani omicide, che l’hanno inchiodato a una croce per odio e accecamento.

   E il Figlio del Padre, non ha voluto rivendicare il Suo diritto ad essere trattato al pari di Dio, se n’è spogliato ed ha rivelato la sua filiazione divina con l’assunzione della Sua missione, con la Sua obbedienza amorevole “fino alla morte e a una morte di croce (Fil 2,8). Per questo Dio l’ha esaltato sopra ogni cosa e gli ha dato il Nome che è al di sopra di ogni nome, il Nome divino di Signore: “Gesù Cristo è Signore! (Fil. 2, 11)”, a gloria di Dio Padre.

   Cari amici, questo mistero della Santa Croce è la vittoria dell’Amore del Padre e del Figlio, manifestata nella Sua risurrezione dai morti. Questa vittoria è anche la nostra, grazie alla fede che già ci rende partecipi, a partire da questa vita presente, della vita eterna.

   Ma come credere oggi al mistero della Croce, dopo Auschwitz e i Gulag, e come trasmettere questa fede ai nostri contemporanei? Chi può rendere la nostra fede attraente, contagiosa, piena di significato per la vita presente e futura? I Santi sono i nostri modelli e le nostre guide: san Massimiliano Maria Kolbe ha dato una risposta all’inferno di Auschwitz; la Chiesa come mistero di comunione è una risorsa importante per mostrare la fecondità della Croce, anche se è spesso denigrata e incompresa; noi disponiamo anche delle Sacre Scritture e di un corpus di dottrine certe, elaborate nel corso dei secoli; tutto questo non basta tuttavia per credere al mistero della Croce se non c’è l’epiclesi, l’effusione dello Spirito Santo sulle anime in cerca della verità.

   Lo Spirito Santo illumina le anime sconvolte dallo scandalo del male e dà loro, con la luce della fede, uno sguardo penetrante per vedere la gloria di Dio nella Croce di Gesù Cristo. Il dono della fede è infatti il frutto della risurrezione del Signore. E la risurrezione è l’opera dello stesso Spirito come Terza Persona divina, che conferma l’identità di Cristo esaltandolo alla destra del Padre nei cieli.

   È ancora lo Spirito a confermare la fede del nostro battesimo e a renderci capaci di testimoniare che il Cristo è vivente e che la Sua vita si prolunga in noi che siamo le membra del suo Corpo.

   San Paolo insegna che è solo nello Spirito Santo che noi possiamo dire “Gesù è Signore!”. Senza di Lui siamo ciechi alla luce della fede, ma nella Sua luce noi vediamo la luce e diventiamo luminosi, seguendo Cristo con l’amore, l’obbedienza, l’umiltà, lo spirito di servizio e la gioia. Sono queste virtù a rendere i cristiani e i pastori attraenti, persuasivi, inconfutabili, anche se per questo devono dare la vita come tanti martiri.

   I martiri contemporanei ci dimostrano che la fede è ancora viva, che la speranza non delude, che la Chiesa ha un ruolo da giocare sulla scena del mondo, per conservare la fiamma della speranza nel cuore dell’umanità, per impedire che i poveri siano dimenticati e per proteggere la casa comune minacciata dall’avidità e dalla negligenza umana.

   “Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo”

   Noi ti adoriamo, o Padre, e ti benediciamo perché ci hai amati al punto di abbandonare Tuo Figlio sulla Croce per la nostra salvezza; noi ti adoriamo, o Spirito Santo, e ti benediciamo, perché hai trasfigurato in Gloria eterna l’Amore più umile che mai sia apparso su questa terra. Noi ti adoriamo, o Santa Trinità, perché la Croce gloriosa è la Tua sovrana apparizione in mezzo a noi, il sigillo della Tua Alleanza con noi e la garanzia che la vita eterna è già nostra in forza dello Spirito Santo effuso nei nostri cuori.

   Fratelli e sorelle diletti, siamo umilmente orgogliosi di tenere ben in alto in cima alle nostre chiese, nelle nostre case, e sui nostri cuori il segno glorioso della salvezza! Non vergogniamoci e non temiamo di proclamarne silenziosamente o solennemente il potere di salvezza, ripetiamo alle nuove generazioni che solo questo segno d’amore umile e glorioso risponde alle tragedie della nostra epoca dimentica di Dio!

“Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo. Alleluia!”

+Cardinale Marc Ouellet
Prefetto


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