Oggi, di fronte alle difficoltà economiche di molte famiglie, attraverso le offerte raccolte, abbiamo la possibilità di sostenere e spesso ridare ai cuori dei giovani la speranza di un futuro migliore e della realizzazione delle loro aspirazioni educative per il bene della Chiesa e della nostra Patria – hannoaffermato i vescovi nella Lettera pastorale dell’Episcopato Polacco che indice la celebrazione della XXI giornata del Papa, in programma per il 10 ottobre prossimo.

I vescovi hanno ricordato che è ancora attuale l’appello ad evangelizzare di S. Giovanni Paolo II. „In questo contesto, è così importante insegnare religione a scuola, che oggi in molti casi è l’unica opportunità per offrire Cristo ai bambini e ai giovani. È un’occasione unica di nuova evangelizzazione o di pre-evangelizzazione per le persone che non sono battezzate o non hanno contatti con la Chiesa. Di fronte a tante voci negative, anche in ambito ecclesiale, ci preme sottolineare il valore dell’insegnamento della religione nelle scuole, che grazie a Giovanni Paolo II ha ritrovato il suo posto nelle istituzioni educative nel 1990″– silegge nella Lettera pastorale.

I vescovi hanno sottolineato che un segno speciale di speranza per molti giovani in Polonia è la Fondazione „Dzieło Nowe Tysiąclecia” (Opera del Nuovo Millennio). Hanno ricordato che ogni anno si prendono cura di quasi duemila alunni e studenti di talento provenienti da famiglie povere, da villaggi e piccole città di tutta la Polonia.

„Durante la raccolta nelle chiese e nei luoghi pubblici, potremo fornire supporto materiale per questo unico ‚monumento vivente’, costantemente costruito da tutti noi da 21 anni per gratitudine a S. Giovanni Paolo II” – hanno dichiarato i vescovi. „Oggi, di fronte alle difficoltà economiche di molte famiglie, attraverso le offerte raccolte, abbiamo la possibilità di sostenere e spesso ridare ai cuori dei giovani la speranza di un futuro migliore e della realizzazione delle loro aspirazioni educative per il bene della Chiesa e della nostra Patria. Il sostegno così fornito, anche di fronte alle difficoltà e alle carenze personali, sia espressione della nostra solidarietà e immaginazione di misericordia”– silegge nella Lettera pastorale dell’Episcopato.

Ufficio Stampa della Conferenza Episcopale Polacca

Pubblichiamo il testo integrale della Lettera:

NON ABBIATE PAURA!

Lettera pastorale dell’Episcopato Polacco che indice la celebrazione della
XXI Giornata del Papa

Sorelle e fratelli amati in Cristo Signore,

Dopo aver creato il mondo, Dio non lo abbandonò e non smise di prendersene cura. Essendo il miglior Padre, è costantemente interessato alla vita dei suoi figli. Vedendo la solitudine di Adamo in Paradiso, chiamò all’esistenza Eva. L’uomo e la donna da quel momento divennero un dono reciproco. Sottolineando l’indissolubilità del rapporto matrimoniale, Cristo gli ha conferito un carattere sacramentale. In questo modo, per grazia, viene in aiuto alle persone che vogliono costruire una comunità familiare duratura.

Tuttavia, l’osservazione di varie manifestazioni del male e l’esperienza della sofferenza sembrano contraddire la verità sulla cura costante di Dio per l’uomo e per il mondo. Oggi, nei cuori delle persone, invece di un atteggiamento di fiducia nel Creatore, spesso compaiono l’ansia, la paura e l’insicurezza. Vivendo, in comunione con Papa Francesco, la XXI Giornata del Papa, torniamo al messaggio di speranza ricordato all’inizio del suo pontificato da S. Giovanni Paolo II. Il Papa ha rivolto l’appello di Cristo Non abbiate paura! Prima di tutto al mondo, che in quel momento era drammaticamente diviso in due blocchi politico-militari. Questo messaggio era destinato anche alla Chiesa, che stava attraversando tempi difficili a causa di interpretazioni errate delle decisioni del Concilio Vaticano II.

Dall’inaugurazione del pontificato di S. Giovanni Paolo II, sono già passati quarantatré anni. Alcune delle fonti di ansia e preoccupazioni vissute dalle persone sono cambiate. Tuttavia, l’immutabile risposta ad esse è la Buona Novella di Cristo, il Redentore dell’uomo, che dà senso alla vita umana e porta la pace del cuore. Questa verità la scopriamo nella Parola di Dio, nelle cui pagine troviamo trecentosessantacinque volte l’invocazione Non abbiate paura!Come se ogni giorno Dio volesse assicurarci che è con noi.

I. Cristo, sorgente di speranza di fronte alla sofferenza e alla morte

Oggi assistiamo alla sofferenza delle persone in tutto il mondo a causa della pandemia di coronavirus. Molti malati hanno vissuto gli ultimi momenti della loro vita nel dolore e nell’abbandono. La sofferenza delle famiglie e degli amici che hanno perso i propri cari non può essere dimenticata. Oggi l’umanità è alle prese anche con molte altre tragedie. Fame, disastri naturali, perdita di alloggi, emigrazione forzata, tratta di esseri umani, dipendenze e solitudine aprono il catalogo della sofferenza e delle tragedie umane. Ognuno di loro non sembra più nemmeno chiedere, ma gridare: dov’è Dio?!

La risposta di Dio alla domanda sul significato della sofferenza è la persona di Gesù Cristo che, da innocente, ha preso volontariamente la croce dei nostri peccati, ha sofferto, è morto, ma il terzo giorno è risorto. Nella croce di Cristo – scriveS. Giovanni Paolo II agli ammalati –nonsolo si è compiuta la redenzione mediante la sofferenza, ma anche la stessa sofferenza umana è stata redenta(Salvifici doloris, 19). Da Gesù, infatti, attingiamo la speranza che si possa attraversare l’esperienza della sofferenza, soprattutto degli innocenti, perché dall’altro lato della nostra croce è inchiodato Lui. Solo un incontro personale con Gesù, vissuto nella comunità dei credenti, può darci pace nelle situazioni più difficili della vita. Ecco perché l’Eucaristia e l’adorazione del Santissimo Sacramento sono così importanti. Allora, cadendo in ginocchio, come Gesù nell’Orto del Getsemani, cerchiamo la forza di rialzarci e di prendere la nostra croce personale.

Non capiremo fino in fondo perché l’uomo soffre. Di fronte alla sofferenza, possiamo ribellarci oppure confidare in Dio, aprendoci alla forza spirituale per vivere un’esperienza difficile. Perché solo nella prospettiva della vita eterna e del mistero della risurrezione, che l’uomo moderno sembra aver dimenticato, la paura della malattia o della morte lascia il posto alla speranza vera e più profonda. In questo modo, la sofferenza cessa di oscurarci Dio, ma diventa segno della sua speciale presenza e chiamata a seguire Cristo.

Spetta a noi credenti trasmettere il messaggio di speranza che scaturisce dalla croce e dalla risurrezione di Cristo. In un mondo in cui il male sembra trionfare, dove la speranza appare talvolta soffocata –ha richiamato S. Giovanni Paolo II –fatevi”prossimo” gli uni per gli altri, come Cristo si è fatto „prossimo” per voi. Non distogliete lo sguardo; abbiate il coraggio dell’incontro, del gesto fraterno, come Simone di Cirene che sostenne Gesù nella salita al Calvario (Parigi, 22 agosto 1997). A volte basta essere presenti alla persona sofferente e parlarle. Un aiuto del vicinato nel fare la spesa, nell’occuparsi di pratiche d’ufficio o prestare un’auto per andare dal medico: ecco come nasce l’immaginazione della misericordiaalla quale S. Giovanni Paolo II ha fatto appello all’inizio del terzo millennio. Oggi assume varie forme di aiuto, che in senso lato vengono chiamate volontariato.

La Chiesa, come comunità di credenti, attraverso opere concrete di misericordia, andando ad aiutare il prossimo, diventa testimone di speranza e realizza l’appello di Cristo Non abbiate paura!Un fulgido esempio è la beata Madre Elżbieta Róża Czacka, fondatrice della Società per la Protezione dei Ciechi a Laski. Quando ha perso la vista all’età di 22 anni, non si è concentrata sulla sua sofferenza, ma ha iniziato a imparare a vivere come persona non vedente e si è dedicata ad altri ciechi, aiutandoli nell’anima e nel corpo. Insieme al Primate del Millennio – ilbeato Card. Stefan Wyszyński, legato al centro di Laski –hanno mostrato che in ogni circostanza si può scoprire la vicinanza di Dio.

II. Il futuro si costruisce sulle fondamenta del Vangelo

Al giorno d’oggi, anche le minacce globali come i conflitti armati, l’inquinamento ambientale, la demoralizzazione o l’uso inappropriato delle conquiste tecnologiche sono fonte di ansia e di paura. La reazione ad essi è a volte l’indifferenza, un atteggiamento di rassegnazione di fronte ai doveri della vita e la fuga nel mondo virtuale, e spesso anche nella violenza e nelle droghe. È particolarmente pericoloso nel caso dei giovani, che possono perdere l’atteggiamento proprio della loro età: fedeltà agli ideali, altruismo, apertura e fiducia.

Di fronte a una realtà così dinamicamente mutevole, la persona cerca un fondamento su cui basare la propria vita. S. Giovanni Paolo II indica qui chiaramente Gesù. „Non abbiate paura di aprire il vostro cuore a Cristo”, lasciate che Egli entri nella vostra vita, (…) persone, famiglie, popoli, affinché seguendo fedelmente Gesù Cristo incontrino il senso pieno della loro vita, si pongano al servizio dei loro simili, trasformino i rapporti familiari, lavorativi e sociali, il che andrà sempre più a beneficio della Patria e della società(L’Avana 21 gennaio 1998).Costruire il futuro in Cristo significa seguire i principi del Vangelo nelle decisioni quotidiane. Dobbiamo essere fedeli anche di fronte all’incomprensione o addirittura al rifiuto da parte di altre persone.

La Madonna è per noi il modello irraggiungibile di fiducia in Dio e di fedeltà alla Sua volontà. Hanno cercato in lei la speranza e hanno invocato la sua intercessione S. Giovanni Paolo II e il beato Card. Stefan Wyszyński. Hanno affidato la loro vita e il loro ministero alla Madre del Redentore in un momento drammatico per la Chiesa e la Patria. Grazie a ciò hanno conservato l’unità, nonostante i tentativi ostili di dividere la Chiesa. Maria ci ricorda di non perdere la speranza, anche quando tutto sembra cospirare contro di noi. Dio non ci scaccia mai dalle Sue mani e, se confidiamo in Lui, ci guiderà attraverso le esperienze più difficili.

III. Irragionevole timore di Dio

L’uomo, però, paradossalmente prova anche paura verso Dio, temendo che gli venga tolta la libertà imponendogli i comandamenti e le prescrizioni che il Vangelo porta con sé. Cristo non ha mai nascosto ai suoi ascoltatori di imporre loro richieste esigenti. Tuttavia, nel richiamo Non abbiate paura mostra che non sono al di là delle possibilità umane. Quando le si intraprende nello spirito di fede in Dio, si trova la forza per affrontarle. Inoltre, si scopre che è solo quando si vive il Vangelo che si è veramente liberi.

Ecco perché rimane attuale la chiamata all’evangelizzazione di S. Giovanni Paolo II: Non abbiate paura di offrire Cristo a chi ancora non lo conosce. Cristo è la risposta più completa a tutte le domande sull’uomo e sul suo destino. Perché senza Cristo l’uomo resta un mistero irrisolto. Abbiate dunque il coraggio di proporre Cristo! (Messaggio alla VI GMG). In questo contesto, è così importante insegnare la religione a scuola, che oggi in molti casi è l’unica opportunità per offrire Cristo ai bambini e ai giovani. È un’occasione unica di nuova evangelizzazione o di pre-evangelizzazione per le persone che non sono battezzate o non hanno contatti con la Chiesa. Di fronte a tante voci negative, anche in ambito ecclesiale, ci preme sottolineare il valore dell’insegnamento della religione nelle scuole, che grazie a Giovanni Paolo II ha ritrovato il suo posto nelle istituzioni educative nel 1990. Allo stesso tempo occorre realizzare una catechesi parrocchiale che integri le lezioni di religione della scuola, soprattutto nella dimensione mistagogica. Ne vale la pena per la gioventù.

IV. „Monumento Vivente” di S. Giovanni Paolo II

Un segno speciale di speranza per molti giovani della nostra Patria è la Fondazione „Dzieło Nowy Tysiąclecia” (Opera del nuovo millennio). Ogni anno si prende cura di quasi duemila alunni e studenti di talento provenienti da famiglie povere, da villaggi e piccole città di tutta la Polonia.La Fondazione ha avuto un impatto significativo sulla nostra crescita – riconosconoKinga e Przemek, laureati del programma e, soprattutto, sposi e genitori felici –ciha accompagnato fin dall’adolescenza e ci ha fornito non solo un ambiente spiritualmente ricco e il sostegno materiale, ma soprattutto brave persone. Oggi stiamo creando una famiglia che trasmetta alle prossime generazioni i valori che abbiamo appreso dalla Fondazione: fede, speranza e carità.

Domenica prossima, durante la raccolta nelle chiese e nei luoghi pubblici, potremo fornire supporto materiale per questo eccezionale ‚monumento vivente’, costantemente costruito da tutti noi da 21 anni per gratitudine a S. Giovanni Paolo II. Oggi, di fronte alle difficoltà economiche di molte famiglie, attraverso le offerte raccolte, abbiamo la possibilità di sostenere e spesso ridare ai cuori dei giovani la speranza di un futuro migliore e della realizzazione delle loro aspirazioni educative per il bene della Chiesa e della nostra Patria. Il sostegno così fornito, anche di fronte alle difficoltà e alle carenze personali, sia espressione della nostra solidarietà e immaginazione di misericordia.

Durante la fruttuosa esperienza della XXI Giornata del Papa, impartiamo a tutti una benedizione pastorale. I Pastori della Chiesa Cattolica in Polonia

Firmato dai Cardinali, Arcivescovi e Vescovipresenti alla 389.ma Sessione Plenaria della Conferenza Episcopale Polacca

Kalwaria Zebrzydowska, 12 giugno 2021

La lettera dovrebbe essere letta domenica 3 ottobre 2021.

(Tradotto dal polacco da M. Olmo / Ufficio per le Comunicazioni Estere della Conferenza Episcopale Polacca)

 

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