Stiamo assistendo a un grande dramma che si svolge in Ucraina. Di fronte a questa situazione, non possiamo restare indifferenti – ha affermato Mons. Tadeusz Wojda, Metropolita di Danzica, Presidente della sezione polacca della Pontificia Associazione Aiuto alla Chiesa che Soffre, durante una conferenza stampa presso il Segretariato della Conferenza Episcopale Polacca di presentazione della XIV Giornata di Solidarietà con la Chiesa Perseguitata, che quest’anno cade domenica 13 novembre, dal titolo: „Guarire la nostalgia”.

Mons. Wojda ha fatto presente che la XIV Giornata di Solidarietà con la Chiesa Perseguitata è dedicata all’Ucraina, „a tutti, credenti e non credenti”. „Domenica prossima sarà dedicata a chi ha bisogno di questo aiuto. Stiamo assistendo a un grande dramma in atto in Ucraina, un’enorme distruzione di beni umani e materiali, un’enorme violenza, sofferenza, mutilazioni spirituali e fisiche. Di fronte a questa situazione, non possiamo restare indifferenti” – ha sottolineato il Metropolita di Danzica.

L’Arcivescovo Wojda ha sottolineato che l’inverno sta arrivando, e oltre il 40 per cento delle strutture energetiche e di riscaldamento in Ucraina è stato distrutto. „Per questo l’aiuto è tanto più necessario e atteso” – ha osservato.

A sua volta, Mons. Edward Kawa, Vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi di Leopoli, ha affermato che dai primi giorni della guerra la Polonia, il popolo polacco, la Chiesa Polacca e le organizzazioni polacche sono stati ambasciatori dell’Ucraina. „Se non fosse stato per la Polonia e i polacchi, la situazione in Ucraina sarebbe stata completamente diversa. Fin dalle prime ore della guerra, abbiamo sperimentato una grande fratellanza e l’aiuto da parte dei polacchi. Anche le preghiere per la pace sono un supporto importante che ci donano forza e coraggio” – ha sottolineato. Ha aggiunto che l’aiuto che arriva dalla Polonia è l’80% di tutto l’aiuto che riceve l’Ucraina.

„Grazie alla grande cordialità e gentilezza dei polacchi, questo aiuto continua a fluire” – ha affermato Mons. Kawa. Ha ricordato che l’inverno sta arrivando e che una buona parte delle città sono senza elettricità. „Quando non c’è elettricità, non c’è né riscaldamento né acqua” – ha ricordato. „Nonostante queste difficili condizioni e questi pericoli, le persone non fuggono dal Paese. Non c’è più un’onda così grande come quella che c’è stata all’inizio della guerra. Non saremmo in grado di farcela senza l’iuto esterno” – ha sottolineato.

Mons. Kawa ha sottolineato che le mani della Chiesa sono mani che abbracciano tutti con l’aiuto. „Questa è una grande sfida per la Chiesa cattolica e greco-cattolica. Abbiamo ancora bisogno di una base spirituale. Ma è anche una sfida per noi, per dare testimonianza. Stiamo cercando di aiutare tutti, tutti i centri della Chiesa in Ucraina sono ora aperti ai rifugiati”, ha aggiunto.

„Ringrazio la Chiesa in Polonia, Caritas Polska, l’Associazione Aiuto alla Chiesa che Soffre, il popolo polacco, tutti i Pastori della Chiesa in Polonia, per questa assistenza, e allo stesso tempo chiedo ulteriore aiuto” – ha dichiarato Mons. Kawa.

Il Rev.do Prof. Waldemar Cisło, Direttore della sezione polacca della Pontificia Associazione Aiuto alla Chiesa che Soffre, ha sottolineato che la preghiera per la pace è estremamente importante. „Per dare a sacerdoti e suore uno strumento di aiuto, organizziamo le Giornate della solidarietà con la Chiesa Perseguitata” – ha osservato. Ha aggiunto che 270 obiettivi sacri sono stati distrutti in Ucraina.

Don Cisło ha sottolineato che l’Associazione Aiuto alla Chiesa che Soffre aiuta l’Ucraina fin dall’inizio della guerra. Annualmente circa 5-6 milioni di euro vengono stanziati per l’aiuto pastorale, ma ora, in tempo di guerra, questo aiuto è diventato assistenza di emergenza. Quest’anno saranno circa 8 milioni gli euro stanziati per aiutare la Chiesa in Ucraina” – ha dichiarato.

Ufficio Stampa della Conferenza Episcopale Polacca

(Tradotto dal polacco da M. Olmo / Ufficio per le Comunicazioni Estere della Conferenza Episcopale Polacca)

 

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