Membri dell’Équipe di Esperti di Bioetica della Conferenza Episcopale Polacca presentano le loro riflessioni sugli esperimenti condotti su organismi uomo-animale.

Accanto alla valutazione positiva di alcuni progetti biomedici, l’Equipe presenta alcune obiezioni. Innanzitutto i tentativi di mescolare materiale biologico umano con quello animale.

I membri dell’Equipe ritengono che „la ricerca scientifica non può mai essere accompagnata dalla mancanza di rispetto per la dignità umana, che non può mai essere vittima di esperimenti medici”.

„Il rispetto della dignità umana esclude […] la sua riduzione ad oggetto (compreso l’embrione e il feto), il trattarlo come materiale biologico ordinario modificando la sua identità personale e facendo riferimento alla sua struttura psicosomatica secondo criteri simili ritenuti sufficienti negli esperimenti sugli animali” – si legge nella Posizione.

Su tale questione i Membri dell’Equipe richiamano anche le dichiarazioni degli ultimi Papi – Benedetto XVI e Francesco. “non si può fare a meno di riconsiderare gli obiettivi, gli effetti, il contesto e i limiti etici di tale attività umana che è una forma di potere con grandi rischi. In questo quadro dovrebbe situarsi qualsiasi riflessione circa l’intervento umano sul mondo vegetale e animale, che implica oggi mutazioni genetiche prodotte dalla biotecnologia, allo scopo di sfruttare le possibilità presenti nella realtà materiale. In questo contesto va inserita ogni riflessione sull’interferenza umana (LS 131-132)” – scrive Papa Francesco nell’Enciclica Laudato si’ (131-132).

Ufficio Stampa della Conferenza Episcopale Polacca

Pubblichiamo il testo integrale della Posizione:

Posizione dell’Equipe Bioetica della Conferenza Episcopale Polacca
sulla ricerca sugli organismi uomo-animale

  1. La medicina del futuro promette grandi prospettive e suscita nuove speranze. Purtroppo, a volte solleva anche seri dubbi. Non sempre essi riguardano di per sé gli obiettivi che accompagnano la ricerca scientifica e le relative sperimentazioni, se sono a fin di bene e rispondono ai bisogni di salute umana. Sollevano dubbi le tecnologie utilizzate nella ricerca e negli interventi che violano la dignità umana, nella quale partecipa l’uomo integralmente compreso, e quindi non solo il suo spirito, ma anche il suo corpo. Da qualche tempo, una particolare fonte di preoccupazione è data dallo sviluppo, soprattutto nel XXI secolo, della ricerca sulla creazione di cellule uomo-animale e, in futuro, di creature.
  2. Papa Francesco ha fatto presente i pericoli che provengono dell’interferenza sul patrimonio genetico nella sua Enciclica Laudato si: «Desidero recepire qui l’equilibrata posizione di san Giovanni Paolo II, il quale metteva in risalto i benefici dei progressi scientifici e tecnologici, che «manifestano quanto sia nobile la vocazione dell’uomo a partecipare responsabilmente all’azione creatrice di Dio», ma che al tempo stesso ricordava «come ogni intervento in un’area dell’ecosistema non possa prescindere dal considerare le sue conseguenze in altre aree». Affermava che la Chiesa apprezza l’apporto «dello studio e delle applicazioni della biologia molecolare, completata dalle altre discipline come la genetica e la sua applicazione tecnologica nell’agricoltura e nell’industria». Benché dicesse anche che questo non deve dar luogo ad una «indiscriminata manipolazione genetica» che ignori gli effetti negativi di questi interventi (LS 131).
  3. Una questione di concetti
  4. Nella nomenclatura moderna dovrebbero essere chiariti i concetti di ibrido e chimera. Questi termini sono talvolta usati in modo intercambiabile nella letteratura scientifica popolare e nel giornalismo. Nel presente documento essi sono usati secondo la terminologia comunemente usata nelle scienze biologiche. Semplificando, un ibrido ha il DNA di due organismi „mescolato” in ciascuna delle sue cellule. Questo avviene in due situazioni: in primo luogo, nell’incrocio sessuale degli organismi, ma anche nella situazione in cui in un ovulo animale privato di nucleo (ma con mitocondri conservati) viene introdotto un nucleo cellulare con DNA umano.
  5. A differenza degli ibridi, la chimera contiene due tipi di cellule che si differenziano per il DNA che contengono. In altre parole, la chimera ha cellule con genotipo differente.
  6. Un tipico ibrido tra i mammiferi è un organismo risultante dall’incrocio di due creature appartenenti a specie diverse attraverso la riproduzione sessuale. Oggigiorno, si intende per ibrido anche un organismo risultante dall’incrocio di rappresentanti di due razze, sottospecie o generi animali, in cui ogni cellula dell’ibrido contiene informazioni genetiche di entrambe queste creature. Quindi, gli ibridi di solito hanno caratteristiche di entrambe le specie o razze di animali. Come risultato di tale mescolanza di DNA, può essere generato un nuovo organismo chiamato ibrido. Esempi di ibridi sono, tra gli altri, il mulo, il bardotto o il bisonte.
  7. Come già sottolineato, la chimera è un organismo realizzato da cellule di genotipi diversi. Ciò significa che una parte di cellule hanno il corretto insieme di cromosomi del soggetto A e una parte hanno l’insieme di cromosomi del soggetto B. All’interno delle chimere interspecie, alcune cellule possono avere, ad esempio, un cariotipo dell’uomo e alcune un cariotipo della scimmia. Le chimere possono quindi essere monospecie, ma anche interspecie. La chimera monospecie può sorgere in molti modi. Può essere il risultato della fecondazione di un gamete femminile da parte di due gameti maschili, come risultato della fusione di due zigoti o della fusione di due embrioni precoci. Risultato di una tale combinazione, la creatura creata ha cellule di genotipo diverso. Questo caso è anche chiamato mosaicismo. La medicina conosce anche rari casi di microchimerismo materno-fetale, cioè la presenza di cellule della madre nell’organismo del bambino.
  8. In senso lato, una chimera è una creatura a cui sono stati impiantati organi, tessuti, cellule prelevati da un donatore appartenente alla stessa specie. Un esempio di tale chimera può essere una persona che ha subito un trapianto omologo (chiamato anche allogenico), a cui sono state impiantate cellule, tessuti o organi prelevati da un altro essere umano. Tuttavia, a causa del rispetto dovuto al donatore e al ricevente di organi, tessuti o cellule, questo termine non viene utilizzato per il ricevente dei trapianti.
  9. Nella biologia moderna, vengono chiamati chimere interspecie gli organismi creati dall’unione allo stadio embrionale di frammenti di embrioni di organismi o creature diverse in cui sono state impiantate cellule staminali prelevate da creature appartenenti ad altre specie. La formazione di chimere interspecie embrionali è diventata recentemente oggetto di molti dibattiti, poiché tali studi sono stati condotti solo in pochi casi e praticamente su di essi non c’è consenso e accettazione sociale.
  10. Aspetti biologici
  11. La creazione di ibridi e chimere uomo-animale ha già una certa storia. Queste procedure sono caratterizzate da idee e ricerche sempre nuove volte a superare i problemi di salute umana. A volte, tuttavia, la ricerca e gli esperimenti per creare nuovi organismi sono causati da guadagni non etici. Ecco alcuni esempi.
  12. Può essere considerato il precursore dell’idea di creare delle creature uomo-animale il biologo russo Ilja Ivanovich Ivanov, il quale nel 1910 propose di incrociare un essere umano con una scimmia. Questa idea fu sostenuta, tra gli altri, dalle autorità dell’Unione Sovietica e dall’Istituto Pasteur di Parigi. Uno degli scopi di questi esperimenti era quello di creare „robot viventi”. Fortunatamente, questo tipo di lavoro è stato rapidamente abbandonato.
  13. Lo sviluppo della microbiologia, dell’embriologia, della genetica e la sperimentazione sulle cellule staminali ha aperto una nuova strada per la creazione di organismi uomo-animale. Nel 2006, scienziati inglesi dell’Università di Newcastle e del Kings College di Londra hanno cercato di creare embrioni uomo-animale introducendo materiale genetico tratto da cellule umane adulte negli ovociti di una mucca. Lo scopo dell’esperimento era di produrre cellule staminali embrionali umane che dovevano consentire terapie basate sullo sviluppo di cellule staminali, tessuti o organi del paziente danneggiato a causa di malattie o lesioni. Se nuove cellule o tessuti avessero le stesse informazioni genetiche del DNA umano del donatore, ciò permetterebbe di evitare la reazione di rigetto del sistema immunitario del ricevente del trapianto. Questo tipo di ricerca si è conclusa nella fase esplorativa e attualmente non è utilizzata per ottenere organi da trapiantare.
  14. Non tutte le ricerche e gli esperimenti genetici sollevano una forte opposizione. Uno dei tanti esempi della creazione di organismi, che non tutti i rappresentanti delle scienze biologiche, agrarie ed ecologiche approvano, sono i lavori sugli organismi OGM, come, ad esempio, le mucche transgeniche create dagli scienziati argentini della società di biotecnologie Bio Sidus. Essi hanno annunciato un esperimento che prevede l’impianto di geni umani responsabili della produzione di insulina umana nell’embrione di una mucca. Questi embrioni sono stati trasferiti nelle mucche. Gli organismi così creati produrrebbero insulina umana estratta dalla loro produzione di latte. Attualmente, questa tecnologia viene utilizzata per ottenere farmaci sotto forma di proteine che non possono essere ottenuti con metodi di sintesi chimica.
  15. Diverso è il caso del lavoro di team come quello di Esmail Zanjani dell’Università del Nevada, il cui esperimento consiste nell’introduzione nel feto di una pecora cellule di staminali umane prelevate dal midollo osseo. Il risultato sarebbe che selezionati organi delle pecore, trai quali il cuore, avrebbero dovuto essere in larga misura umani. Secondo l’intenzione degli autori, gli organi così prodotti sarebbero idonei al trapianto nell’essere umano da cui erano state raccolte le cellule staminali. Questi innesti non sarebbero riconosciuti come estranei dal sistema immunitario del ricevente.
  16. Il team di Steve Goldman del Centro medico dell’Università di Rochester ha iniettato in embrioni di topo cellule progenitrici gliali umane. Queste cellule si sono sviluppate in astrociti, che sono le più grandi cellule gliali nel tessuto nervoso. Gli scienziati hanno annunciato che dall’esperimento avevano ottenuto topi chimera che nel cervello contenevano cellule umane.
  17. Recentemente, grande risonanza ha avuto nel mondo scientifico una pubblicazione sulla rivista „Cell”. Il professor Juan Carlos Izpisua Belmonte del California Salk Institute e colleghi cinesi hanno riferito del primo tentativo riuscito di coltivare cellule staminali umane in blastociti di macaco. Ciò significa che l’organismo di questa chimera era composto da cellule sia umane che di macaco. Come negli esperimenti sopra citati, anche in questo caso l’esperimento avrebbe dovuto essere un ulteriore passo verso lo sviluppo di un metodo di produzione di tessuti e organi necessari alle procedure di trapianto, che non provochi la reazione di rigetto da parte del sistema immunitario del ricevente.
  18. Ci sono stati anche risultati significativi nel trapianto di organi di suini nell’uomo. I chirurghi di New York in un’operazione rivoluzionaria hanno trapiantato in un uomo un rene prelevato da un maiale geneticamente modificato. È importante sottolineare che il corpo umano non ha rigettato l’organo trapiantato e il rene di maiale ha ripreso le sue funzioni. Questo è un grande passo in lunghi anni di sforzi per utilizzare organi animali nei trapianti salvavita, data la carenza di organi per il trapianto. A loro volta, i ricercatori dell’Università del Maryland a Baltimora hanno riferito di un trapianto di cuore di maiale a un paziente per il quale non è stato possibile trovare un donatore. È il primo trapianto di cuore tra un animale e un essere umano. L’Agenzia Americana per gli Alimenti e i Medicinali (Food and Drug Administration – FDA) ha autorizzato un intervento chirurgico urgente, che si applica solo nella situazione in cui un prodotto medico sperimentale, in questo caso un cuore di maiale geneticamente modificato, è l’unica opzione di trattamento disponibile per la cura del paziente e che ne consenta la sopravvivenza.

Aspetti etici

  1. L’Équipe di Esperti di Bioetica della Conferenza Episcopale Polacca tratta con il massimo rispetto gli sforzi compiuti dai rappresentanti delle scienze mediche alla ricerca di metodi terapeutici sempre più perfetti ed efficaci. Siamo anche consapevoli che il progresso in queste scienze non è possibile senza condurre esperimenti, a volte molto innovativi, anche pericolosi per l’uomo. Non tutte queste esperienze sono moralmente discutibili. I membri dell’Equipe ritengono tuttavia che la ricerca scientifica non può mai essere accompagnata dalla mancanza di rispetto per la dignità umana, che non può mai essere vittima di esperimenti medici. I metodi utilizzati dovrebbero suscitare un minimo di speranza, e il rischio connesso al loro utilizzo non può essere maggiore della rinuncia a cure terapeutiche con metodiche comprovate. Il rispetto della dignità umana esclude inoltre la sua riduzione ad oggetto (compreso l’embrione e il feto), il trattarlo come materiale biologico ordinario modificando la sua identità personale e facendo riferimento alla sua struttura psicosomatica secondo criteri simili ritenuti sufficienti negli esperimenti sugli animali. In altre parole, „La scienza e la tecnica … non possono da sole indicare il senso dell’esistenza e del progresso umano. La scienza e la tecnica sono ordinate all’uomo, dal quale traggono origine e sviluppo; esse, quindi, trovano nella persona e nei suoi valori morali l’indicazione del loro fine e la coscienza dei loro limiti” (CCC 2293). Così come, di conseguenza, lo stesso consenso autocosciente e non forzato del partecipante all’esperimento ha i suoi limiti invalicabili. Anche l’uso di parti del corpo umano negli esperimenti ha i suoi limiti, perché sono sempre legati a una persona specifica, sono segnati dalla sua dignità che va al di là del diritto di dominio di un altro essere umano, e ancor più al di là del mondo di altre creature. Per il credente, l’indisponibilità del proprio corpo e del corpo di un’altra persona risulta dal fatto che in esso si rende presente la vita di Dio ed è tempio dello Spirito Santo (cfr. CCC 2300, 1 Cor 6,19).
  2. Dai presupposti assiologici di cui sopra derivano i principi sull’uso delle cellule e degli organi del corpo umano negli esperimenti e nella ricerca medica. Ciò vale in particolare per gli esperimenti sopra discussi consistenti nel combinare o „mescolare” elementi del corpo umano con elementi del corpo animale.
  3. In risposta ad una dichiarazione rilasciata nel settembre 2007 e alla successiva relazione ufficiale pubblicata il 1 ottobre 2007 da L’Autorità per la fecondazione umana e l’embriologia (HEFA) nel Regno Unito suggerendo una politica sulla creazione e l’uso di embrioni citoplasmatici uomo-animale (che ha spinto il governo del Regno Unito ad introdurre adeguate norme di legge), l’Arcivescovo Elio Sgreccia, ex Presidente della Pontificia Accademia della Vita, aveva affermato che tali esperimenti sono stati „un atto mostruoso contro la dignità umana”. Una posizione simile al riguardo è stata assunta dal Consiglio Scientifico della Conferenza Episcopale Polacca il 19 ottobre 2007. Il 28 ottobre 2019 su una tematica simile si espresse l’Equipe (di Esperti di Bioetica della Conferenza Episcopale Polacca ) con la pubblicazione del documento intitolato „La Posizione dell’Equipe di Esperti di Bioetica della Conferenza Episcopale Polacca sulla creazione di ibridi uomo-animale (https://www.ekai.pl/dokumenty/stanowisko-zespolu-ekspertow-kep-ds-bioetycznych-w-sprawie-tworzenia-hybryd-ludzko-zwierzecych-28-pazdziernika-2019). Nel 2011 la CGUE (Corte di Giustizia dell’Unione Europea (Sezione Grande) ha formulato un parere simile il 18 ottobre 2011; causa C-34/10 Oliver Brüstle c. Greenpeace).
  4. Nel presente documento, la nostra Equipe si riferisce al lavoro sopra menzionato di creazione di chimere embrionali uomo-animale (macaco-uomo). La posizione della nostra Equipe ha due dimensioni. La prima, presentata sopra, ha carattere ontologico. Essa sottolinea la natura non etica degli esperimenti volti a creare nuovi esseri – anche se solo allo stadio embrioale – come risultato della combinazione di elementi dell’informazione genetica umana o di cellule umane con gameti animali, o del loro impianto negli animali, in quanto violano fondamentalmente la dignità umana, che viene ridotta a livello animale. Nella seconda dimensione – biologico-etica – il documento indica i pericoli associati a tali esperimenti.
  5. In generale, va ribadito che molti scienziati sono contrari alla creazione di chimere embrionali uomo-animale. Essi evidenziano i pericoli legati a tali tentativi. Comportano il rischio di trasmettere agenti patogeni animali all’uomo, compresi i virus patogeni. Ciò potrebbe avvenire, tra l’altro, in connessione con il trasferimento nel corpo umano di entrambe le cellule staminali umane coltivate nel corpo dell’animale durante il trasferimento del nucleo da una cellula somatica umana al citoplasma di un ovulo animale precedentemente privato del suo nucleo, così come con il trapianto nell’uomo di organi sviluppati nell’organismo dell’animale a seguito dell’introduzione in esso di cellule staminali umane. In ciascuna di queste situazioni esiste la possibilità di trasferire nuovi agenti patogeni (nuove zoonosi), che rappresentano una minaccia per l’uomo.
  6. L’opposizione a tali pratiche è sollevata dall’uso di embrioni umani, così come la giustificazione di bisogni o benefici risultanti dagli esperimenti su embrioni uomo-animale. Gli effetti di tali studi sono difficili da prevedere e sono associati a rischi biologici. Indubbiamente, come del resto sottolinea Papa Francesco nella sua enciclica Laudato si „Buona parte della nostra informazione genetica è condivisa con molti esseri viventi. Per tale ragione, le conoscenze frammentarie e isolate possono diventare una forma d’ignoranza se fanno resistenza ad integrarsi in una visione più ampia della realtà” (LS 138).
  7. I risultati della ricerca finora confermano la possibilità di ottenere attività dei neuroni umani nel cervello degli organismi animali. Nel 2007, Su Chun Zhang ha ottenuto cellule embrionali uomo-animale in studi modello su chimere, il cui scopo, però, non era quello di ottenere cervelli chimerici contenenti sia cellule di origine animale che umana. Tuttavia, sono state sollevate preoccupazioni sulla colonizzazione incontrollata di cervelli animali con cellule nervose umane, che potrebbe essere uno dei probabili scenari in progetti che coinvolgono la creazione di chimere embrionali uomo-animale. Inoltre, i risultati positivi individuali della ricerca hanno spesso carattere casuale, non sono ancora la prova di una tecnologia padroneggiata e priva di errori tecnologici. Dovrebbe essere raccomandata l’ampia partecipazione dei Comitati di Bioetica che approvano lo svolgimento della ricerca solo a fini conoscitivi e modellistici.
  8. Gli esperimenti discussi dovrebbero anche tenere conto della dimensione ecologica. Si dovrebbe tenere conto del rischio di violare la biodiversità naturale delle specie creando organismi artificiali con uno status biologico e morale difficilmente determinabile. Questi problemi sono stati sollevati da Julian J. Koplin e Julian Savulescu nel loro articolo del 2019, in cui consideravano i trattamenti sulle cellule cerebrali i più difficili nella prospettiva di cui sopra.
  9. È probabile che le chimere di interspecie ottenute durante l’embriogenesi producano gameti umani (organismi femminili di ovociti, organismi maschili di spermatozoi), sebbene i loro fenotipi (forma e aspetto) saranno essenzialmente animali. Se a tali animali viene consentito di riprodursi, si può arrivare allo sviluppo di organismi umani nel loro grembo. Occorre notare che il sopracitato articolo (Tao Tan 2021) ha suscitato così tante polemiche che le istituzioni preposte a questo tipo di ricerca hanno subito vietato l’uso di gameti di organismi chimerici nella riproduzione (quando ci si riferisce a gameti umani si usa il termine „procreazione”).
  10. Tenendo conto dell’intero spettro dei problemi e dei pericoli connessi alla ricerca discussa, i Membri dell’Equipe di Esperti di Bioetica della Conferenza Episcopale Polacca esprimono ancora una volta una ferma opposizione agli esperimenti volti all’ottenimento di organismi embrionali uomo-animale. Un ulteriore motivo di opposizione a tale ricerca sono i tentativi di utilizzare cellule e tessuti ottenuti da feti abortiti. Nel contesto della succitata protesta di Eglio Sgreccia, ricordiamo che la sentenza della CGUE del 2011 (Oliver Brüstle c. Greenpeace) vieta il brevetto di soluzioni biotecnologiche legate alle prime fasi dello sviluppo embrionale che ledono la dignità umana.
  11. Infine, i Membri dell’Equipe desiderano ricordare due importanti dichiarazioni degli ultimi Papi. Benedetto XVI si è rivolto ai partecipanti alla Sessione Plenaria della Congregazione per la Dottrina della Fede del 31 gennaio 2008, con le seguenti parole: „Il Magistero della Chiesa certamente non può e non deve intervenire su ogni novità della scienza, ma ha il compito di ribadire i grandi valori in gioco e di proporre ai fedeli e a tutti gli uomini di buona volontà principi e orientamenti etico-morali per le nuove questioni importanti” (https://www.vatican.va/content/benedict-xvi/it/speeches/2008/gennaio/documents/hf_ben-xvi_spe_20080131_dottrina-fede.html). Il richiamo al ruolo del Magistero è in qualche modo integrato dalle parole di papa Francesco dell’Enciclica Laudato si: “Non è possibile frenare la creatività umana. Se non si può proibire a un artista di esprimere la sua capacità creativa, neppure si possono ostacolare coloro che possiedono doni speciali per lo sviluppo scientifico e tecnologico, le cui capacità sono state donate da Dio per il servizio degli altri. Nello stesso tempo, non si può fare a meno di riconsiderare gli obiettivi, gli effetti, il contesto e i limiti etici di tale attività umana che è una forma di potere con grandi rischi. In questo quadro dovrebbe situarsi qualsiasi riflessione circa l’intervento umano sul mondo vegetale e animale, che implica oggi mutazioni genetiche prodotte dalla biotecnologia, allo scopo di sfruttare le possibilità presenti nella realtà materiale” (LS 131-132).

A nome dell’Equipe

Vescovo Józef Wróbel, SCJ

Varsavia, 28 gennaio 2022

(Tradotto dal polacco da M. Olmo / Ufficio per le Comunicazioni Estere della Conferenza Episcopale Polacca)