- "Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato" (Mt 25, 35). Con quelle parole il Signore ricorda a tutti noi il dovere di cristiana accoglienza, ai giorni nostri particolarmente attuale poiché tanti profughi soffrono a causa delle guerre e si trovano in pericolo di vita.
- Chiediamo a tutti di pregare per la pace nel mondo, e per i profughi che hanno lasciato il loro paese per salvare la propria vita e quella dei suoi figli. Ricordiamo davanti a Dio anche coloro che si prendano cura delle persone costrette a migrare.
- La nostra preghiera va tuttavia accompagnata da un impegno concreto. C'è bisogno, prima di tutto, di iniziative lungimiranti volte "a garantire una progressiva diminuzione delle ragioni che spingono interi popoli a lasciare la loro terra natale a motivo di guerre e carestie" (Messaggio del Santo Padre Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2015). Lo sforzo maggiore dovrebbe essere volto allo spegnimento dei conflitti a causa dei quali le persone sono costrette a fuggire dal proprio paese per salvare la vita. E' necessario pertanto aiutare coloro che soffrono a causa delle guerre nei loro paesi di origine.
Grazie alla generosità dei cattolici polacchi è stato possibile aiutare i profughi tra gli altri in Sudan, Nigeria, Egitto, Libano, Siria, e Iraq. I vescovi polacchi, dal 2009, organizzano nelle loro diocesi delle raccolte di fondi destinati ai profughi e dei quali usufruiscono non solo dei cristiani. Esprimiamo la nostra gratitudine ai cattolici in Polonia che solamente nell'anno 2014 hanno destinato per i profughi oltre 5mln di zloty (1,2mln di euro). Grazie a quel sostegno si è potuto assistere centinaia di migliaia di bisognosi. Come esempio di iniziative concrete si possono citare diversi organismi ecclesiali che in Siria e in Iraq gestiscono delle mense giornalmente capaci di fornire migliaia di pasti o amministrano dei campi profughi. Su richiesta della Conferenza episcopale polacca l'aiuto ai profughi nel luogo della loro permanenza (fuori dalla Polonia) viene gestito dalla Fondazione di diritto pontificio Aiuto alla Chiesa che Soffre.
- Relativamente all'aiuto concreto ai profughi sul territorio polacco, indubbiamente l'iniziativa e la responsabilità ricadono sulle autorità nazionali. Sono questi ad essere la parte invitante e pertanto sono proprio le autorità civili a dover garantire il controllo, la sicurezza, e i servizi di base per i profughi. E' inimmaginabile che la Chiesa, su propria iniziativa, avvi delle iniziative in quel campo, senza una stretta collaborazione con le autorità nazionali. Questo è stato espresso chiaramente da Papa Francesco nel Messaggio per la Giornata del Migrante e del Rifugiato 2015: "I movimenti migratori hanno tuttavia assunto tali dimensioni che solo una sistematica e fattiva collaborazione che coinvolga gli Stati e le Organizzazioni internazionali può essere in grado di regolarli efficacemente e di gestirli."
La responsabilità di quelle iniziative da parte della Chiesa cattolica in Polonia è delegata alla Caritas Polska. Sul territorio delle singole diocesi invece - con il consenso del vescovo diocesano - il coordinamento delle iniziative relative all'aiuto ai profughi spetta alle Caritas diocesane che hanno a disposizione dei gruppi parrocchiali della Caritas. Per escludere eventuali errori, la Caritas Polska contatterà le Caritas nazionali di quei paesi dove i profughi hanno trovato accoglienza e usufruirà delle loro esperienze.
La Chiesa cattolica in Polonia, chiamata a prestare sostegno ad altre persone, in maniera particolare nell'Anno della Misericordia farà tutto che sarà nel suo potere per aiutare i profughi nella loro drammatica situazione.
Non dimentichiamo che anche noi siamo stati dei profughi ospitati in altri paesi. E non dimentichiamo che siamo solo dei forestieri in questa terra (Ps 39, 13; 119, 19).
Mons. Stanisław Gądecki, arcivescovo metropolita di Poznań, Presidente della Conferenza episcopale polacca
Mons. Marek Jędraszewski arcivescovo metropolita di Łódź, Vicepresidente della conferenza episcopale polacca
Mons. Artur G. Miziński Segretario generale della Conferenza episcopale polacca
- La Conferenza episcopale polacca si è occupata nuovamente della tragica situazione dei profughi i quali, a causa dei conflitti militari e persecuzioni, sono costretti a lasciare le proprie case e mancano di mezzi fondamentali per condurre una vita dignitosa. La Chiesa in Polonia continuerà ad aiutare quelle persone. Tra la varie forme di sostegno vanno sottolineate le attività della Caritas Polska la quale aiuta sia le persone che vivono nelle regioni interessate dalla guerra che coloro che cercano riparo in Polonia.
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