Messaggio televisivo del Presidente della Conferenza Episcopale Polacca 14.03.2020

Cari fratelli e sorelle!

Signore e Signori!

Ma subito Gesù parlò loro dicendo: Coraggio, sono io, non abbiate paura! (Mat 14:27).

  1. Fino a poco tempo fa, ci sembrava che il progresso tecnico, la fede nella libertà umana senza restrizioni e l’infallibilità della democrazia avrebbero costruito un nuovo paradiso in terra dove non ci sarebbero state né malattie né sofferenze. E qui scopriamo umilmente che basta una sola pandemia per scoprire come l’uomo sia indifeso e spaventato di fronte ad essa.

In questi momenti difficili mi unisco spiritualmente a tutti voi e abbraccio con una preghiera fervida tutta la comunità della Chiesa e tutti gli abitanti della nostra Patria, così come la comunità polacca e i connazionali che vivono all’estero. Sono spiritualmente vicino a tutti coloro che sono in quarantena, che sono malati, che temono per la loro sorte e per la sorte dei loro cari, che prestano assistenza. Ringrazio coloro che - in vari settori della vita pubblica - si impegnano con dedizione per la nostra salute e la nostra sicurezza, spesso mettendo a rischio la propria salute e la propria vita. Allo stesso tempo, porgo le mie sincere condoglianze alle famiglie che hanno perso i loro cari in questi giorni, raccomandandoli alla Divina Misericordia.

La Chiesa, come dice Papa Francesco, è un ospedale da campo. La Chiesa è il sacramento della salvezza. La Chiesa è ovunque dove Dio è amato e dove l’uomo è amato “in un mondo per sua natura imperfetto”. Per questo motivo, rispettando le raccomandazioni delle autorità sanitarie, non chiudiamo le chiese. Per i credenti, il tempio è sempre il luogo di una speciale esperienza della presenza e dell’amore di Dio, soprattutto nell’Eucaristia, da cui attingiamo forza e pace interiore.

  1. Allo stesso tempo, vi chiedo di accettare con comprensione la limitazione del numero dei partecipanti alla liturgia nella chiesa a cinquanta persone; questa precauzione deriva dalla premura per la salute di tutti. Quando mancano i criteri per partecipare alla Santa Messa in chiesa, sembra che il modo più semplice sia quello di far entrare la persona che ha ordinato la Santa Messa e la sua famiglia.

In considerazione di questa limitazione, incoraggio tutti gli altri fedeli ad approfittare della dispensa dalla partecipazione all’Eucaristia domenicale e di seguirla attraverso i mezzi di comunicazione sociale. Ringrazio vivamente i media che, comprendendo le esigenze dei credenti, hanno preparato ulteriori proposte al riguardo.

Nei giorni scorsi il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Polacca e i vescovi diocesani hanno emanato disposizioni specifiche riguardanti la cura pastorale in questa situazione straordinaria. Sono consapevole che queste disposizioni possono essere per alcuni difficili da accettare. Tuttavia, per motivi della propria salute e di quella dei prossimi, chiedo di accettarle nello spirito d’amore per il prossimo.

Ciò che sta accadendo ora può essere percepito come un segno dei tempi, come un’esigenza del momento presente. Come richiamo a una maggiore responsabilità per se stessi e alla solidarietà con il prossimo. Una chiamata ad aiutare il nostro prossimo, specialmente gli anziani.

  1. Come cristiani, sforziamoci, in questo tempo quaresimale, di riflettere sulla croce del nostro Salvatore Gesù Cristo, che si unisce alle nostre sofferenze. Personalmente, ogni sera alle 20.30 reciterò per voi il rosario e chiedo lo stesso ai sacerdoti nelle chiese e a tutti voi nelle vostre case. Rimaniamo uniti nella preghiera.

Dio Onnipotente ci sostenga tutti, la grazia del nostro Salvatore, la protezione di Maria Regina della Polonia, di San Michele Arcangelo e l’intercessione dei nostri patroni, in particolare di San Giovanni Paolo II e del venerabile Servo di Dio Cardinale Stefan Wyszyński.

Dio amorevole protegga la nostra Nazione e la nostra Patria!

14 marzo 2020

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