Parlare del cosiddetto compromesso giuridico sulla protezione della vita è una falsificazione della realtà, perché si omette la parte più importante della controversia, cioè i bambini non nati e il loro inalienabile diritto alla vita – ha scritto l'Arcivescovo Stanisław Gądecki, Presidente della Conferenza Episcopale Polacca, nella Dichiarazione nel contesto della risoluzione del Parlamento Europeo sull'aborto in Polonia.
Il Presidente dell'Episcopato ha sottolineato che la Carta dei Diritti Fondamentali ricorda che "ogni individuo ha diritto alla vita" (art. 2, comma 1). "L'Unione europea riconosce quindi che la dignità inalienabile della persona umana e il rispetto del diritto alla vita costituiscono i criteri fondamentali della democrazia e dello Stato di diritto" – ha scritto.
Ha inoltre sottolineato che il titolo stesso della risoluzione è fuorviante, poiché alla luce dell'etica e del diritto internazionale non esiste nulla come "il diritto all'aborto". "Non ci può essere alcun diritto di uccidere una persona innocente in nessun ordine legale democratico" - si legge nella dichiarazione.
Il Presidente dell'Episcopato ha sottolineato che "il diritto alla vita è un diritto fondamentale dell'essere umano e ha sempre la priorità sul diritto di scegliere, perché nessun uomo ha l'autorità per permettere la possibilità di ucciderne un altro". Pertanto, "parlare del cosiddetto compromesso giuridico sulla tutela della vita è una falsificazione della realtà, perché omette la terza parte, la più importante della controversia, cioè i bambini non nati e il loro inalienabile diritto alla vita".
L'arcivescovo Gądecki ha anche ringraziato i centri di difesa della vita che "si sforzano di promuovere e proteggere la vita dei nascituri". "Questi centri sono la voce di migliaia di bambini nel grembo delle loro madri, le cui vite sono in pericolo. Tali centri sono la voce della ragione naturale, che si batte coerentemente, contro il conformismo ideologico e l'opportunismo, per la vita umana in ogni fase del suo sviluppo", si legge nel comunicato.
Ufficio Stampa della Conferenza Episcopale Polacca
Pubblichiamo il testo integrale della dichiarazione:
DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE POLACCA IN MERITO ALLA RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO CIRCA L'ABORTO IN POLONIA
Diritto universale alla vita
Il 26 novembre 2020 il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione sull'aborto in Polonia. In essa si fa ripetutamente riferimento alla Carta dei Diritti Fondamentali dell'UE in cui, tra l'altro, si legge: "Consapevole del suo patrimonio spirituale e morale, l'Unione si fonda sui valori indivisibili e universali di dignità umana, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà; l'Unione si basa sui principi di democrazia e dello stato di diritto" (preambolo).
La Carta dei diritti fondamentali ricorda che "ogni individuo ha diritto alla vita" (art. 2, comma 1). I suoi autori volevano distanziarsi completamente dalla famigerata pratica eugenetica. In essa si precisa quindi che nel campo della medicina e della biologia deve essere rispettato "il divieto delle pratiche eugenetiche, in particolare di quelle aventi come scopo la selezione delle persone" (art. 3 comma 2 b) L'Unione europea riconosce quindi che la dignità inalienabile della persona umana e il rispetto del diritto alla vita costituiscono i criteri fondamentali della democrazia e dello Stato di diritto.
Con lo stesso spirito si era espresso S. Giovanni Paolo II. "La misura della civiltà, una misura universale, perenne, comprendente tutte le culture, è il suo rapporto con la vita, una civiltà che rifiutasse gli indifesi, meriterebbe il nome di civiltà barbara, anche se riportasse grandi successi nel campo dell'economia, della tecnica, dell'arte e della scienza"(Giovanni Paolo II, Kalisz, 4 giugno 1997).
Violare il diritto alla vita
Purtroppo, i principi fondamentali del rispetto della vita umana sono violati "oggi in modi brutali non solo da comportamenti individuali, ma anche dagli effetti di scelte e di assetti strutturali" (Francesco, Lettera in occasione del 25° anniversario della Pontificia Accademia per la Vita, 15 gennaio 2019). "Gli attentati alla dignità e alla vita delle persone continuano purtroppo anche in questa nostra epoca, che è l'epoca dei diritti umani universali. Ci troviamo di fronte a nuove minacce e a nuove schiavitù, e non sempre le legislazioni sono a tutela della vita umana più debole e vulnerabile" (Francesco, Udienza Generale 25 marzo 2020). Spesso alla base di una tale politica c'è un'idea sbagliata di pluralismo. Sembra pertanto importante ricordare le parole che S. Giovanni Paolo II ha indirizzato a Varsavia al corpo diplomatico: "Anche gli stati pluralisti non possono rinunciare alle norme etiche nella loro legislazione e nella vita pubblica, specialmente lì dove il bene fondamentale, quale è la vita dell'uomo dal momento del suo concepimento fino alla morte naturale, esige protezione." (Giovanni Paolo II, Discorso al corpo diplomatico, Varsavia, 8 giugno 1991). L'aborto infatti non è una questione di religione; "bensì di etica umana, prim'ancora che di qualsiasi confessione religiosa", sottolinea Papa Francesco. Da qui la domanda: "per risolvere un problema, è giusto eliminare una vita umana? Ed è giusto assumere un killer?" (Francesco, Lettera alle donne argentine impegnate a difendere la vita, 26 novembre 2020).
Nella discussione sulla vita umana non c'è posto per i compromessi
Nonostante i regolamenti sulla protezione della vita umana rimangano al di fuori delle competenze dell'UE, come ha ripetutamente sottolineato la Commissione Europea nelle risposte alle interrogazioni parlamentari, l'UE potrebbe fare molto di più per aumentare la protezione del diritto alla vita di ogni bambino concepito, ad esempio promuovendo buone pratiche. Tuttavia, affinché tali sforzi volti a promuovere il diritto alla vita e a vietare le pratiche eugenetiche siano efficaci, è necessario affrontare adeguatamente alcune questioni.
In primo luogo, lo stesso titolo della risoluzione è fuorviante, poiché alla luce non solo dell'etica, ma anche del diritto internazionale non esiste nulla come "il diritto all'aborto". In alcun ordine legale democratico non può esserci nessun diritto di uccidere una persona innocente.
In secondo luogo, nella discussione sull'aborto, non sono più importanti i diritti degli oppositori e dei sostenitori dell'aborto, ma il diritto dei bambini, e questo è un diritto fondamentale, perché il diritto alla vita, che – a prescindere dalle circostanze – dovrebbe essere garantito a ogni bambino e tutelato legalmente.
In terzo luogo, il diritto alla vita è un diritto umano fondamentale. Esso ha sempre la precedenza sul diritto di scegliere, poiché nessun essere umano può autorizzare la possibilità di ucciderne un altro. Parlare del cosiddetto compromesso giuridico sulla tutela della vita è una falsificazione della realtà, perché si omette la parte più importante della controversia, cioè i bambini non nati e il loro inalienabile diritto alla vita. Qualsiasi compromesso su questo tema equivale a togliere il diritto fondamentale alla vita di alcuni bambini e l'applicazione brutale della pena di morte, che, ricordiamolo, è vietata anche dalla Carta dei Diritti Fondamentali. Pertanto, a questo riguardo, non ci può essere alcun compromesso.
Difesa del diritto alla vita
Difendere la vita non è un compito facile oggi. S. Giovanni Paolo II ha parlato addirittura di una cospirazione organizzata contro la vita che coinvolge anche organizzazioni internazionali, fondazioni, associazioni e alcuni media. Essi conducono una lotta programmatica per la legalizzazione e la diffusione dell'aborto nel mondo, tentano di far rispettare la legislazione pro-aborto "dall'esterno", impiegando ingenti risorse finanziarie (cfr. EV 59). "Non sono tanti quelli che lottano per la vita in un mondo dove ogni giorno si costruiscono più armi, ogni giorno si fanno più leggi contro la vita, ogni giorno va avanti questa cultura dello scarto, di scartare quello che non serve, quello che dà fastidio" (Francesco, Angelus 4 Febbraio 2018).
I difensori della vita spesso incontrano aggressività e disprezzo. A loro rivolgo le parole di ringraziamento espresse da S. Giovanni Paolo II: "Ringrazio per le iniziative parlamentari che mirano ad assicurare la vita umana sin dal momento del concepimento nel seno della madre. Una chiara posizione della legge nei confronti dell'aborto è indispensabile, perché possa realizzarsi anche un solido processo di conversione. Infatti un'appropriata attività pastorale viene messa in difficoltà quando la legge la impedisce. Ciò che è "legale" viene purtroppo spesso considerato facilmente come "moralmente lecito" (Giovanni Paolo II, Discorso ai Vescovi, Varsavia, 9 giugno 1991).
Difesa della vita in Polonia
Papa Francesco nei giorni scorsi ha sollevato più volte il tema della protezione della vita: "Per intercessione di Maria Santissima e del Santo Pontefice polacco – ha detto Francesco – chiedo a Dio di suscitare nei cuori di tutti il rispetto per la vita dei nostri fratelli, specialmente dei più fragili e indifesi, e di dare forza a coloro che la accolgono e se ne prendono cura, anche quando ciò richiede un amore eroico". (Francesco, Udienza Generale 28 ottobre 2020).
Numerosi centri in Polonia si impegnano a promuovere e proteggere la vita dei nascituri. "Impegnarsi per la piena protezione della vita umana dal concepimento alla morte naturale [...] è compito sia dei parlamentari che di tutte le persone di buona volontà, indipendentemente dal credo religioso o dalla concezione del mondo" (Comunicato del Presidente della Conferenza Episcopale Polacca sulla protezione della vita umana, 6 ottobre 2016).
Questi centri sono la voce di migliaia di bambini nel grembo delle loro madri, le cui vite sono in pericolo. Sono la voce della ragione naturale, che si batte coerentemente, contro il conformismo ideologico e l'opportunismo, in difesa della vita umana in ogni fase del suo sviluppo. Sono la voce di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo che hanno scoperto la bellezza di ogni vita. Purtroppo, questa voce coraggiosa e retta è spesso accolta con aggressività e violenza dai sostenitori della civiltà della morte.
Iniziative di sostegno ai genitori
Ricordo che Papa Francesco ha chiesto a Dio "di suscitare nei cuori di tutti il rispetto per la vita dei nostri fratelli, specialmente dei più fragili e indifesi, e di dare forza a coloro che la accolgono e se ne prendono cura, anche quando ciò richiede un amore eroico". Il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Polacca ha rivolto un appello simile a tutti i polacchi: "Il comandamento dell'amore ci impone un importante dovere di cura, aiuto e protezione, di cui hanno bisogno le madri e le famiglie che accolgono e si prendono cura di bambini malati. Ringraziamo tutte le comunità e le istituzioni che lo fanno da anni e facciamo appello a parrocchie, movimenti cattolici e altre organizzazioni ecclesiali affinché intraprendano iniziative concrete per andare incontro a coloro che hanno bisogno e avranno bisogno di tale aiuto, sia individuale che istituzionale. La Chiesa difenderà sempre la vita e sosterrà le iniziative che la proteggono" (Appello del Consiglio Permanente dell'Episcopato Polacco per la Protezione della Vita e della Pace Sociale, 28 ottobre 2020).
Ognuno ha il diritto che la sua venuta nel mondo sia attesa con amore. Sono pieno di gratitudine per i genitori che accolgono in questo modo la loro prole. Ringrazio coloro che nei movimenti pro-vita intraprendono iniziative per la piena tutela giuridica della vita di un bambino concepito e organizzano aiuti e sostegno per le madri in attesa di un bambino. Prego per coloro che hanno commesso il peccato dell'aborto o vi hanno partecipato.
Benedico di cuore tutte le persone di buona volontà e prego per la grazia della conversione di coloro che non hanno ancora scoperto la deliziosa bellezza di ogni vita. Raccomando a Dio anche tutti coloro che in Europa mantengono la consapevolezza della loro eredità spirituale, religiosa e morale.
S.E. Mons. Stanisław Gądecki
Arcivescovo Metropolita di Poznań
Presidente della Conferenza Episcopale Polacca
Vicepresidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE)
Varsavia, 2 dicembre 2020
(Traduzione dall'originale polaccco: M. M. G. Olmo / Office for Foreign Communication of the Secretariat of the Polish Bishops' Conference)