L'Arcivescovo Marek Jędraszewski a Kalwaria Zebrzydowska sulla comunità dei Cuori di Gesù e Maria

Oggi ci riuniamo nella memoria del Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria, ringraziando Dio per la solennità di ieri del Sacratissimo Cuore di Gesù. La convergenza di queste celebrazioni liturgiche ci spinge a tornare ancora una volta all'idea di Eleusa, che in sostanza parla della meravigliosa comunità dei Cuori di Gesù e della sua Madre Purissima – ha affermato l'Arcivescovo Marek Jędraszewski nell'omelia della S. Messa che ha dato l'avvio al secondo giorno di lavori della 389.ma Sessione Plenaria della Conferenza dell'Episcopato Polacco a Kalwaria Zebrzydowska.

Pubblichiamo il testo integrale dell'omelia:

Il tipo iconografico di Eleusa si sviluppò probabilmente nell'ambito dell'arte copta ed era conosciuto a Bisanzio fin dal IX secolo. Sottolinea il forte legame affettivo tra Maria e il Bambino: Ella tiene tra le braccia il giovane Cristo e china il capo per stringere la guancia contro la Sua, mentre Cristo l'abbraccia con una mano (spesso invisibile) dietro il collo, e tiene l'altra nelle mani della Madre.

Dipinta proprio secondo questo tipo iconografico, l'Immagine di Nostra Signora di Kalwaria allude all'Immagine Miracolosa di Nostra Signora di Myślenice venerata in queste pagine, contenente addirittura l'iscrizione "IMAGO B [eatae] M [ariae] V [irginis] MISLIMICENSIS". Ci sono, tuttavia, alcune differenze significative tra queste Immagini: nel Quadro di Kalwaria, più vicino al tipo di Eleusa, il Bambino Gesù, in piedi sulle ginocchia della Madre, dice qualcosa a Maria, e il suo volto dignitoso e calmo indica che le parole di Gesù affondano profondamente nel suo cuore. Tuttavia, i suoi occhi non sono, come di solito accade in tali quadri, rivolti verso il Bambino, ma verso le persone che pregano davanti al Quadro.

Inizialmente, il dipinto si trovava presso la corte Paszkowski nella vicina Kopytówka vicino a Marcyporęba. Come scrisse uno storico religioso, “ogni giorno al mattino presto, e di nuovo al tramonto, il padrone e la padrona, i loro figli, i membri della famiglia e i servitori di corte si riunivano in una delle stanze della corte e qui, davanti all'antico dipinto, venivano recitate insieme le preghiere. Molti di coloro che pregavano avrebbero sperimentato una strana letizia e una gioia interiore”. Il 3 maggio 1641 accadde un evento insolito: l'Immagine della Madre di Dio pianse con lacrime di sangue. Padre Walerian Kaliński, guardiano del convento Bernardino a Kalwaria Zebrzydowska, venne al maniero Paszkowski e persuase il proprietario a consegnare il dipinto al monastero, cosa che avvenne due giorni dopo, il 5 maggio 1641. Così, nel locale monastero Bernardino, iniziò il culto della Madonna di Kalwaria, che dura ininterrottamente da 360 anni.

"Sua madre serbava queste cose nel suo cuore", scrisse S. Luca di Maria in merito al ritrovamento di Gesù dodicenne nel tempio di Gerusalemme (Lc 2,51). Analoga citazione fece lo stesso Evangelista quando i pastori di Betlemme raccontarono a Lei e a Giuseppe "ciò che era stato loro rivelato sul Bambino" (cfr. Lc 2,17): «Maria custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19).

Tuttavia, probabilmente lo fece con tutto ciò che riguardava il mistero dell'Unigenito Figlio di Dio, che per opera dello Spirito Santo fu concepito in Lei e da Lei nacque come Uomo. Invariabilmente e con la massima attenzione, ascoltava la parola di Dio a Lei rivelata, che poi meditava nel suo cuore.

La prima volta fu a Nazareth, dove giunse l'angelo Gabriele, annunciandoLe la volontà dell'Altissimo che superava ogni immaginazione e aspettativa, che sarebbe diventata la Madre di Suo Figlio. Prima di dire il Suo "Fiat", ha domandato: "Come accadrà?" (Luca 1,34). Pertanto, la decisione è stata preceduta da una riflessione e dalla conseguente domanda rivolta all'Arcangelo. Lo stesso è accaduto a Betlemme, quando ha scoperto il senso della verità che proprio Lei, nella città di Davide ha dato alla luce il Salvatore, «che è il Cristo Signore» (Lc 2,11). A sua volta, nel tempio di Gerusalemme, si era stupita che Gesù avesse indicato con chiarezza il primato e la superiorità del suo Padre celeste su Giuseppe, l'uomo giusto, Suo Sposo, che agli occhi del mondo era considerato il padre naturale di Gesù, cui fu soggetto come figlio (cfr. Luca 2,49-51). Infine, in piedi sotto la croce del Golgota, sulla quale Gesù stava morendo, meditò sulla verità della profezia del vecchio Simeone secondo cui anche a Lei «una spada trafiggerà l'anima» proprio perché Suo Figlio era «destinato alla rovina e alla risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione» (cfr. Luca 2,34-35). Tuttavia, dopo l'Ascensione, mentre si trovava con gli Apostoli che attendevano nel Cenacolo la Discesa dello Spirito Santo, meditava sulla profondità e contemporaneamente sull'universalità della sua maternità per tutta la Chiesa, che Gesù le aveva affidato nel suo testamento dalla croce, additando Giovanni come Suo figlio (cfr. Gv 19,26-27).

Oggi ci riuniamo nella memoria del Cuore Immacolato della Santissima Vergine Maria, ringraziando Dio per la solennità di ieri del Sacratissimo Cuore di Gesù. La convergenza di queste celebrazioni liturgiche ci spinge a tornare ancora una volta all'idea di Eleusa, che in sostanza parla della meravigliosa comunità dei Cuori di Gesù e della sua Purissima Madre. In questo luogo santo, ai piedi della Signora di Kalwaria, ricordiamo la preghiera che a Lei ha rivolto S. Giovanni Paolo II il Grande quando la salutò il 19 agosto 2002. Con le parole di colui che ha voluto essere "Totus Tuus" nel suo ministero episcopale e papale, diciamo oggi con grande fiducia:

“Madre di Kalwaria, rendici una cosa sola con Te e tra di noi. Perciò, Avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi Tuoi misericordiosi, e mostraci dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del Tuo seno. O clemente, o pia, dolce Vergine Maria!

Signora misericordiosa, guarda questo popolo che da secoli è rimasto fedele a Te e a Tuo Figlio. Guarda questa nazione, che ha sempre riposto la speranza nel Tuo amore materno. Guarda, rivolgi a noi i tuoi occhi misericordiosi, ottieni ciò di cui i Tuoi figli hanno più bisogno. (…)

Dona alle famiglie un amore che possa sopportare tutte le difficoltà.

Mostra ai giovani la via e le prospettive del futuro.

Copri i bambini con il manto della tua protezione perché non inciampino.

Ravviva le comunità religiose con la grazia della fede, della speranza e dell'amore.

Insegna ai sacerdoti ad imitare Tuo Figlio nel dono quotidiano della loro vita per le pecore.

Ottieni per i Vescovi la luce dello Spirito Santo, perché guidino questa Chiesa sull'unica retta via che conduce alle porte del Regno di Tuo Figlio.

Madre Santissima, Signora di Kalwaria, ottini anche per me la forza del corpo e dello spirito per compiere fino in fondo la missione affidatami dal Risorto.

A Te dono tutti i frutti della mia vita e del mio ministero;

A Te affido le sorti della Chiesa;

A Te consegno il mio popolo;

in Te confido e a Te ancora una volta dichiaro:

Totus Tuus, Maria!

Totus Tuus. Amen".

diecezja.pl

(Tradotto dal polacco da M. Olmo / Ufficio per le Comunicazioni Estere della Conferenza Episcopale Polacca)

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