Nel terzo giorno della conferenza internazionale di Varsavia "La nostra missione comune di salvaguardia dei figli di Dio", si è parlato delle conseguenze teologiche degli abusi sessuali su minori da parte del clero. Sono state inoltre condivise esperienze sulla pratica della tutela dei minori nei singoli Paesi dell'Europa Centro-Orientale.
Durante la S. Messa mattutina Mons. Gjergj Meta dell'Albania ha sottolineato la dimensione materna della misericordia di Dio. Riferendosi alle esperienze delle donne nel suo paese d'origine, ha affermato che sono pronte a sopportare molte umiliazioni e violenze, ma che reagiscono in modo violento quando ai loro figli viene fatto del male. Possa la Chiesa sopportare così tutte le persecuzioni, come una madre che ama tutti i suoi figli, specialmente i più piccoli – ha affermato il vescovo albanese.
Il Rev.do GrzegorzStrzelczyk ha richiamato l'attenzione sulle conseguenze dell'indebolimento della fiducia in un sacerdote che ha abusato sessualmente di un minore e sulla reazione impropria delle autorità ecclesiastiche.
Ha sottolineato che la stessa sopravvivenza delle comunità di fede dipende, in un certo senso, dalla giusta risposta delle strutture della Chiesa agli abusi sessuali sui minori. Ha fatto presente che la risposta della Chiesa al dramma degli abusi sessuali sui minori da parte del clero si concentra solitamente sugli aspetti legali, psicologici e spirituali. La riflessione teologica rimane piuttosto offuscata, ma sembra indispensabile comprenderla appieno.
Il teologo ha indicato diversi livelli di scandalo se è stata scossa la fiducia in un ecclesiastico che ha abusato sessualmente di un minore, o se la struttura ecclesiastica informata ha reagito in modo inappropriato, o non vi sono state ammissioni di colpa, scuse esplicite e risarcimento del danno. In questo contesto, ha sottolineato che la Chiesa, che annuncia la riconciliazione donata agli uomini in Cristo, può essere credibile solo se, di fronte al grande male, è capace di penitenza, che deve condurre a un'autentica e profonda trasformazione delle persone.
L'oratore ha anche sottolineato la necessità di ripensare la teologia del governo nella Chiesa per non agire come corporazioni che si preoccupano solo della propria immagine.
Durante i lavori, i partecipanti hanno anche appreso dei segni che suscitano speranza, esempi dell'opera della Chiesa nell'Europa Centrale e Orientale nel campo della prevenzione degli abusi su minori e dell'aiuto alle vittime di questi crimini. Sono state presentate le attività del Centro per la Promozione del Benessere delle Persone Indifese dell'Università Cattolica Croata di Zagabria. Il Padre ceco premonstratense, Marek František Drábek ha parlato della sua opera mediatica e pastorale, mentre suor Judit Szentes dall'Ungheria, ha presentato la positiva collaborazione in questo campo con le autorità statali della sua terra natale. P. Adam Żak SJ ha esposto le attività della Chiesa in Polonia in favore delle vittime, la prevenzione e il lavoro con gli autori di questi crimini; Suor Agnieszka EwaJarkowska invece ha introdotto i partecipanti alle attività in quest'area della Chiesa in Slovacchia.
Gli incontri per piccoli gruppi sono serviti ad approfondire la riflessione e ad indicare le prospettive di cooperazione.
La conferenza si concluderà domani.