Il Centro per le Relazioni Cattolico-Ebraiche dell'Università Cattolica di Lublino (KUL) Abraham J. Heschel è la realizzazione della dichiarazione conciliare 'Nostra aetate' e dell'insegnamento della Chiesa espresso dai Papi che si sono succeduti – ha scritto in una lettera l'Arcivescovo Stanisław Gądecki, Presidente della Conferenza Episcopale Polacca in occasione dell'inaugurazione del Centro Abraham J. Heschel dell'Università Cattolica di Lublino Giovanni Paolo II.
Il Presidente dell'Episcopato in una lettera consegnata a mano al Rev. Prof. Mirosław Kalinowski, Rettore della KUL, ha sottolineato che l'inaugurazione del Centro Abraham J. Heschel nell'ottobre 2022, in coincidenza delle celebrazioni del 60.mo anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano II, ha un significato simbolico. Ha ricordato che proprio durante questo Concilio è stata emanata la dichiarazione 'Nostra aetate', che "è tuttora uno dei più importanti punti di riferimento nella formazione dei rapporti cattolico-ebraici". Il Presidente dell'Episcopato nella lettera ha sottolineato, tra l'altro, l'importante ruolo che il rabbino Abraham Joshua Heschel, patrono del Centro, ha svolto durante i lavori del Concilio Vaticano II e il suo contributo alle disposizioni della dichiarazione 'Nostra aetate'. "La dichiarazione del Consiglio 'Nostra aetate' deve molto all'apertura al dialogo e alla saggezza del professor Heschel" – si legge nella lettera.
Ha anche fatto notare che il Centro per le Relazioni Cattolico-ebraiche Abraham J. Heschel è stato istituito nell'università, che nel suo nome ha il riferimento a Giovanni Paolo II, figura estremamente importante nel dialogo cattolico-ebraico. "E' stato proprio S. Giovanni Paolo II a portare nella Chiesa una speciale sensibilità per le questioni ebraiche. Il Papa polacco è ancora oggi un modello da seguire nel dialogo cattolico-ebraico" – ha scritto il Presidente dell'Episcopato, ricordando, tra l'altro, il fatto che Giovanni Paolo II sia stato il primo Papa a pregare insieme ad un rabbino per la pace, il primo Papa ad entrare in una sinagoga e a visitare il campo di concentramento nazista tedesco di Auschwitz-Birkenau. "E' stato proprio S. Giovanni Paolo II – quando stavamo preparando la prima giornata dell'ebraismo in Polonia nel 1998 – a decidere che il suo motto dovesse essere: "Chi incontra Gesù, incontra l'ebraismo" – ha aggiunto Mons. Gądecki.
Il Presidente dell'Episcopato ha inoltre sottolineato che di recente anche Benedetto XVI e Papa Francesco "hanno sviluppato molto i rapporti cattolico-ebraici, che sono un esempio per l'intera comunità della Chiesa cattolica".
A nome della Conferenza Episcopale Polacca, l'Arcivescovo Gądecki ha ringraziato il Rettore della KUL per l'istituzione del Centro per le Relazioni Cattolico-Ebraiche e ha auspicato che le attività del Centro Heschel si traducano nella "costruzione e approfondimento di buone relazioni cattolico-ebraiche nel campo della scienza, dell'educazione e della cultura nella dimensione internazionale". "Il Rabbino Abraham Joshua Heschel e Papa Giovanni Paolo II, patroni eccezionali, siano le guide in questo comune percorso ebraico-cattolico" – ha aggiunto.
Ufficio Stampa della Conferenza Episcopale Polacca
Pubblichiamo il testo integrale della Lettera:
Varsavia, 17 ottobre 2022
Magnifico Rettore,
Con gioia ho appreso dell'iniziativa presentatami un anno fa, di creare un centro di ricerca e formazione dedicato alle relazioni cattolico-ebraiche presso l'Università Cattolica Giovanni Paolo II di Lublino. Sono lieto che questa iniziativa abbia già avuto un'espressione concreta nella forma del Centro per le Relazioni Cattolico-Ebraiche Abraham J. Heschel della KUL.
Si può affermare che l'inaugurazione del Centro Abraham J. Heschel nell'ottobre 2022, in coincidenza delle celebrazioni del 60.mo anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano II, ha un significato simbolico. Proprio durante questo Concilio è stata emanata la dichiarazione 'Nostra aetate', che è tuttora uno dei più importanti punti di riferimento nella formazione dei rapporti cattolico-ebraici. Questa dichiarazione ricorda che con nessun'altra religione la Chiesa cattolica ha un rapporto così stretto, né ha un rapporto così stretto con nessun'altro popolo come con l'ebraismo. "La Chiesa di Cristo infatti riconosce che gli inizi della sua fede e della sua elezione si trovano già, secondo il mistero divino della salvezza, nei patriarchi, in Mosè e nei profeti" (Nostra Aetate, 4). Sono proprio questi legami spirituali tra cattolici e fedeli dell'ebraismo che li costringe a conoscersi, anche nella dimensione accademica e nelle relazioni fraterne (cfr. Ibidem).
A questo punto, vorrei sottolineare il ruolo molto importante che il Rabbino Prof. Abraham Joshua Heschel, Patrono del Centro, ha svolto durante i lavori del Concilio Vaticano II e il suo significativo contributo alle disposizioni della dichiarazione 'Nostra aetate'. La sua pluriennale collaborazione con i cattolici in Europa e negli Stati Uniti, gli incontri con Papa Paolo VI, i numerosi contatti con il cardinale Augustin Bea hanno portato al grande coinvolgimento del Rabbino nella creazione del documento. La dichiarazione conciliare 'Nostra aetate' deve molto all'apertura al dialogo e alla saggezza del Prof. Heschel.
Allo stesso tempo, vorrei sottolineare che il Centro per le Relazioni Cattolico-Ebraiche Abraham J. Heschel è stato istituito nell'università, che nel suo nome ha il riferimento a Giovanni Paolo II, figura estremamente importante nel dialogo cattolico-ebraico. L'Università Cattolica Giovanni Paolo II di Lublino, aprendo il Centro, raccoglie anche l'eredità spirituale del suo ex Professore e Patrono. E' stato proprio S. Giovanni Paolo II a portare nella Chiesa una speciale sensibilità per le questioni ebraiche. Il Papa polacco è ancora oggi un modello da seguire nel dialogo cattolico-ebraico E' stato il primo Papa a pregare per la pace insieme ad un rabbino, il primo Papa ad entrare in una sinagoga e a visitare il campo di concentramento nazista tedesco di Auschwitz-Birkenau. Giovanni Paolo II è stato il primo Papa che ha pregato al Muro del Pianto, chiedendo a Dio perdono e fratellanza reciproci. Ha anche sottolineato che l'antisemitismo è un peccato. E' stato proprio S. Giovanni Paolo II – quando stavamo preparando la prima giornata dell'ebraismo in Polonia nel 1998 – a decidere che il suo motto doveva essere: "Chi incontra Gesù, incontra l'ebraismo".
L'atteggiamento del Papa polacco e il suo insegnamento coerente nel processo di riavvicinamento tra le nostre due religioni e nazioni non ha avuto eguali nella storia fino ad ora e divenne un'ispirazione per la Chiesa in Polonia. Di recente Benedetto XVI e Papa Francesco hanno sviluppato molto i rapporti cattolico-ebraici, che sono un esempio per l'intera comunità della Chiesa cattolica. Il Centro per le Relazioni Cattolico-Ebraiche della KUL Abraham J. Heschel è quindi la realizzazione della dichiarazione conciliare 'Nostra aetate' e dell'insegnamento della Chiesa espresso dai Papi che si sono succeduti.
A nome della Conferenza Episcopale Polacca, vorrei ringraziare il Rev. Prof. Mirosław Kalinowski, Rettore della KUL, per l'istituzione del Centro per le Relazioni Cattolico-Ebraiche Abraham J. Heschel dell'Università Cattolica di Lublino Giovanni Paolo II. Auguro al Rettore, al personale del Centro e alla Comunità Accademica che le attività del Centro Heschel si traducano nella costruzione e nell'approfondimento di buone relazioni cattolico-ebraiche nel campo della scienza, dell'educazione e della cultura nella dimensione internazionale. Il rabbino Abraham Joshua Heschel e Papa Giovanni Paolo II, Patroni eccezionali, siano le guide in questo comune percorso cattolico-ebraico.
Ad multos annos! Shalom!
+ Stanisław Gądecki Arcivescovo Metropolita di Poznań Presidente della Conferenza Episcopale Polacca _____________________ Al Magnifico Rettore Il Rev.do prof. Mirosław Kalinowski Rettore dell'Università Cattolica Giovanni Paolo II di Lublino
(Tradotto dal polacco da M. Olmo / Ufficio per le Comunicazioni Estere della Conferenza Episcopale Polacca)