L'aiuto della Chiesa ai rifugiati in Polonia dall'Ucraina e a coloro che sono rimasti nel loro Paese nonostante la guerra, ha caratterizzato l'attività pastorale e caritativa delle comunità ecclesiali polacche in questo anno 2022 che se si sta concludendo – ha affermato P. Leszek Gęsiak SJ, Portavoce della Conferenza Episcopale Polacca, sintetizzando l'anno che sta per terminare.
Il Portavoce dell'Episcopato ha fatto presente che dal momento dello scoppio della guerra in Ucraina, la Chiesa Polacca si è impegnata in tutti i campi ad aiutare chi fugge dalle zone di guerra, ma anche a fornire assistenza a chi è rimasto sul posto. "Un ruolo enorme hanno giocato la Caritas Polska e l'Ufficio dell'Equipe di Aiuto alla Chiesa dell'Est, che fin dall'inizio hanno aiutato in molti modi le persone provenienti dal nostro confine orientale colpite dal dramma della guerra" – ha precisato. Ha aggiunto che questo aiuto è stato ed è possibile "grazie all'enorme generosità e magnanimità dei nostri compatrioti che, senza esitazione, si sono mossi a sostenere i loro vicini".
Il Portavoce della Conferenza Episcopale Polacca (KEP) ha sottolineato che la Caritas in Polonia ha fornito aiuti in natura all'Ucraina dall'inizio della guerra, tra cui cibo, medicinali e beni di prima necessità. È stato anche realizzato il programma „Un pacco per l'Ucraina". Inoltre in Polonia sono attivi 32 Centri di Aiuto ai Migranti e ai Rifugiati, tra cui quello di Varsavia, Białystok, Częstochowa, Katowice, Szczecin, Cracovia i Zamość. Essi assicurano ai rifugiati un aiuto psicologico gratuito, corsi di lingua polacca, l'intermediazione per il lavoro e la casa e giochi per bambini.
"Sebbene gran parte dei rifugiati sia ritornata nelle proprie case in Ucraina, o nei territori direttamente coinvolti nella guerra, il sostegno a coloro che sono rimasti in Polonia è ancora necessario. Ancor più necessario è l'aiuto agli Ucraini in Patria, soprattutto adesso che è sopraggiunto l'inverno e in molte località non c'è corrente elettrica né riscaldamento, notizie di cui sentiamo parlare spesso dai rappresentanti delle Caritas locali, dai sacerdoti del luogo o dalle religiose e dai religiosi che aiutano le comunità locali" – ha dichiarato P. Gęsiak.
Il Portavoce dell'Episcopato ha fatto appello a non abituarci alla situazione di conflitto militare che si sta svolgendo oltre i nostri confini orientali, nonostante il fatto che stia durando già da oltre 10 mesi. "La cosa peggiore è l'assuefazione e l'indebolimento della compassione e del desiderio di aiutare il prossimo. Lottiamo contro questa situazione e non permettiamo che le nostre sorelle e i nostri fratelli non abbiano nulla con cui scaldarsi in inverno. Questo è anche ciò che i vescovi polacchi hanno ripetutamente chiesto nel corso di quest'anno" – ha sottolineato.
Il Portavoce dell'Episcopato ha richiamato in questo contesto l'impegno diretto dei Vescovi polacchi in favore dell'Ucraina. Il Presidente della Conferenza Episcopale Polacca ha contattato il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill, indirizzandogli una lettera il 3 marzo scorso, affinché facesse appello a Putin per il ritiro dell'esercito russo dal territorio sovrano dell'Ucraina. "L'Arcivescovo Stanisław Gądecki ha sottolineato in questa lettera senza precedenti, che la guerra è sempre una sconfitta per l'umanità e che 'nessun motivo, nessuna ragione può mai giustificare la decisione di iniziare un'invasione militare di un paese indipendente, bombardando zone residenziali, scuole o asili" – ha dichiarato il portavoce della KEP.
Il tema della guerra in Ucraina e dell'aiuto ai rifugiati interni e all'esterno è stato anche al centro della visita a Varsavia del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, che si è svolta verso la fine dello scorso marzo. "Il Patriarca Bartolomeo si è congratulato con i polacchi per la loro generosità e ospitalità affermando: 'Avete dato letteralmente le vostre case e il vostro cuore al prossimo. Tutto il mondo ha un enorme debito di gratitudine nei vostri confronti'. Non si tratta ora di vantarsi di questo aiuto e di diventare presuntuosi, ma di scorgere quanto bene si può fare insieme se abbiamo il cuore aperto" – ha affermato il Portavoce dell'Episcopato.
Ha rivolto la sua attenzione anche alla visita di solidarietà in Ucraina alla quale hanno partecipato l'Arcivescovo Stanisław Gądecki, Presidente della KEP; l'Arcivescovo Wojciech Polak, Primate di Polonia e l'Arcivescovo Stanisław Budzik, Metropolita di Lublino che ha avuto luogo a metà maggio. "I Vescovi hanno visitato Leopoli, Kiev oltre a Bucza e Irpiń, dove ci sono state uccisioni di massa di Ucraini. Al loro ritorno hanno sottolineato che la guerra in Ucraina non riguarda solo gli Ucraini, ma anche la Polonia e tutta l'Europa. Hanno richiamato la necessità di essere solidali con una nazione che è stata così duramente colpita" – ha affermato P. Gęsiak.
Il Portavoce dell'Episcopato ha richiamato pure l'incontro della Commissione Mista del Governo della Repubblica Polacca e della Conferenza Episcopale Polacca che si è svolto il 7 novembre scorso dopo tre anni di interruzione. "Uno dei temi principali della seduta è stato l'impegno negli aiuti ai profughi di guerra dall'Ucraina" – ha ricordato. Il Ministero degli Affari Interni e dell'Amministrazione Mariuz Kamiński ha ringraziato tutto il clero e le persone laiche che si sono impegnate in questa questione.
Un altro dei temi importanti dell'anno che sta terminando è stato il sinodo sulla sinodalità, la cui tappa diocesana si è conclusa a metà anno e si è passati alla fase continentale. Il 24 agosto è stata presentata la sintesi nazionale preparata sulla base delle consultazioni sinodali condotte nelle singole diocesi. Esse hanno messo in luce il desiderio di migliorare il funzionamento della Chiesa, ma non di cambiare la dottrina o la struttura. L'attenzione è stata rivolta anche alla conversione personale dei laici e del clero. Il Portavoce della KEP ha fatto presente che "il Papa ha invitato ad un ascolto reciproco durante il processo sinodale, tuttavia non c'è stata molta risposta a questo invito".
In questo contesto il Portavoce dell'Episcopato ha rivolto l'attenzione anche al notevole calo del numero di fedeli che frequentano il culto e la liturgia. "In parte può essere esito della pandemia, in parte la crescente secolarizzazione della società e, in parte, anche i vari peccati del clero. Molte persone si sono abituate a seguire la vita della Chiesa attraverso internet e non è tornata alla pratica religiosa nelle chiese. La chiesa è diventata per alcuni un'istituzione di servizio con la quale non vogliono avere molto a che fare – ha fatto notare P. Gęsiak. Ha aggiunto che a questo proposito sono stati provvidenzialmente scelti come temi dell'Anno Pastorale 2022/2023 le parole: "Credo nella Chiesa di Cristo".
"Il Presidente dell'Episcopato ha sottolineato che il tema guida dell'Anno pastorale, iniziato la prima domenica di Avvento, è al contempo una riflessione sulla Chiesa e sulla sua missione, nonchè il rafforzamento della fede nella Chiesa come comunità di credenti. Si tratta di far sì che i fedeli si sentano di nuovo membri di questa comunità, non solo degli osservatori o dei critici" – ha osservato il Portavoce della KEP.
Lo sfondo triste dell'anno che sta terminando – ha riconosciuto il Portavoce della KEP – sono state le numerose dichiarazioni mediatiche critiche su S. Giovanni Paolo II, che gli attribuivano l'insabbiamento della pedofilia nella Chiesa, minando pertanto la sua santità. In risposta alle accuse indirizzate contro il Papa polacco, il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Polacca ha rilasciato la sua Posizione nei confronti dell'attività di Giovanni Paolo II in riferimento agli abusi sessuali su minori. "I membri del Consiglio Permanente della KEP hanno sottolineato con forza che Giovanni Paolo II, in conformità con le conoscenze acquisite, ha intrapreso una decisa lotta contro i casi di abusi sessuali su minori da parte di alcuni sacerdoti e ha introdotte norme obbligatorie in tutta la Chiesa per questo tipo di reati" – ha ricordato P. Gęsiak.
Nel corso dell'anno che si conclude, la Chiesa in Polonia ha celebrato anche giubilei e altri eventi importanti nelle diocesi. Il Portavoce della KEP ha menzionato che il 6 giugno abbiamo festeggiato il 25.mo anniversario della visita di S. Giovanni Paolo II a Zakopane, unitamente alla 392.ma Sessione Plenaria della Conferenza Episcopale Polacca. L'11 giugno nella Cattedrale di Wrocław si è svolta la batificazione di S. Maria Paschalis Jahn e delle 20 Consorelle elisabettiane, brutalmente uccise dai soldati dell'Armata Rossa nel 1945. La seconda metà dell'anno, invece, è stata caratterizzata dalle celebrazioni del 50.mo anniversario della Diocesi di Opole, alle quali in ottobre è stata collegata la 393.ma Sessione Plenaria della KEP a Kamień Śląski.
Evento nazionale è stato l'annuncio, verso la fine di marzo, del Decreto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti della beatificazione di Natalia Tułasiewicz, che l'ha dichiarata patrona degli insegnanti polacchi. Ampia eco ha ricevuto anche la decisione di Papa Francesco del mese dicembre di riconoscere il martirio della famiglia Ulma di Markowa, che apre la strada da una rapida beatificazione.
Ufficio Stampa della Conferenza Episcopale Polacca
(Tradotto dal polacco da M. Olmo / Ufficio per le Comunicazioni Estere della Conferenza Episcopale Polacca)