È necessaria la collaborazione tra l'autorità legale statale e l'autorità ecclesiastica, e i cristiani collaborano con tutte le persone di buona volontà in una società pluralista, portando il proprio contributo al funzionamento dell'istituzione legale statale – ha affermato Mons. Stanisław Gądecki, Presidente della Conferenza Episcopale Polacca, durante la conferenza stampa dal titolo “Le relazioni Stato-Chiesa di cui la Polonia ha bisogno oggi. Quanta autonomia, quanta cooperazione?”, organizzato presso il Palazzo Arcivescovile di Varsavia dall'Agenzia Cattolica di Informazione in collaborazione con l'Istituto di Scienze Politiche e Amministrazione dell'Università Card. Stefan Wyszynski.
Nella sua esposizione, intitolata "Chiesa e Stato. Autonomia e cooperazione", il Presidente dell'Episcopato ha affermato, che per quanto riguarda il concordato polacco, ciò che si è potutto raggiungere è il frutto di quanto è stato compreso nella Gaudium et Spes, e successivamente nella regola dell'autonomia e della collaborazione reciproca. "Se nello stato qualcosa deve funzionare, ci deve essere una collaborazione reciproca", ha sottolineato. Mons. Gądecki ha evidenziato che alla base di ogni teoria del rapporto tra Chiesa e Stato c'è la risposta del Signore Gesù: "Date a cesare ciò che è di cesare e a Dio ciò che è di Dio" (Mt 22,21). "Il Signore Gesù legittima il potere politico, e allo stesso tempo ne limita la capacità di regolare i fondamenti materiali della vita" – ha osservato.
Ha aggiunto che "il diritto positivo e le azioni del governo o le sentenze dei tribunali non possono essere un'espressione della volontà di Dio. Godono solo della stessa autorità delle fallibili competenze umane. Il diritto positivo e le decisioni adottate non possono violare la dignità e i diritti fondamentali della persona" – ha sottolineato.
Il Presidente dell'Episcopato Polacco ha affermato che "lo Stato deve anche ricordare che l'uomo non esiste per volontà dello Stato, ma lo Stato esiste per volontà dell'uomo". L'Arcivescovo Gądecki ha sottolineato che la Chiesa, seguendo le orme di Cristo nel campo della politica, vuole adempiere al ruolo che le è stato assegnato dal Salvatore. "Per il suo compito e competenza, la Chiesa non può essere al servizio dei partiti politici" – ha osservato.
Il Presidente dell'Episcopato ha sottolineato che quando si tratta del rapporto tra lo Stato e la Chiesa cattolica, allora – riferendosi a papa Leone XIII – tra loro deve esserci un rapporto armonioso. "Si tratta della coerenza di quelle questioni che riguardano cose materiali e cose spirituali".
Lo Stato, quindi, serve fondamentalmente ciò che fa parte del bene comune temporale, quindi il compito dello Stato è quello di curare gli affari temporali dei cittadini. La Chiesa, invece, è organizzata in modo tale da rispondere ai bisogni spirituali dei suoi fedeli; prendersi cura del bene spirituale, temporale ed eterno dell'uomo, così come della società" – ha sottolineato.
Il Presidente dell'Episcopato Polacco ha anche osservato che "c'è la necessità di collaborare tra le autorità statali legali e le autorità ecclesiastiche", e che "i cristiani collaborano con tutte le persone di buona volontà in una società pluralistica, portando il proprio contributo al funzionamento dell'istituzione statale legale".
Ufficio Stampa della Conferenza Episcopale Polacca
(Tradotto dal polacco da M. Olmo / Ufficio per le Comunicazioni Estere della Conferenza Episcopale Polacca)