Costruire una “civiltà della vita” è il compito della Chiesa e di tutta la società. La sua legge fondamentale è l'amore – l'unico riferimento corretto dell'uomo all'uomo. Si esprime nella compassione, nella solidarietà e nella disponibilità al sacrificio – hanno scritto i Vescovi nella Lettera pastorale dell'Episcopato Polacco che presenta la celebrazione a livello nazionale della XXIII Giornata del Papa. Quest'anno si celebrerà domenica 15 ottobre, con il titolo: “La Civiltà della vita”.
“Celebrando, in comunione con Papa Francesco, la XXIII Giornata del Papa” – hanno scritto i vescovi – “vogliamo tornare al messaggio che S. Giovanni Paolo II ha espresso sulle pagine l'enciclica Evangelium vitae. Il Papa ha ricordato la dignità e il valore della vita umana, e ha anche indicato come costruire una “civiltà della vita” in opposizione alla “civiltà della morte”.
I vescovi hanno sottolineato che la costruzione della “civiltà della vita” è compito della Chiesa e di tutta la società. La sua legge fondamentale è l'amore – l'unica relazione corretta dell'essere umano verso l'essere umano. Si esprime nella compassione, nella solidarietà e nella disponibilità al sacrificio” – si legge nella Lettera.
“Un segno speciale dell'immaginazione della misericordia oggi è l'aiuto fornito da milioni di polacchi alle vittime della guerra in Ucraina” – si legge nella Lettera. “Si continui a pregare per la pace, il rispetto della vita umana e la nostra solidarietà con chi è nel bisogno. Crediamo che in questo modo la “civiltà della vita” vincerà la “civiltà della morte”, e il potere dell'amore e del bene sconfiggerà le tentazioni criminali del maligno” – hanno fatto appello i Vescovi.
Ufficio Stampa della Conferenza Episcopale Polacca
Pubblichiamo il testo integrale della Lettera:
GIOVANNI PAOLO II – LA CIVILTÀ DELLA VITA
Lettera pastorale dell'Episcopato polacco
che presenta la celebrazione a livello nazionale della XXIII Giornata del Papa
Sorelle e fratelli amati in Cristo Signore,
La vita è un dono che l'uomo riceve da Dio. La cura con cui – nella lettura del Vangelo di oggi – il proprietario prepara la vigna circondandola di un muro, scavando ed erigendo una torre – è immagine dell'amore di Dio che, creando il mondo e dotando l'essere umano di ragione e di libero arbitrio, gli ha donato le condizioni per lo sviluppo. Questi doni sono un'espressione di fiducia nella persona che, scoprendo la volontà di Dio, può dirigere la propria vita e influenzare il destino degli altri. In questo modo, Dio ha invitato l'uomo a edificare nel mondo la “civiltà della vita”. Si basa sulla famiglia e sulla nuova vita che nasce in essa. I bambini sono la speranza che fiorisce sempre di nuovo, il progetto che si realizza costantemente, il futuro che rimane sempre aperto. Venendo al mondo, portano con sé il messaggio di vita che indica il Creatore, come ha ricordato al Congresso delle Famiglie di Roma del 2000 S. Giovanni Paolo II .
Tuttavia, l'uomo ha abusato della fiducia che Dio aveva riposto in lui, che si esprime nella sopracitata parabola della ribellione dei lavoratori nei confronti del proprietario della vigna. E' entrato al posto di Dio e ha cominciato a decidere della vita, del suo valore e del suo significato. Le tragiche conseguenze di questo atteggiamento sono state definite da Giovanni Paolo II “civiltà della morte”. Consiste in tutto ciò che è contro la vita stessa, come ogni specie di omicidio, il genocidio, l'aborto, l'eutanasia e lo stesso suicidio volontario; tutto ciò che viola l'integrità della persona umana, come le mutilazioni, le torture inflitte al corpo e alla mente, le costrizioni psicologiche; tutto ciò che offende la dignità umana, come le condizioni di vita subumana, le incarcerazioni arbitrarie, le deportazioni, la schiavitù, la prostituzione, il mercato delle donne e dei giovani, o ancora le ignominiose condizioni di lavoro (GS, 27).
Pertanto, celebrando, in comunione con Papa Francesco, la XXIII Giornata del Papa dal titolo Giovanni Paolo II – La civiltà della Vita, vogliamo tornare al messaggio che San Giovanni Paolo II ha scritto sulle pagine l'enciclica Evangelium vitae. Il Papa ha ricordato la dignità e il valore della vita umana, e ha anche indicato come costruire una “civiltà della vita” in opposizione alla “civiltà della morte”.
I. Chi è un essere umano?
Oggigiorno, la questione fondamentale nella costruzione della “civiltà della vita” non è più solo la verità sulla dignità umana, come di solito viene presentata chiaramente sia nell'insegnamento della Chiesa che nella legislazione laica. Oggi, la controversia principale è legata al tentativo di rispondere alla domanda: che tipo di essere può essere chiamato essere umano? Sulla base di quali criteri può essere valutato e chi stabilisce questi criteri?
Una posizione chiara della Chiesa su questo tema è stata presentata da S. Giovanni Paolo II, che scriveva: dal momento in cui l'ovulo è fecondato, si inaugura una vita che non è quella del padre o della madre, ma di un nuovo essere umano che si sviluppa per proprio conto. (…) A questa evidenza di sempre... la scienza genetica moderna fornisce preziose conferme. Essa ha mostrato come dal primo istante si trovi fissato il programma di ciò che sarà questo vivente (...). Fin dalla fecondazione è iniziata l'avventura di una vita umana, di cui ciascuna delle grandi capacità richiede tempo, per impostarsi e per trovarsi pronta ad agire (EV, 60). Le parole citate sono una risposta inequivocabile alle domande sollevate nel dibattito pubblico riguardanti, tra gli altri, il diritto dei genitori, e in particolare della madre, di decidere sulla vita del bambino che porta in grembo. Si oppongono anche ai tentativi di costringere i legislatori a promulgare il diritto al libero accesso all'aborto e ad ordinare agli operatori sanitari di eseguirlo.
Oggi ci sono anche voci che, in nome dell'etica della qualità della vita, cioè sulla base di standard biologici, intellettuali, mentali o economici accettati, per i quali i criteri più importanti sono l'utilità e il successo a tutti i costi, negano il diritto alla vita alle persone malate e disabili. Ciò deve essere fatto limitando il loro accesso alle cure, con l'isolamento e privandoli della protezione legale o persino con l'eutanasia. Tuttavia (...) la sofferenza, presente sotto tante forme diverse nel nostro mondo umano, vi sia presente anche per sprigionare nell'uomo l'amore, proprio quel dono disinteressato del proprio « io » in favore degli altri uomini, degli uomini sofferenti. (SD, 29). Pertanto, le persone malate hanno un ruolo difficile ma particolarmente importante da svolgere nella storia del mondo.
II. Il Vangelo della Vita
Alla base della “civiltà della vita” c'è la necessità dell'evangelizzazione. Solo nella prospettiva della fede si possono scoprire pienamente il valore e la dignità di ogni essere umano. Derivano innanzitutto dalla verità sulla creazione dell'uomo, che Dio ha voluto per sé, lo ha invitato a “gestire” il mondo e a trasmettere la vita. L'uomo deve avere un valore straordinario agli occhi di Dio – scriveva Karol Wojtyła nelle Omelie nell'Areopago – se per la sua redenzione lo stesso Figlio di Dio stesso si è fatto uomo. Passione, morte e risurrezione mostrano anche il valore della vita umana, segnata soprattutto dalla sofferenza. Infine, l'uguaglianza delle persone, la grandezza della loro missione e la dignità ad essa associata si basano sul fatto che il fine ultimo dell'uomo è vivere con Dio nell'eternità.
III. Costruzione della civiltà della vita
Costruire una “civiltà della vita” è il compito della Chiesa e di tutta la società. La sua legge fondamentale è l'amore – l'unico riferimento corretto dell'uomo all'uomo. Esso si esprime nella compassione, nella solidarietà e nella disponibilità al sacrificio.
Il compito della tutela e della promozione della vita spettano anche ai legislatori. Sebbene la legge non sia l'unico strumento per difendere la vita umana, svolge un ruolo importante nel plasmare le coscienze e le relazioni sociali. Tuttavia, non è sufficiente abolire solo le leggi malvagie che violano direttamente il diritto alla vita. Anche le attività sociali e legislative pro-famiglia dovrebbero essere intraprese sulla base di nuovi principi, politiche lavorative, urbanistiche, abitative e dei servizi, perché si possano conciliare tra loro i tempi del lavoro e quelli della famiglia e diventi effettivamente possibile la cura dei bambini e degli anziani. (EV, 90). Molte coscienze contemporanee sono modellate anche dai contenuti veicolati dai media. Oggi è necessaria una maggiore promozione della maternità e della paternità, soprattutto sui social media, per mostrarle anche come un modo per realizzarsi e raggiungere la felicità. Unendo tutte le forze sociali in azione, dobbiamo migliorare significativamente l'attuale allarmante situazione demografica della nostra Patria. In questo campo, purtroppo, bisogna suonare l'allarme!
Sono estremamente importanti le azioni intraprese a tutela della vita e della salute da parte di medici, paramedici, farmacisti, infermieri, ostetriche e cappellani sono i più legati al mistero della vita. Nel contesto culturale e sociale odierno, in cui la scienza medica e l'arte a volte sembrano perdere la loro innata dimensione etica, c'è bisogno della vostra chiara testimonianza di fedeltà alla verità e alla coscienza. Esprimiamo particolare gratitudine a coloro che svolgono il loro ministero in case di riposo, case di cura o day hospital, oltre a sostenere le famiglie nella cura dei pazienti che vengono assistiti a casa.
È difficile elencare tutte le persone e le istituzioni al servizio della cura della vita. Tra questi vi sono gli orfanotrofi, le famiglie affidatarie, le persone che vegliano sulle "culle della vita", le mense, le case per i senzatetto o le case per madri single. Tuttavia, la loro azione non sarebbe possibile senza l'atteggiamento generoso di benefattori e volontari che, guidati da un amore generoso e disinteressato, si prendono cura dei malati, delle persone sole, delle vittime della guerre e dei disastri, e di coloro che devono trovarsi nel giusto ambiente educativo per superare le dipendenze e ritrovare la fede nel senso della vita. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che sono soprattutto i genitori ad insegnare ai loro figli alla libertà autentica, che si realizza nel dono sincero di sé, e coltivano in loro il rispetto dell'altro, il senso della giustizia, l'accoglienza cordiale, il dialogo, il servizio generoso, la solidarietà e ogni altro valore che aiuti a vivere la vita come un dono. (EV, 92).
Un segno speciale dell'immaginazione della misericordia oggi è l'aiuto fornito da milioni di polacchi alle vittime della guerra in Ucraina. Si continui a pregare per la pace, il rispetto della vita umana e la nostra solidarietà con chi è nel bisogno. Crediamo che in questo modo la “civiltà della vita” supererà la “civiltà della morte”, e il potere dell'amore e del bene supererà le tentazioni criminali del male.
IV. "Monumento Vivente" di S. Giovanni Paolo II
Anche i borsisti della Fondazione “Opera del Nuovo Millennio” sono coinvolti nella costruzione della civiltà della vita. La mia passione per l'aiuto alle persone non mi permette di stare a guardare e rimanere indifferente alle esigenze di un'altra persona – afferma Weronika, borsista dell'Arcidiocesi di Przemyśl. Come volontaria in una casa di riposo, non rimpiango un solo momento trascorso lì. Ogni incontro con i pazienti, il sorriso, il tatto e l'aiuto nelle cose più semplici hanno plasmato la mia sensibilità. Ogni anno, la Fondazione si prende cura di quasi duemila alunni di talento e studenti provenienti da famiglie povere, originari di piccole città di tutta la Polonia. Uno dei diplomati del programma è Magda dell'Arcidiocesi di Szczecin-Kamień, che dice: ho 3 fratelli e 5 sorelle. I miei genitori ci ripetevano di essere aperti alla vita, che Dio è la vita, che l'accoglievano con fiducia. Ho visto che è la fiducia in Lui che rende felice la nostra famiglia, e Lui ha benedetto i miei genitori che sono stati in grado di prendersi cura di ognuno di noi. Quando ne avevamo più bisogno, la Fondazione “Opera del Nuovo Millennio” ci è venuta in aiuto. Oggi io, come moglie e madre, cerco di coltivare in me ciò che i miei genitori hanno seminato in me e che la Fondazione ci ha trasmesso. Sono grata a Dio per il dono di una famiglia felice e numerosa, che guardo dal punto di vista di un adulto e voglio vivere in modo simile nella mia nuova famiglia – con i valori cristiani, con Dio nel cuore. Domenica prossima, durante la raccolta nelle chiese e nei luoghi pubblici, potremo fornire supporto materiale per questo eccezionale 'monumento vivente', costruito costantemente da 23 anni da tutti noi per gratitudine a S. Giovanni Paolo II. Il sostegno fornito in questo modo, anche di fronte alle difficoltà personali e alle privazioni, sia espressione della nostra costruzione di una civiltà della vita e dell'amore.
Durante la fruttuosa celebrazione della XXII Giornata del Papa, impartiamo a tutti la benedizione pastorale.
Firmato dai pastori della Chiesa cattolica in Polonia presenti alla 395.ma Sessione Plenaria della Conferenza Episcopale Polacca
Lidzbark Warmiński, 13 giugno 2023
Lettera da leggere domenica 8 ottobre 2023
(Tradotto dal polacco da M. Olmo / Ufficio per le Comunicazioni Estere della Conferenza Episcopale Polacca)