L'educazione religiosa a scuola è un diritto costituzionale degli studenti e dei genitori – hanno sottolineato i vescovi polacchi in una lettera per la 15ª Settimana dell'Educazione, opponendosi alle decisioni che limitano le lezioni di religione. “È impossibile vivere in modo maturo senza la formazione del cuore e della coscienza”, hanno scritto. La lettera sarà letta nelle chiese il 7 settembre.
https://episkopat.pl/doc/233585.Polish-Bishops-on-Education-Week-Religious-Education-in-school
https://episkopat.pl/doc/234306.Biskupi-na-Tydzien-Wychowania-Religia-w-szkole-jest-prawem
“Per la prima volta dal 1989, il governo sta violando la legge e prendendo decisioni che, in modo senza precedenti, limitano l'importanza dell'educazione religiosa nella formazione dei bambini e dei giovani”, hanno osservato i vescovi polacchi in una lettera che segna l'inizio della Settimana dell'Educazione il 14 ottobre. Hanno sottolineato cambiamenti quali la limitazione delle lezioni di educazione religiosa a una alla settimana, la possibilità di combinare le classi, collocarle all'inizio o alla fine della giornata scolastica e non includere i voti di educazione religiosa nella media. “Tali azioni sono espressione di discriminazione e intolleranza nei confronti dei credenti nella nostra patria”, hanno scritto, ricordando che il Tribunale costituzionale le aveva dichiarate incostituzionali.
I vescovi hanno sottolineato che la presenza della religione nelle scuole ha una “dimensione educativa, terapeutica e preventiva”, soprattutto in considerazione dei crescenti problemi di disagio emotivo, aggressività e dipendenza tra i bambini e i giovani. L'educazione religiosa, hanno scritto, contribuisce a formare una gerarchia di valori e insegna l'autodisciplina e la responsabilità delle proprie decisioni. Hanno anche fatto appello alle scuole affinché offrano preziose lezioni di etica agli studenti che non partecipano all'educazione religiosa. “L'educazione che non include la dimensione spirituale dell'essere umano è superficiale e incompleta”, hanno aggiunto.
In sintesi, i vescovi hanno citato Papa Leone XIV, il quale ha sottolineato che in molti ambienti oggi la fede cristiana è “considerata assurda, destinata ai deboli e agli stupidi”, e “i credenti sono ridicolizzati, perseguitati, disprezzati o, nella migliore delle ipotesi, tollerati e trattati con pietà”. “Ci si potrebbe chiedere se le scuole polacche oggi stiano diventando un ambiente simile, dove l'educazione religiosa è trattata con disprezzo e al massimo tollerata”, hanno scritto.
Nella loro lettera, i membri della Conferenza Episcopale Polacca hanno fatto eco alle parole del Papa, sottolineando che la mancanza di fede porta a conseguenze drammatiche: “una perdita di senso nella vita, un dimenticare la misericordia, una violazione della dignità umana [...], una crisi nella famiglia e molte altre ferrite”. “Le lezioni di religione sono la risposta della Chiesa e della scuola a questi drammi. Non sono un privilegio, ma un diritto degli studenti e dei genitori credenti, un diritto confermato dalla Costituzione”, hanno osservato. In conclusione, hanno espresso la loro gratitudine agli insegnanti di religione, agli educatori e ai presidi delle scuole, e hanno dato a tutti la loro benedizione pastorale.
Ufficio Stampa della Conferenza Episcopale Polacca