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La riconciliazione tra le nostre nazioni è un processo di guarigione dalle ferite che sia i polacchi che gli ucraini portano ancora oggi nelle loro anime e coscienze – ha affermato l’Arcivescovo Sviatoslav Shevchuk, metropolita di Kiev-Halyč, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, in un discorso durante la funzione “Perdono e riconciliazione” nell’Arcicattedrale di Varsavia.

L’Arcivescovo Shevchuk ha sottolineato nel suo discorso che “la riconciliazione tra le nostre nazioni è un processo di guarigione dalle ferite che sia i polacchi che gli ucraini portano ancora oggi nelle loro anime e nella loro coscienza. Non è facile guarire il dolore e le ferite”.

L’Arcivescovo Shevchuk ha sottolineato che quello che è successo l’anno scorso, “quando i polacchi hanno aperto i loro cuori, le loro case ai rifugiati dall’Ucraina, è qualcosa di straordinario”. “Le ferite precedenti sono sparite e al loro posto è sorta l’opportunità di stringere amicizie personali. Posso dire lo stesso da parte ucraina. Il popolo ucraino ritiene che i polacchi siano i migliori amici. Sappiamo che i polacchi fanno sempre il tifo per l’Ucraina, che sono come compatrioti e i compagni più vicini su cui si può contare, sono nostri amici e nostri fratelli. Ora possiamo costruire nuove relazioni che nascono davanti ai nostri occhi”, ha sottolineato.

“Ora stiamo costruendo una nuova memoria, che, come dice Papa Francesco, è una memoria positiva. E a mio parere, è un dono di Dio di cui dovremmo approfittare per non rimanere schiavi del passato, ma per costruire un futuro migliore che si prospetta davanti a noi ” – ha dichiarato l’Arcivescovo Shevchuk.

Ufficio Stampa della Conferenza Episcopale Polacca

(Tradotto dal polacco da M. Olmo / Ufficio per le Comunicazioni Estere della Conferenza Episcopale Polacca)