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ll ruolo dei vescovi nel discernimento, le premesse antropologiche in rapida trasformazione e le fruttuose pratiche della Chiesa – sono stati i principali temi della seconda parte dell’Assemblea Continentale Europea del Sinodo di Praga, alla quale hanno partecipato i Presidenti delle Conferenze Episcopali, tra i quali l’Arcivescovo Stanisław Gądecki, Presidente della Conferenza Episcopale Polacca (KEP).

Il Presidente della Conferenza Episcopale Polacca ha affermato che durante l’incontro si è cercato di chiarire che “il ruolo dei vescovi nel discernimento consiste prima di tutto nell’ascolto dello Spirito Santo e che non è un ascolto individuale, ma un ascolto comunitario”. “Non si tratta di una voce dell’élite o della voce della maggioranza, ma di prendere decisioni in spirito di preghiera. Si tratta di soppesare tutte le ragioni e le opinioni” – ha affermato l’Arcivescovo Gądecki.

La seconda questione che è stata affrontata durante l’incontro dei Presidente degli Episcopati Europei riguarda le premesse antropologiche in rapida trasformazione. “Il mondo secolarizzato si muove ad una velocità enorme e pertanto è necessaria una rapida risposta da parte della Chiesa missionaria. Questa volta non si tratta della missione da parte del clero o dei sacerdoti, dei vescovi e dei religiosi, ma di una risposta di tutta la Chiesa, cioè di una risposta da parte di tutti” – ha sottolineato il Presidente dell’Episcopato.

Ha ammesso che con il Sinodo si spera di smuovere maggiormente quello che è stato definito il “gigante addormentato” dai tempi del Concilio, ossia i laici. “Ha già avuto un discreto successo, nel senso che abbiamo persino dei martiri laici che hanno partecipato all’opera di evangelizzazione” – ha aggiunto.

L’Arcivescovo Gądecki ritiene che nel processo di trasformazioni antropologiche e nella stessa missione, sia rilevante anche “sottolineare il ruolo della minoranza creativa, capace di abbracciare la cultura della vita riguardo le nascite, gli anziani e le persone bisognose di sostegno da parte di tutta la comunità ecclesiale”.

Durante l’incontro si è parlato anche dell’importanza di raccogliere le buone pratiche della Chiesa. “Vale a dire le pratiche che hanno funzionato. Tale appello è stato rivolto a tutti gli episcopati, affinché coloro che hanno a che fare con un’attività risultata utile, la trasmetta ad altri, allo scopo di introdurre quelle pratiche, che nelle altre Chiese hanno ottenuto un riconoscimento e sono state fruttuose” – ha dichiarato il Presidente della KEP.

L’Arcivescovo Gądecki ha affermato che i vescovi hanno fatto appello anche alla pace in Ucraina, e “in Libano, Siria, Palestina, là dove sono in corso conflitti armai e non se ne vede la fine”.

Ufficio Stampa della Conferenza Episcopale Polacca

(Tradotto dal polacco da M. Olmo / Ufficio per le Comunicazioni Estere della Conferenza Episcopale Polacca)