Il Presidente dei vescovi polacchi incoraggia i fedeli ad accogliere i profughi

11-07-2016
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La cristianizzazione della Polonia avvenuta 1050 anni or sono ebbe una grande importanza sociale, e culturale per l’intera nazione e per tutto lo Stato polacco – ha rimarcato mons. Stanisław Gądecki rivolgendosi a oltre 100mila partecipanti al 25. pellegrinaggio della Famiglia di Radio Maria a Jasna Góra.

Il Presidente della Conferenza episcopale polacca ha incoraggiato la Chiesa in Polonia ad una maggiore sollecitudine verso i bisognosi, e tra quelli verso gli immigrati e i profughi, offrendo esempio dell’atteggiamento di misericordia cristiana.

Il Presidente della Conferenza episcopale polacca ha ribadito che il battesimo del duca Mieszko I  (966) ebbe per lui il significato soprattutto intimamente personale. Accostandosi al sacramento del Santo Battesimo Mieszko I compié una svolta spirituale radicale. Il battesimo significava non tanto il passaggio da una religione all’altra, e cioè dal paganesimo alla religione cristiana, ma piuttosto il passaggio dal culto delle creature a quello del Creatore, dal culto delle opere di Dio a quello di Dio stesso. L’adozione del cristianesimo dal primo momento permise un rapido sviluppo della cultura nazionale in tutti gli ambiti. In Polonia arrivarono molti fra eccelsi intellettuali dell’epoca ispirati, come coloro che arrivarono in Polonia successivamente, alla fede e alle scienze cristiane – ha aggiunto.

La Chiesa in Polonia, radicata in Cristo attraverso il battesimo, è chiamata a confessare con umiltà e coraggio la sua fede, testimoniandola con opere di misericordia. Ne costituisce un esempio la sollecitudine verso i profughi. Gli obblighi cristiani in quel ambito risultano dalla Rivelazione di Dio e dalla Tradizione ecclesiale. Anche il nostro Signore Gesù insieme alla sua Famiglia dovettero condividere l’esperienza dei profughi fuggendo l’ira di Erode (cfr Mt 2,13 -15). Il compito delle Chiese è quello di educare i cuori, i quali attraverso delle concrete opere di misericordia siano capaci di portare aiuto ai sofferenti, a coloro che fuggono dalle guerre, persecuzioni e dalla morte. Quell’atteggiamento dei cristiani nei confronti di altri popoli sin dall’inizio della Chiesa è un suo segno distintivo – ha affermato il Presidente dei vescovi polacchi.

Mons. Stanisław Gądecki ha ricordato inoltre che il 6 settembre del 2015 Papa Francesco aveva chiesto „affinché ogni parrocchia ogni convento e ogni santuario in Europa accogliesse una famiglia di profughi” incoraggiando ad aiutare e a proteggere i profughi di tutte le confessioni.

Il Presidente dei  vescovi polacchi ha rammentato quanto il Pontefice abbia sottolineato la necessità dell’integrazione di nuovi arrivati nell’ambiente europeo. I profughi dovrebbero assumersi delle responsabilità nei confronti di coloro che prestano loro ospitalità, rispettando il patrimonio  materiale e spirituale del paese ospitante, e ubbidendo alle leggi vigenti nonché contribuendo alle spese. Papa Francesco è quindi a favore di una politica di integrazione e non quella di multiculturalismo auspicato da ambienti di sinistra.

Che Maria di Jasna Góra permetta ai profughi e ai migranti privati delle loro case, delle loro famiglie e di tutto ciò che conoscano di sperimentare la Sua presenza amorosa. Che Ella guidi loro verso una nuova casa e una uova speranza. E che apra i nostri cuori affinché possiamo accogliere loro come nostri fratelli e sorelle scorgendo nei loro volti quello di Gesù nostro Signore – ha pregato il Presidente  dell’episcopato polacco.

Don Paweł Rytel-Andrianik