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Sono la fede e l’amore che rafforzano e ricostruiscono la Chiesa. Sono la fede e l’amore che la salvano. Sono la fede e l’amore che la plasmano – ha detto l’Arcivescovo Wojciech Polak, Primate di Polonia, nell’omelia per l’indulgenza Plenaria nella Solennità della Beata Vergine Maria di Częstochowa celebrata a Jasna Góra.

Il Primate di Polonia ha osservato nella sua omelia che la Chiesa oggi è segnata da crisi e sperimenta il peccato umano, “ma è convinta che l’unica via è il nostro stare con Cristo, l’unica certezza è la nostra fede che ci permette di andare avanti nonostante le tempeste e il buio”. “Oggi, da questo luogo, vorrei ringraziare tutti coloro che hanno tale fede e fiducia, che di fronte al dubbio hanno conservato la speranza e sono in grado di donarla agli altri” – ha affermato.

“Grazie per il vostro impegno, per il fatto che volete plasmare con coraggio e creatività la vita della Chiesa, che pregate per la Chiesa. Vorrei anche ringraziare tutti coloro che, avendo sperimentato ferite, inganni o semplicemente delusioni umane, sono ancora capaci di amare e perdonare” – ha osservato l’Arcivescovo Polak e ha aggiunto che “sono la fede e l’amore a rafforzare e ricostruire la Chiesa. Sono la fede e l’amore che la salvano. Sono la fede e l’amore che la plasmano”.

Riferendosi all’attuale situazione sociale, il Primate Polak ha sottolineato che ogni vita umana è sacra. “Sacra è la vita di un bambino non ancora nato, e sacra è la vita di un anziano che sperimenta la malattia. Sacra è la vita di un uomo alle prese con la povertà e senzatetto, in fuga dalla fame e dalla guerra” – ha dichiarato.

L’Arcivescovo Polak ha anche richiamato l’attenzione sulla necessità dell’impegno per la verità: “la verità sull’uomo, creato come maschio e femmina a immagine di Dio stesso, la verità sulla sacralità della vita umana dal concepimento alla morte naturale, sulla dignità dell’amore umano e del matrimonio tra un uomo e una donna, sulla fedeltà, sull’unità e l’indissolubilità coniugale, sull’amore e sulla sollecitudine per i più deboli, per gli offesi e coloro che chiedono giustizia, sul reciproco rispetto, nonostante le evidenti differenze e divisioni che ancora esistono”.

Ufficio Stampa della Conferenza Episcopale Polacca

(Tradotto dal polacco da M. Olmo / Ufficio per le Comunicazioni Estere della Conferenza Episcopale Polacca)