In numerose dichiarazioni trasmesse alla Segreteria del Sinodo, abbiamo espresso il nostro desiderio di mantenere l’unità nella fede, convinti che le pratiche pastorali nel mondo – causate dalle diversità di civiltà, storia, culture, lingue e costumi – possano differire, mentre l’insegnamento della Chiesa deve rimanere uniforme – ha affermato l’Arcivescovo Stanisław Gądecki, Presidente della Conferenza Episcopale Polacca durante una conferenza stampa svoltasi l’8 novembre scorso presso la Segreteria della Conferenza Episcopale Polacca, che sintetizzava la prima sessione romana della 16.ma Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi.

Il Presidente dell’Episcopato ha ricordato che il tema principale del Sinodo è stato la sinodalità, “intesa come comunione che unisce tutti i discepoli di Cristo risorto in un cammino comune, sottolineando la dignità, i doni e i carismi di ogni credente offerti dallo Spirito Santo, per il servizio missionario della Chiesa”.

L’Arcivescovo Gądecki ha sottolineato che la Segreteria nella relazione di sintesi ha sviluppato 20 argomenti di base emersi nei 25 giorni di lavoro di circa 350 membri della comunità sinodale. „In ognuno di essi ci sono prima le convergenze, poi le questioni da affrontare e le proposte a cui la nostra riflessione può fare riferimento. Sono come una mappa che ci permette di ritrovarci sulla strada e non perderla” – ha affermato. „I temi da affrontare raggruppano i punti sui quali abbiamo ritenuto necessario proseguire gli studi teologici, pastorali e canonici. Sono come incroci dove dobbiamo fermarci per capire meglio la direzione da seguire. Le proposte, a loro volta, indicano possibili strade da seguire. Alcune sono suggerite, altre raccomandate e altre ancora richieste con maggior forza e determinazione” – ha osservato.

„Nelle numerose dichiarazioni trasmesse alla Segreteria del Sinodo, abbiamo espresso il nostro desiderio di mantenere l’unità nella fede, convinti che le pratiche pastorali nel mondo – causate dalla diversità di civiltà, storia, culture, lingue e costumi – possano differire, mentre l’insegnamento della Chiesa deve rimanere uniforme, e non è possibile che siano in un modo in un Paese e diverso in un altro” – ha sottolineato il Presidente della Conferenza Episcopale Polacca.

Riferendosi al Cammino sinodale tedesco, l’Arcivescovo Gądecki ha affermato che „abbiamo fatto riferimento al suo testo di 150 pagine inviato a tutti i Padri sinodali all’inizio del Sinodo di ottobre, sottolineando la sua incoerenza con gli insegnamenti cattolici, sebbene il vescovo Bätzing – in una conferenza stampa prima della Messa di conclusione del Sinodo – abbia affermato che tutti i postulati tedeschi sono stati soddisfatti”.

Il Presidente dell’Episcopato ha affermato che alcuni temi sinodali hanno toccato questioni controverse, come la sinodalità della Chiesa, l’ermeneutica della continuità o della rottura, la colonizzazione ideologica, la presunta insufficienza dell’antropologia biblica, il ruolo del pastore nella Chiesa, la questione del celibato sacerdotale, l’ordinazione delle donne, l’ufficio di diacono per le donne, la sinodalità e la democrazia, le questioni di genere e LGBT+.

L’Arcivescovo Gądecki ha riconosciuto che una grave difficoltà è – come molti sostengono – anche il concetto stesso di „inclusione”. „Nel testo del Credo confessiamo ‚la Chiesa una, santa, universale e apostolica’. L’universalità deve quindi caratterizzare la missione evangelica della Chiesa inviata a tutti i popoli, a tutte le persone, indipendentemente dal loro genere, nazionalità o status sociale. Tuttavia, nel senso odierno del termine, ‚inclusività’ significa accettare il modo in cui una persona si definisce, come se la definizione di sé stessa fosse chiaramente coerente con la realtà, intrinsecamente indiscutibile, e quindi esigesse un’affermazione” – ha sottolineato.

Riferendosi alla cultura contemporanea del risveglio (Woke), il Presidente della Conferenza Episcopale Polacca ha sottolineato che „sembra trattare la teoria del genere come una forma secolare di verità rivelata”. „In effetti, le teorie culturalmente costruite della fluidità ‚di genere’ e ‚la fluidità sessuale’ si pongono in netta contraddizione con la rivelazione divina: „Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò” (Gen 1,27). Si avvalgono di gravi pressioni culturali, professionali e legali esercitate su coloro che si rifiutano di assecondare il corretto ordinamento dell’amore umano” – ha affermato.

L’Arcivescovo Gądecki ritiene che il desiderio della Segreteria del Sinodo sia quello di condurre un’ulteriore discussione sui postulati contenuti nella sintesi finale intitolata: „La Chiesa sinodale sul cammino missionario”. „Questo documento di 43 pagine è stato consegnato a tutti i partecipanti alla prima fase sinodale e deve diventare oggetto di riflessione di ciascuna Conferenza Episcopale del mondo, e poi dovrebbe essere consegnato a ciascuna diocesi, in modo che nel marzo 2024 gli echi di questa riflessione raggiungano la Segreteria del Sinodo. Pertanto, ci attende un periodo intenso per discernere ciò che è giusto e ciò che non lo è” – ha sottolineato.

Il Prof. Aleksander Bańka, delegato al Sinodo sulla sinodalità, ritiene che la sintesi finale della sessione romana del Sinodo sia complessa e ci siano molte tensioni. „In un gruppo di 360 delegati, sono radunate varie chiese locali con i propri rappresentanti, che hanno le loro dinamiche e la loro storia. Le aspettative delle chiese dell’Europa occidentale non hanno nulla a che fare con le esigenze delle Chiese in altre parti del mondo” – ha affermato.

Il Prof. Bańka ha sottolineato che il Sinodo raccoglie le tensioni come in una lente. „Questo metodo sinodale consente – nonostante tutti i difetti – di notare che nelle singole Chiese locali, non solo i loro rappresentanti, ma anche intere comunità alle loro spalle, citano alcuni problemi sui quali hanno un modo diverso di vedere le cose rispetto a noi nell’Europa dell’Est, diversi modelli di discernimento, diversi modi di risolvere queste crisi” – ha osservato.

Il delegato al Sinodo ha osservato che spesso differiamo nei modi di riconoscere e risolvere i problemi. „Il metodo sinodale proposto dalla Segreteria sinodale, pur con molte ambiguità, dà luogo alla possibilità di ascoltare ciò che dicono della loro Chiesa coloro con i quali non siamo pienamente d’accordo”. Ha aggiunto che, d’altra parte, sullo sfondo delle discrepanze, „ho avuto la sensazione che questo Sinodo non riguardasse cambiamenti dottrinali”.

Il Prof. Bańka ha sottolineato che „l’essenza del Sinodo non è cercare fessure nella dottrina. Vorremmo che il Sinodo portasse buoni frutti: frutti di unità, di coesione e di ricerca di nuove vie di evangelizzazione e di missione”.

 

Ufficio Stampa della Conferenza Episcopale Polacca

(Tradotto dal polacco da M. Olmo / Ufficio per le Comunicazioni Estere della Conferenza Episcopale Polacca)