Nel 1656 Giovanni Casimiro, re della Polonia, definì la Madonna nera di Czestochowa “Regina della Polonia”. Nel 1717 avvenne la prima incoronazione del quadro miracoloso della Beata Vergine Maria di Czestochowa. L’8 settembre dello stesso anno, infatti, in occasione della festa della Natività di Maria, il quadro fu incoronato dal Vescovo Szembek, portato in basilica, posto sopra il tabernacolo e sotto un baldacchino. Nell’occasione parteciparono all’evento religioso circa 200.000 pellegrini. La Madonna nera di Czestochowa è simbolo della Polonia, amata in particolare da San Giovanni Paolo II che si recò nel luogo in diverse occasioni. A 300 anni da quell’incoronazione, viene ora affidato al maestro calabrese Michele Affidato (orafo) l’incarico di realizzare i nuovi diademi. ZENIT ha deciso di intervistare l’artista per sapere come vive questo particolare “incarico”.

***

In occasione del 300° anniversario dalla prima incoronazione della Madonna nera di Czestochowa è stato affidato a Lei il compito di realizzare i nuovi diademi. Come e perché le autorità religiose polacche di Czestochowa si sono rivolte ad un artista calabrese?

È stata una famiglia originaria di Czestochowa e che oggi vive in Italia che mi ha messo in contatto con i responsabili del santuario, dopo aver visto altri miei lavori. Ed i responsabili hanno deciso di affidarmi il progetto della realizzazione dei nuovi diademi. Il mio percorso artistico mi ha aiutato molto in questo, in quanto ho avuto già diverse occasioni per realizzare opere d’arte sacra. L’aver avuto diversi incontri con il pontefice polacco (san Giovanni Paolo II) che della Madonna di Czestochowa era un vero innamorato mi ha molto aiutato.

Quando le è stato commissionato il lavoro come ha reagito?

Tutto mi aspettavo tranne che mi venisse affidato un progetto di tale portata. Quella di Czestochowa è una immagine di Madonna tra le più conosciute a livello mondiale, quindi sono stato onorato. La gioia è stata immensa. Ho cominciato un percorso artistico-spirituale molto particolare.

San Giovanni Paolo II, il Papa polacco, ha più volte visitato la Vergine di Czestochowa. Era calamitante per Lui andare a pregare nel luogo mariano per eccellenza della Polonia. È un luogo visitato in pellegrinaggio da una moltitudine di fedeli, come sta vivendo questo particolare momento di speciale attenzione?

La mia conoscenza della Madonna nera di Czestochowa nasce proprio da un incontro, in Vaticano, con Giovanni Paolo II. Un incontro che rimane indelebile nella mia memoria. Avevo realizzato alcuni diademi per la Madonna del Carmelo di Crotone portati per farli benedire, ed in quell’incontro ho donato al Santo Padre anche una immagine della Madonna di Capocolonna, e lui, in cambio, mi regalò un quadro della Madonna di Czestochowa. Io rimasi colpito e da quel giorno oltre ad ammirare la bellezza di quell’immagine, la legavo al Papa (che è un punto di riferimento della mia preghiera) che ho avuto il piacere di incontrare per ben sei volte nella mia vita e che per me è stato un uomo davvero speciale col quale rimango spiritualmente legato.

È mai andato personalmente in Polonia? Se si, cosa ha provato nel visitare il luogo?

Sono già stato tre volte al Santuario. È un luogo nel quale si avverte una speciale sensazione. L’ultima volta ho anche avuto l’onore di toccare con mano il quadro, dovendo prendere le misure per la realizzazione dell’opera.

Immagino per Lei non sia solo lavoro… si sente investito di una speciale “missione”?

Ringrazio la Madonna per avermi dato questa occasione. Io vivo questo momento con una carica spirituale molto particolare. Quando un artista viene chiamato a raccontare un culto, una storia di queste dimensioni, non può che appassionare.

Qual è il modello che pensa di utilizzare per fare la corona?

Mi rifaccio ai diademi donati dal papa Clemente XI proprio 300 anni fa. Prendendo spunto da quell’epoca cerco di rivisitare l’epoca ed il contesto, ma in una chiave differente. Il grafico verrà presentato giovedì 15 dicembre in occasione dell’ufficializzazione dell’incarico, nel Salone del Palazzo Arcivescovile di Crotone.

Quando ha cominciato a lavorare come orafo?

Ho cominciato all’età di 12 anni. Ero in seminario e la mattina studiavo, mentre il pomeriggio andavo in bottega. Quando finì la terza classe della scuola media, decisi di dedicarmi totalmente all’arte orafa. Dopo dieci anni aprì il mio laboratorio. Fin da piccolo sono stato affascinato dall’arte sacra. Ho realizzato opere per premi nazionali e internazionali molto importanti. Ma quando realizzo opere di arte sacra mi dà qualcosa in più di quello che mi può dare un classico gioiello, anche di un certo valore. Sono stato sempre vicino alla Chiesa. Ho anche frequentato un corso di teologia con la Fondazione Centesimus Annus, di cui sono membro. Ho fatto le corone per la Madonna “Regina Pacis” di Ostia, lo stemma papale in occasione della visita di Benedetto XVI in Calabria, ed anche per papa Francesco. Ho realizzato anche diverse opere per autorità ecclesiastiche, come le croci pettorali e via dicendo.

ZENIT

BRAK KOMENTARZY